Questa settimana è uscito un pezzo sul Fatto Quotidiano scritto da Alessandro Orsini nella sua rubrica "Nuovoatlante", dedicato alla Libia.
Interessante che Orsini ci segnali che l'Italia sia sul punto di perdere la Libia e la Russia di averne il controllo.
In questa rubrica lo scenario è stato minuziosamente raccontato in questi ultimi mesi.
Nell'articolo ci sono però numerosi strafalcioni e soprattutto una visione atlantista della storia insopportabile.
Ad esempio, il popolo libico non è mai presente nel ragionamento.
È una carcassa fatta a brandelli e tirata da un lato e dall'altro dalle superpotenze.
Non è così.
In Libia, perlomeno dal 2014, c'è una volontà chiara popolare ma noi investiamo milioni di euro nella guerra libica per contrastare la volontà del popolo libico, in cambio del petrolio saccheggiato.
A che servono i soldi che noi mandiamo al governo di Tripoli, per fermare i migranti?
Anima pia chi lo crede.
Quei soldi finiscono in armamenti per difendere la giunta militare di Tripoli insediata dall'Occidente senza il consenso dei Libici.
Ma veniamo agli strafalcioni.
Le elezioni dello scorso dicembre sono state annullate da una milizia filo-occidentale che ha occupato il palazzo della Commissione Elettorale armi in mano quando era chiaro che Saif Gheddafi avrebbe vinto le elezioni. I sondaggi lo davano a più del 50%.
Cosa sta dicendo Orsini? Che le ha impedite Putin? Cosa si inventa?
Inoltre l'Italia, se vuole favorire la pace in Libia, dovrebbe smettere di finanziare le milizie di Tripoli (altri 12 milioni inviati a fine luglio nel silenzio generale) e lasciare che le legittime autorità e il legittimo esercito prendano il controllo del Paese.
Siamo noi che sosteniamo quelli sbagliati in Libia: milizie, Isis, governi illegittimi e aguzzini.
Non è colpa di Putin se sostiene il parlamento votato dai Libici.
Non c'è niente da fare, l'atlantismo è qualcosa di congenito.
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