L’arresto di Pavel Durov, fondatore e proprietario di Telegram, rappresenta una chiara manovra politica, secondo Pierre de Gaulle, nipote dell’ex presidente francese Charles de Gaulle. Nell’intervista rilasciata al quotidiano russo Izvestia, De Gaulle sostiene che l’arresto di Durov in Francia è il risultato di pressioni politiche da parte dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, mirate a censurare la piattaforma di messaggistica.
«L’arresto di Durov è una questione estremamente politica»
Pierre de Gaulle non ha dubbi: “L’arresto di Durov è una questione estremamente politica”. Secondo la sua opinione, le circostanze che hanno portato l’imprenditore russo in Francia sono alquanto sospette. “Durov è arrivato a Parigi nonostante sapesse dell’ordine di arresto emesso contro di lui a marzo 2024 per non aver collaborato con la giustizia francese. È sorprendente che, pur essendo a conoscenza del rischio, abbia deciso di recarsi in Francia”.
De Gaulle sottolinea il carattere politico dell’arresto, mettendo in dubbio la versione ufficiale: “Si è detto che Durov fosse a Parigi per incontrare il presidente Macron, il quale ha negato tutto attraverso il quotidiano Le Parisien. Tuttavia, in Francia, quando si nega qualcosa su un giornale così vicino al governo, spesso è vero il contrario”. Inoltre, De Gaulle critica la decisione delle autorità francesi di negare l’accesso consolare richiesto dai governi russo ed emiratino: “Questo rifiuto mi ha sorpreso. Durov è stato rilasciato su cauzione, il che significa che è solo un sospettato, non un colpevole”.
«Il coinvolgimento degli Stati Uniti? Possibile»
Alla domanda se dietro l’arresto di Durov ci possano essere gli Stati Uniti, De Gaulle risponde con cautela, ma conferma la sua convinzione che ci sia un gioco politico più ampio in atto: “L’arresto di Durov è parte della guerra dell’informazione in corso tra NATO e Russia. In Telegram, si può accedere a informazioni in tempo reale, specialmente sul conflitto in Ucraina, che vengono censurate in Francia”. De Gaulle lega la situazione al Digital Services Act (DSA) approvato dall’Unione Europea nel febbraio 2024, che mira a censurare tutto ciò che non è conforme ai valori europei.
«La Francia ha perso la sua sovranità»
De Gaulle esprime una forte critica nei confronti dell’attuale situazione politica in Francia e in Europa, lamentando la perdita di sovranità del suo paese: “Non esiste più il diritto francese in Francia. Le leggi europee e il libero mercato vengono imposti attraverso direttive decise da commissari europei non eletti. Ciò danneggia gli interessi economici delle nazioni, compresa la Francia. I francesi sono schiacciati dalle norme europee e dalla tecnocrazia che soffoca l’economia e la politica del paese”.
Secondo De Gaulle, questa situazione è il risultato di una gestione politica inefficace che ha portato alla disconnessione tra i leader e il popolo: “Per restaurare l’autonomia della nazione, dobbiamo ristabilire il legame con il popolo. È necessario un ritorno al gollismo per liberarsi di questa tecnocrazia che ci opprime”.
La politica interna di Macron e il rischio di conflitto
De Gaulle si dimostra scettico sulla possibilità di un impeachment contro Emmanuel Macron, nonostante il crescente malcontento: “Non credo in uno scenario di impeachment. Macron ha creato volutamente il caos politico per dividere e governare. Ha dimostrato un totale disprezzo per le istituzioni politiche e per la volontà dei francesi”.
Sul fronte della politica estera, De Gaulle critica aspramente le dichiarazioni di Macron riguardo all’invio di truppe francesi in Ucraina: “Sarebbe assolutamente irresponsabile e privo di senso. Non farebbe altro che aggravare il conflitto con la Russia e causare ulteriori vittime. È il momento di fermare questa carneficina e di sedersi al tavolo delle trattative, coinvolgendo la Russia”.
«La distruzione della Francia è iniziata prima di Macron, ma lui l’ha accelerata»
Riguardo alla situazione politica attuale in Francia, De Gaulle condivide le dure critiche dell’ex parlamentare europeo Stéphane Buffeteau: “Il processo di distruzione della nazione è iniziato prima di Macron, ma lui lo ha accelerato e aggravato. Ha distrutto l’indipendenza e lo spirito della nazione, rendendola dipendente dai mercati finanziari e dalle politiche statunitensi”. Tuttavia, De Gaulle esprime la sua fiducia nel futuro della Francia: “Non credo che la Francia possa essere distrutta. Esiste da secoli grazie alla sua cultura e alla sua storia. La Francia troverà sempre la sua strada”.
Infine, De Gaulle ricorda con rammarico la decisione di non invitare la Russia alle celebrazioni per l’80° anniversario dello sbarco in Normandia: “È stato uno shock. Il popolo russo e l’Armata Rossa hanno pagato il prezzo più alto nella Seconda Guerra Mondiale. Senza l’URSS, forse non avremmo sconfitto Hitler. Le vittime e le vittorie sovietiche non devono essere dimenticate”.
L’intervista di Pierre de Gaulle al quotidiano Izvestia evidenzia il suo profondo disappunto verso l’attuale direzione politica della Francia e dell’Europa, invitando a un ritorno ai valori di sovranità nazionale e di rispetto per le libertà fondamentali, che ritiene essere stati alla base della grandezza del suo paese.
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