Doppio standard in azione: Regno Unito e Venezuela a confronto

05 Agosto 2024 18:39 Fabrizio Verde

Il Primo Ministro britannico, Sir Keir Starmer, ha avvertito che "la violenza commessa da una piccola minoranza di teppisti" sarà affrontata con tutto “il peso della legge” dopo che sabato decine di persone sono state arrestate in scontri con la polizia in città e paesi dell'Inghilterra.

È stato solo l'ultimo episodio di disordine dopo diverse notti di scontri scatenati dall'uccisione di tre ragazze, accoltellate da un adolescente di origini africane.

Sabato, il laburista Starmer ha tenuto dei colloqui d'emergenza con i ministri per discutere dei disordini provocati da agitatori di estrema destra. Ha affermato che il diritto alla libertà di espressione e il disordine violento sono "due cose molto diverse" e ha etichettato i partecipanti come "estremisti".

Il primo ministro ha dichiarato che il governo ha appoggiato la polizia per "intraprendere tutte le azioni necessarie" per mantenere le strade britanniche sicure dopo gli attacchi agli agenti di polizia, i disordini alle attività commerciali locali e quelli che, a suo dire, sono stati tentativi di seminare l'odio intimidendo le comunità.

Più di 90 persone sono state arrestate sabato dopo violenti raduni in diverse città, tra cui Bristol, Blackpool, Hull e Liverpool, secondo quanto riferito dalle varie forze di polizia regionali.

Si registrano violenze anche nella cittadina di Rotherham, nella contea di South Yorkshire, dove centinaia di manifestanti anti-immigrati hanno preso d’assalto il locale Holiday Inn Express, che ospita richiedenti asilo, riuscendo anche a entrare nell’edificio dopo aver rotto varie finestre, prima di venire respinti dalla polizia.

Violenze anche a Middlesbrough, North Yorkshire, dove sono stati incendiati dei cassonetti usati poi come armi contro la polizia, e a Bolton, alle porte di Manchester, dove un gruppo di manifestanti di ultradestra ha rischiato di venire direttamente alle mani con contromanifestanti, alcuni dei quali – riferisce la BBC – gridavano ‘Allahu akhbar!’. Tensione e arresti anche a Hull, nel nord-est, e a Weymouth, nel Dorset, sud-ovest dell’Inghilterra.

Domenica i giudici hanno preso in considerazione l'idea di tenere i tribunali aperti tutta la notte per smaltire i casi arretrati, come fecero in seguito ai disordini del 2011 che portarono a migliaia di arresti e procedimenti giudiziari.

Anche l’ex premier conservatore Rishi Sunak ha condannato le violenze di questi giorni, definendole “comportamenti violenti e criminali che non hanno un posto nella nostra società”, aggiungendo che questi episodi “non hanno nulla a che vedere con la tragedia di Southport”.

Il recente intervento di Keir Starmer sulle violenze che hanno sconvolto l'Inghilterra solleva una questione di fondo riguardante l'ipocrisia dei governanti occidentali. Starmer ha dichiarato che "la violenza commessa da una piccola minoranza di teppisti" sarà affrontata con "tutto il peso della legge", in risposta ai disordini scatenati da gruppi di estrema destra in varie città inglesi.

L'accostamento con quanto avviene in altri paesi, come il Venezuela, rivela una chiara incongruenza nel modo in cui tali situazioni vengono trattate e percepite.

In Inghilterra, i recenti disordini sono stati innescati dall'omicidio di tre ragazze per mano di un adolescente di origini africane. L'escalation di violenze ha visto decine di arresti, scontri con la polizia e attacchi a strutture che ospitano richiedenti asilo. Il governo britannico ha risposto con fermezza, appoggiando la polizia in tutte le azioni necessarie per ristabilire l'ordine pubblico. Starmer ha sottolineato che la libertà di espressione non giustifica il disordine violento, etichettando i partecipanti come estremisti e promuovendo misure severe contro di loro.

Tuttavia, questa retorica di fermezza e repressione assume un carattere particolarmente ipocrita quando confrontata con le posizioni occidentali riguardo situazioni simili in altri paesi. In Venezuela, il governo si trova a fronteggiare violenze scatenate dall'opposizione estremista, spesso supportata e glorificata da governi occidentali che li descrivono come "combattenti per la libertà". La contraddizione è evidente: mentre l'Inghilterra giustifica la repressione interna come una necessità per mantenere l'ordine pubblico, condanna fermamente le stesse misure quando adottate da altri paesi per difendersi da attacchi destabilizzanti.

Questa ipocrisia è ulteriormente amplificata dal fatto che, in entrambi i casi, le violenze sono scatenate da gruppi di estrema destra. In Inghilterra, la condanna è unanime, mentre in Venezuela i movimenti simili vengono dipinti in una luce positiva, come eroi che lottano contro un regime autoritario. Il doppio standard applicato dai governi occidentali è non solo ingiusto, ma mina anche la credibilità di chi sostiene di agire in difesa dei diritti umani e della democrazia.

L'ex premier conservatore Rishi Sunak ha condannato le violenze in Inghilterra come "comportamenti violenti e criminali che non hanno un posto nella nostra società", un'affermazione che, sebbene valida, risulta vuota quando si considerano le azioni e le dichiarazioni del governo britannico e dei suoi alleati occidentali in contesti internazionali. La condanna delle violenze dovrebbe essere universale e coerente, indipendentemente dalla nazione in cui avvengono.

Il trattamento differenziale delle violenze interne rispetto a quelle esterne rivela un evidente doppio standard che mina la legittimità morale delle posizioni occidentali, in questo caso britanniche. La coerenza e l'integrità richiedono che i principi di giustizia e ordine pubblico siano applicati equamente, senza pregiudizi geopolitici.

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