Cosa succede agli aiuti all'Ucraina dopo il voto del Senato Usa

di Clara Statello per l'AntiDiplomatico

Salta il pacchetto di finanziamenti da 110,5 miliardi di dollari di assistenza USA a Ucraina, Israele e Taiwan. Al Senato americano la legge d’emergenza è stata bloccata dal voto unanime dei repubblicani, che avevano vincolato il sì al provvedimento al rafforzamento delle misure di sicurezza alla frontiera con il Messico.

Il disegno di legge ha ottenuto solo 49 voti a favore e 51 contrari, ben lontano dalla soglia dei 60 voti necessari per avviare il dibattito al Congresso USA. Hanno votato in linea con i repubblicani Bernie Sanders, senatore indipendente di sinistra che di solito vota assieme ai dem, ed il capo della maggioranza democratica, Chuck Schumer, che in precedenza aveva chiesto l’adozione di questo pacchetto. Secondo quanto riportano Reuters e The Hill, Schumer ha modificato all’ultimo momento il suo “sì” in “no” per poter ripresentare la sua legge in futuro.

Il pacchetto supplementare d’emergenza richiesto dal presidente Biden comprendeva 61 miliardi in aiuti all’Ucraina, di cui circa 50 miliardi in assistenza militare e il restante destinato ad aiuti umanitari ed economici al governo di Kiev. Inoltre prevedeva 14 miliardi per Israele e altre risorse per finanziare la sicurezza a Taiwan e nell’Indo Pacifico e la lotta al Fentanyl.

Il voto di mercoledì non è uno stop definitivo all’approvazione dei finanziamenti aggiuntivi. I repubblicani stanno semplicemente alzando la posta di una partita che né la Casa Bianca né Kiev possono perdere.

Lo schiaffo a Biden

Il no del Senato statunitense ad ulteriori aiuti all’Ucraina, arriva in quello che è forse il momento più difficile per il governo di Volodymir Zelensky, dall’inizio del conflitto con Mosca. La guerra è ufficialmente ad una fase di stallo e questo significa soltanto che la controffensiva ucraina, che avrebbe dovuto portare alla liberazione della Crimea, è fallita.

Da gennaio 2022 al giugno 2023 gli USA hanno sostenuto l’Ucraina con quasi 77 miliardi di dollari, di cui 46,6 in assistenza militare. Si avverte adesso una certa “stanchezza” della guerra, che sta portando allo sfaldamento dell’alleanza pro-Kiev. Lunedì i dem hanno lanciato l’allarme: senza il via libera ai finanziamenti aggiuntivi, l’Ucraina verrà “messa in ginocchio”, scrive la CNN.

"Stiamo finendo i soldi e abbiamo quasi finito il tempo", ha detto ai giornalisti il consigliere per la sicurezza nazionale di Biden, Jake Sullivan. "Un voto contro il sostegno all'Ucraina è un voto per migliorare la posizione strategica di Putin", ha aggiunto.

I repubblicani, più scettici nei confronti dell’assistenza incondizionata a Kiev, ne approfittano per lanciare una polpetta avvelenata ai democratici, colpendo al cuore del loro programma elettorale, in vista dell’imminente corsa alla Casa Bianca. Il presidente della Camera, il trumpiano Mike Johnson e il leader della minoranza al Senato Mitch McConnell hanno insistito sul fatto che il sostegno del GOP per ulteriori finanziamenti all’Ucraina dipenda dall’inasprimento delle leggi sull’immigrazione, in un contesto di crescenti preoccupazioni per la sicurezza al confine tra Stati Uniti e Messico. Si tratta di un tema decisivo per l’elettorato progressista. In estrema sintesi Biden deve scegliere: o continuare la guerra con Mosca o avere una chance alle elezioni presidenziali.

Da qui la sua enfasi quasi apocalittica nell’appello lanciato mercoledì poco prima della votazione al Senato.

“Non possiamo lasciare che Putin vinca. È nel nostro schiacciante interesse nazionale, nell'interesse internazionale di tutti i nostri amici", ha detto il capo della Casa Bianca, utilizzando lo spauracchio dei boots on the ground.

"Se Putin vince in Ucraina, non si fermerà qui", ha detto Biden. “Se Putin attacca un alleato della NATO – se continua ad andare avanti e poi attacca un alleato della NATO – saremo impegnati come Paesi membri della a difendere ogni centimetro del territorio della NATO”.

La delegazione ucraina negli USA

L’appello di Biden non ha funzionato, nonostante l’arrivo di una delegazione ucraina alla vigilia del voto. Dato il momento cruciale, Kiev ha mandato una "forza da sbarco" negli USA, guidata dal capo dell'Ufficio del Presidente, Andry Ermak - considerato una sorta di eminenza grigia del regime di Kiev, assieme al neoministro della Difesa Umerev e al capo della Rada, Stephenchuk. I rappresentanti di bankova hanno tentato di sensibilizzare il Congresso in favore dello stanziamento dei fondi, avvertendo sul rischio concreto di perdere la guerra.

"Siamo al limite dei finanziamenti esistenti. Questi non dureranno oltre dicembre", lo ha detto lunedì sera a Playbook di Politico un consigliere di Zelensky, di cui non è stato specificato il nome. Le prospettive dipinte sono decisamente fosche.

“Se l’Ucraina non riceve l’aiuto dagli Stati Uniti che le è già stato promesso, è molto probabile che Putin non solo rafforzi ciò che ha già preso, ma conquisterà nuovi territorio, superando ciò che aveva anche all'inizio della guerra. E alla fine la stessa Kiev potrebbe essere a rischio”.

Secondo Ermak senza il sostegno degli Stati Uniti ci sarà un grande rischio di perdere la guerra, riporta VOA.

"Se l'assistenza di cui si discute al Congresso viene rinviata, allora ci sarà un grande rischio di restare nelle stesse posizioni di adesso. Diventerà impossibile avanzare e rischieremo davvero di perdere conflitto... Le forze armate ucraine, sebbene più motivate, sono costrette a mettersi sulla difensiva", ha detto il capo dello staff di Zelensky.

Ermak ha affermato che il ritiro del sostegno diretto al bilancio dell’Ucraina rappresenta una minaccia poiché il governo ucraino prevede un deficit di 43 miliardi di dollari per l’anno prossimo.

L’appello della Yellen

Da Città del Messico, dove martedì si trovava in visita, il segretario al Tesoro Janet Yellen ha lanciato un durissimo monito ai repubblicani per il voto di mercoledì: gli Stati Uniti “si assumeranno la responsabilità” della sconfitta dell’Ucraina se il Congresso non approverà gli aiuti a Kiev.

In Ucraina "i soldi stanno semplicemente finendo”. Kiev sta spendendo più di ogni centesimo che riceve dalle tasse in stipendi militari e difesa.

Senza i finanziamenti USA "non avrebbero scuole, ospedali o servizi di pronto intervento se non fosse per i soldi che inviamo", ha aggiunto il ministro.

Yellen ritiene che i finanziamenti americani siano "assolutamente essenziali" e una precondizione per mantenere il flusso di sostegno del Fondo monetario internazionale verso l'Ucraina.

"Ho parlato con i membri del Congresso. Penso che capiscano che questa è una situazione difficile e che possiamo assumerci la responsabilità della sconfitta dell'Ucraina se non riusciamo a fornire all'Ucraina i finanziamenti necessari... Includo qui il sostegno diretto al bilancio perché è estremamente importante", ha detto Yellen.

Il nuovo pacchetto di aiuti

Nel frattempo, il Dipartimento di Stato americano ha approvato un nuovo pacchetto di assistenza militareall'Ucraina per un importo di 175milioni di dollari.

Comprenderà munizioni per la difesa aerea e proiettili di artiglieria, missili anti-radar e anticarro, afferma il sito web del Dipartimento di Stato.

Il Pentagono ha pubblicato un elenco dettagliato di armi e munizioni da inviare:

? missili per la difesa aerea AIM-9M e AIM-7;

?munizioni per HIMARS;

? proiettili di artiglieria di calibro 155 mm e 105 mm;

? Missili anti-radar HARM;

? TOW missili guidati anticarro;

? Sistemi anticarro Javelin e AT-4.

Inoltre comprende più di 4 milioni di munizioni per armi leggere, veicoli da traino, munizioni esplosive per superare gli ostacoli, attrezzature per proteggere le infrastrutture critiche, ecc.

Il pacchetto di aiuti militari stanziato mercoledì per l’Ucraina potrebbe essere uno degli ultimi, ha detto il segretario di Stato Antony Blinken.

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