"Il caso Carlo Bertini": Bankitalia può non rispettare la giurisdizione italiana?


Carlo Bertini è un funzionario della Banca d'Italia che non si è girato dall'altra parte e ha scelto di denunciare. È stato ribattezzato il "whistleblower della Vigilanza" che ha rivelato alla trasmissione Report la vicenda dei diamanti venduti a prezzi gonfiati attraverso Mps, dopo averla inutilmente segnalata ai suoi superiori.
Sospeso, costretto a sottoporsi a controlli psichiatrici, del suo caso si sono occupati in tanti, media e Parlamento, anche attraverso la commissione banche presieduta da Carla Ruocco e la Commissione antimafia con il senatore Nicola Morra.
Il 27 marzo 2022, tre giorni fa, Bertini è stato riammesso in servizio dal Tar del Lazio che ha annullato il suo licenziamento deciso da Bankitalia, perché non gli era stata data possibilità di difendersi tramite un avvocato.
Quindi, secondo il Tar, la procedura di licenziamento di Bankitalia è da considerarsi nulla.
Non ha fatto in tempo a tirare un sospiro di sollievo Bertini. Già stava riacquistando fiducia nella giustizia, lui che si sentiva in colpa nei confronti della sua famiglia, che è stato isolato e allontanato dagli amici e dai colleghi come un appestato.
Compare felice nel video dell'ex senatore Morra, oggi socio fondatore dell'associazione politica Equa, veramente commosso.

"Colpirne uno per educarne cento" si può applicare a tante piccole storie di coraggio e onestà, come la storia di Bertini. Grazie al suo esemplare sacrificio, altri si sentiranno meno soli, invogliati a perseguire la verità senza il terrore costante di ritorsioni o punizioni "esemplari"...
Questo prima del colpo di scena finale di ieri.
Martedì sera - esattamente il giorno dopo la sentenza del Tar per il suo reintegro lavorativo - Banca d'Italia gli ha comunicato che non sarà riammesso al lavoro.
Aldilà dello specifico "caso Carlo Bertini", il fatto che Bankitalia si senta estranea e superiore alla giurisdizione italiana apre un'enorme questione democratica.

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