L’altro giorno ho ascoltato questa notizia: “Farmaci carenti, troppa dipendenza dall’Asia”. E sentite un po’ la soluzione al problema:
“Nel frattempo le aziende farmaceutiche stanno cercando una diversificazione spostando quindi le forniture dalla Cina all’India e in parte anche a Singapore”.
Come se India e Singapore non fossero in Asia.
E poi ho letto questa: “Svezia, il più grande giacimento di terre rare in Europa”. Ma potrà andare in funzione soltanto tra 10-15 anni.
E mi è rivenuto in mente quanto dicevamo l’altra volta: un imperativo del nuovo corso dell’economia mondiale, a guida Usa, è quello di ridurre la dipendenza da paesi che considerano politicamente ostili. Una forma di morbida di de-globalizzazione, basata sulla regionalizzazione degli scambi, accorciando le catene globali del valore alla ricerca di fornitori politicamente più affini.
Questa strategia, spinta fortemente dall’Amministrazione Trump, non ha finora conseguito il risultato sperato: l’interdipendenza tra paesi e sistemi socio politici diversi, vince ancora su isolazionismo ed ostacoli alla mobilità di merci e persone.
Ma proviamo, anche solo per un istante, ad immaginare che questo processo si completi: il mondo diviso in aree regionali non comunicanti tra di loro, peggio che durante la guerra fredda, con l’Italia senza alcuna possibilità di relazione economica con l’Eurasia. Una sorta di Comecon dei paesi dell’area Euro e Dollaro.
L’economista Pasquale Cicalese, autore del libro Piano contro Mercato, ha avanzato una previsione per il 2023 molto interessante
Il 2022 - dice Cicalese - ha visto un record del surplus commerciale per paesi come la Cina, Russia e Arabia Saudita. La Cina utilizzerà nel 2023 il surplus per investimenti e consumi. Oltre a questo c'è l'enorme risparmio accumulato dai cinesi in questi 3 anni di blocco. Questo porterà ad un notevole aumento di richiesta delle materie prime che beneficerà, in primis, un paese come la Russia che, prevede l’economista, anche quest’anno reggerà economicamente. L’Arabia Saudita venderà in Yuan il suo petrolio e reindirizzerà i suoi investimenti verso l'Asia. Di converso le previsioni in occidente danno o stagnazione o scarsa crescita e, prevede Cicalese, ci sarà una fuga di capitali verso l'Asia.
Bene, in uno scenario del genere, dove l’Occidente taglia legami commerciali ed investimenti con paesi politicamente non affini, proprio lì dove si registrano però i trend economici più interessanti, per costruire aree economicamente chiuse e blocchi regionali - una sorta di Comecon, dicevamo, dell'area Dollaro-Euro - dobbiamo essere consapevoli per pericolo a cui andiamo incontro: tutti i trend economici ci dicono che questo scenario è quello che farebbe rapidamente immiserire
Fonti:
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