IL NEMICO COMUNE: -21 GIORNI ALL'URLO-DAY



di Michelangelo Severgnini

Lui è Mohamed Mahmud Ali. Non è famoso. Anzi, non lo conosce nessuno.



Però qualcuno, chissà, potrebbe riconoscerlo.

Coloro tra i rarissimi che hanno potuto vedere L'Urlo si ricorderanno la scena finale.

C'è un ragazzo minuto, strattonato da un libico in mezzo al deserto.

Quel ragazzo nell'Urlo è Mohamed.

Era l'ottobre 2019.

Mohamed nel frattempo ha raggiunto l'Italia, ha ricevuto presto i documenti, in pochi mesi, in quanto Somalo.

Poi è stato ospitato in uno Sprar per qualche mese. È stato ospite anche a casa mia per un po'.

Poi è finito in brutte storie.

Poi si è risollevato.

Ora lavora in un campeggio, pulisce bagni e bungalow.

Il suo sogno era studiare. Ma soldi non ce ne stanno.

Questo lui credeva quando lasciò la Somalia, ancora minorenne.

In un patto che nessuno aveva firmato (e del quale dunque nessuno oggi risponderà), gli era stato fatto credere che una volta in Europa avrebbe ricevuto casa, sussidi e accesso gratuito allo studio.

Il gioco allora valeva la candela.

Ciò che poi ha visto e patito in Libia lo sa solo lui.

Però Mohamed è forte. È dolce e già forte. È forte e ancora dolce. Nonostante tutto.

Non ha fatto il protagonista di un film pagato con i soldi pubblici per distorcere la realtà e sdoganare la schiavitù in Italia, non è un eroe.

Non ha avuto i riflettori, i tappeti rossi, i flash.

Esattamente come il regista che gli propose di essere se stesso davanti alla camera.

Ma il suo regista sapeva, in fondo, che sarebbe andata così. E glielo disse.

Alla fine lo ha capito anche lui.

Sono stato a trovarlo ieri, infilandomi clandestinamente nel campeggio dove lavora.

Ieri sera mi ha detto: "Noi Africani pensavamo di venire qui in Europa a fare i soldi. Non mi hanno dato niente. Anzi, ora sono io che faccio ricca l'Europa".

Sì, pulendo i cessi in un campeggio frequentato dalla "middle class" europea, che scende in Italia per bagnarsi i piedi ed elargire mancette a noi schiavi.
Poi ha aggiunto: "appena racimolo abbastanza soldi, me ne torno in Somalia, lì avrei una dignità".

Aveva ragione Thomas Sankara: "Le masse popolari in Europa non sono contro le masse popolari in Africa. Ma quelli che vogliono sfruttare l’Africa sono gli stessi che sfruttano l’Europa. Abbiamo un nemico comune".

Già, abbiamo un nemico in comune, caro Mohamed.

Per questo, il 25 giugno prossimo, dopo 3 anni di veto del suo produttore, L'Urlo sarà online, visibile a tutti, per decisione unilaterale del suo regista.

Questo non servirà a rendere Mohamed famoso e certamente neanche ricco.

Però il nostro nemico comune, quel giorno, si ricorderà di noi.

P.S. Queste sono le prossime 4 tappe di "Una storia antidiplomatica", il mio nuovo documentario. Per chiunque volesse organizzare una proiezione contattatemi a l'urlo.thescream@gmail.com




Le più recenti da EXODUS

On Fire

Alessandro Orsini - Una risposta, molto rispettosa, a Liliana Segre

  di Alessandro Orsini*  Risposta, molto rispettosa, a Liliana Segre. Il dibattito sul genocidio a Gaza, reale o presunto che sia, non può prescindere dalle scienze sociali. Nel suo...

La doppia Waterloo della Francia

   di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico In più di una circostanza ho scritto che oltre agli USA a vivere una situazione estremamente complessa in materia di conti con l'estero (debito/credito...

Ex analista Pentagono sul vero obiettivo dell'"escalation non necessaria” di Biden

  Come ha riportato ieri il New York Times, che ha citato funzionari statunitensi a conoscenza della questione, il presidente degli Stati uniti d’America, Joe Biden avrebbe approvato l'impiego...

Alessandro Orsini - Se il Corriere della sera esulta per il "crollo del rublo"

di Alessandro Orsini* Il Corriere della Sera oggi si entusiasma per la caduta del rublo. Lasciatemi spiegare la situazione chiaramente. Se andasse in bancarotta, la Russia distruggerebbe...

Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa