Maduro: il veto del Brasile non fermerà il Venezuela, ‘potenza emergente'

26 Ottobre 2024 14:49 La Redazione de l'AntiDiplomatico

La recente decisione del Brasile a Kazan, per volontà del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, di porre un veto all'ingresso del Venezuela nel blocco BRICS+ ha scatenato reazioni accese e commenti critici. Da parte del governo venezuelano e di numerosi osservatori, si è trattato di una scelta inattesa e contraria ai principi su cui si fonda il gruppo. La decisione brasiliana è stata percepita come una “aggressione ostile”, per usare le parole di alcuni esponenti venezuelani, e ha riaperto il dibattito sulla coerenza dei valori dei BRICS e il ruolo del Brasile nel gruppo.

Secondo un comunicato ufficiale del governo del presidente venezuelano Nicolás Maduro, illustrato dalla giornalista di teleSUR Madelein Garcia, tutti gli altri paesi partecipanti alla recente riunione dei BRICS - più di trenta - hanno manifestato il proprio sostegno all'ingresso del Venezuela, tranne il Brasile. Quest’ultimo ha mantenuto la linea di esclusione imposta dal precedente governo di Jair Bolsonaro, che, secondo Caracas, si basa su pregiudizi di “odio, esclusione e intolleranza” tipici di una politica in sintonia con quella occidentale, spesso critica nei confronti dei governi socialisti dell’America Latina. La posizione di Lula, contraria all'espansione del blocco con l'ingresso del Venezuela, ha deluso le aspettative di una diplomazia che punta a un mondo multipolare, come spesso dichiarato dallo stesso Maduro e dai suoi alleati.

Il Venezuela ha interpretato il veto come una forma di “aggressione ostile” che si allinea alla politica di sanzioni e di pressioni economiche imposte dall’Occidente. Da anni, Caracas è oggetto di un duro regime sanzionatorio, che ha colpito duramente l'economia e la popolazione. La scelta del Brasile è stata quindi considerata un’azione incoerente con gli obiettivi del gruppo e un ulteriore ostacolo nella lotta del Venezuela contro le pressioni internazionali. Tuttavia, come affermato nel comunicato, “nessun espediente fermerà il corso della storia”: il governo di Caracas ha ribadito la propria determinazione a proseguire il percorso di costruzione di un mondo alternativo e multipolare.

Nonostante la posizione del Brasile, il governo venezuelano ha descritto il summit dei BRICS come un “successo” e un passo verso “la pace, la giustizia e lo sviluppo condiviso”. L’evento ha rappresentato per Caracas un’opportunità per rafforzare i propri legami con nazioni come la Russia e la Cina, paesi alleati che sostengono le aspirazioni del Venezuela. A tale proposito, il governo ha ringraziato in particolare il presidente russo Vladimir Putin, elogiato come un promotore di equilibrio globale secondo gli ideali di Simón Bolívar, eroe dell’indipendenza latinoamericana.

Jorge Rodríguez, presidente dell'Assemblea Nazionale del Venezuela, ha commentato in modo acceso la posizione brasiliana, definendola “vergognosa” e sottolineando come essa rifletta “i residui del bolsonarismo” all'interno del ministero degli Esteri brasiliano. Secondo Rodríguez, il Venezuela rappresenta da sempre una nazione “generosa e solidale”, e la sua esclusione dai BRICS sembra stridere con gli stessi valori per cui il blocco è stato fondato: libertà, indipendenza, e una cooperazione tra le potenze emergenti che aspira a rompere il dominio unilaterale occidentale. Rodríguez ha anche evidenziato l’importanza di un'alternativa al dollaro statunitense come valuta di scambio, uno degli obiettivi per cui Maduro si è battuto con la sua adesione ai BRICS.

Nonostante la posizione ostile del Brasile, Caracas ha ribadito la propria determinazione nel continuare a costruire un percorso di crescita e stabilità interna. Rodríguez ha sottolineato i recenti progressi economici ottenuti dal Venezuela, nonostante le 962 sanzioni internazionali imposte da diversi paesi occidentali, evidenziando come il Venezuela sia riuscito a recuperare la propria economia in modo “autosufficiente”. Il Venezuela, ha ribadito, intende posizionarsi come una potenza regionale di media portata e conta sul sostegno di “amici potenti” per continuare il proprio percorso di sviluppo e per mantenere il processo bolivariano in termini di sovranità e democrazia.

Al di là delle tensioni, il Venezuela ha celebrato il sostegno ricevuto da altre nazioni chiave, tra cui la Russia. Caracas ha elogiato il presidente russo Vladimir Putin per il suo contributo alla causa “dell’equilibrio universale”, facendo riferimento a ideali cari a Simón Bolívar. Il comunicato ha inoltre evidenziato come, nonostante l’opposizione brasiliana, la riunione dei BRICS sia stata considerata un successo, indirizzata verso un futuro di pace, giustizia e sviluppo condiviso.

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