di Francesco Fustaneo
In Belgio, il tribunale di Liegi venerdì scorso, ha rinviato al 6 dicembre l’udienza per il processo in cui sono coinvolti Pfizer e l’U.E. per decidere in merito al conflitto di competenza con la Procura Europea (Eppo). La procura belga indagava la von der Leyen per “interferenza nelle funzioni pubbliche, distruzione di Sms, corruzione e conflitto di interessi”.
Contestualmente anche i pubblici ministeri dell’Eppo stanno indagando su presunti reati, anche se nessuno è finora stato da loro messo formalmente sotto accusa.
Ora, se da un lato il giudice belga sostiene che i presunti reati siano avvenuti nel territorio di sua competenza, dal canto suo analogamente l'EPPO vorrebbe occuparsi del caso, sulla base della tesi che secondo il diritto dell'U.E. e’ lei ad avere il compito di indagare, perseguire e portare in giudizio gli autori di potenziali reati penali che danneggiano la comunità europea.
La vicenda giudiziaria ruota come già premesso, intorno allo scandalo degli scambi di SMS privati intrattenuti tra la Presidente della Commissione europea e l'amministratore delegato della nota casa farmaceutica Pfizer, Albert Bourla.
Il processo è partito a seguito di una denuncia penale presentata da un privato. Le autorità belghe hanno avviato il caso all’inizio del 2023: in seguito si sono uniti nella denuncia i governi ungherese e polacco.
Facciamo però un passo indietro: il caso, politicamente parlando, era in prima battuta scoppiato dopo un articolo del New York Times dell'aprile 2021, vertente sulle chiamate e gli SMS scambiati tra von der Leyen e l'amministratore delegato di Pfizer Albert Bourla attraverso i quali entrambe le parti avevano negoziato contratti per i vaccini.
Della vicenda si era interessata sia la Corte dei Conti Europei che il Mediatore europeo, Emily O'Reilly, dopo che nel momento in cui era stata presentata una formale richiesta di accesso ai messaggi, la Commissione aveva affermato di non averne traccia. I messaggi di testo, aveva sostenuto la stessa Commissione Europa, sono generalmente "di breve durata" e in linea di principio esclusi dalla sua registrazione.
Avevamo seguito e scritto su l’AntiDiplomatico* di quelle vicende, dando notizia anche del fatto che il The New York Times aveva successivamente citato in giudizio la Commissione Europea per il suo rifiuto di fornire i messaggi di testo scambiati.
Al di la degli aspetti giuridici e procedurali, rimanendo sul piano politico, e’ chiaro che alla vigilia delle elezioni europee, tutte queste vicende apportano un bel danno di immagine alla von der Leyen.
All’interno del Parlamento europeo, diversi sono i deputati infastiditi dagli strascichi del caso. Alcuni di loro hanno chiesto chiarimenti e trasparenza sugli accordi sui vaccini promuovendo circa venti interrogazioni parlamentari presentate alla Commissione , ovviamente senza mai avere risposte soddisfacenti.
Da notare infine che sulla stampa italiana, a parte poche eccezioni, la notizia del rinvio dell’udienza per il caso che coinvolge la Presidente della Commissione europea è passata semplicemente in sordina.
*https://www.lantidiplomatico.
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