Malvinas e Thatcher: la sudditanza di Milei all'imperialismo

08 Maggio 2024 19:23 Fabrizio Verde

Javier Milei ha elogiato l'ex primo ministro conservatore britannico Margaret Thatcher, che governò il Regno Unito durante la guerra delle Malvinas e ordinò l'affondamento fuori dalla zona di esclusione dell'incrociatore General Belgrano, in cui morirono 323 persone a bordo. "È stata brillante", ha affermato il fanatico presidente ultraliberista, che ha anche giustificato la visita del ministro degli Esteri britannico, David Cameron, alle isole.

Ammiratore dichiarato del capo di governo britannico che negli anni '80 applicò con pugno di ferro le politiche neoliberiste di austerità (le stesse drammatiche e fallimentari ricette economiche che implementa Milei) e che allo stesso modo condusse la guerra con l'Argentina, non perde occasione per elogiarla. L'omaggio che rende alla Thatcher è stato oggetto di aspre critiche da parte degli ex combattenti delle Malvinas e ha dato luogo a un duro confronto con Sergio Massa, quando i due erano testa a testa nel dibattito presidenziale in campagna elettorale.

Questa volta Milei ha approfittato di un'intervista alla BBC per ribadire la sua ammirazione per la Thatcher. Attento alle domande che gli sono state poste, ha anche cercato in maniera alquanto goffa di dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Il fanatico ultraliberista e assoggettato agli imperialisti sostiene che "c'è stata una guerra ed è toccato a noi perdere. Questo non significa che non si possa considerare che coloro che erano davanti a noi erano persone che hanno fatto bene il loro lavoro. Non ammiro solo Margaret Thatcher, ma anche Ronald Reagan negli Stati Uniti. E ammiro profondamente Winston Churchill. Quindi qual è il problema?".

Alla domanda se abbia interpretato la visita dell'attuale ministro degli Esteri britannico alle Malvinas come una provocazione, il presidente argentino è stato categorico. "No, perché quel territorio è ora nelle mani del Regno Unito. In altre parole, ha tutto il diritto di farlo", ha giustificato. Per poi aggiungere di non averla presa "come una provocazione" e sottolineare il "dialogo di altissima qualità" che ha con Cameron.

"Non rinunceremo alla nostra sovranità, ma se non è questo il momento di discuterne oggi, beh, se ne parlerà in un altro momento", ha detto Milei a proposito della rivendicazione dell'Argentina e ha difeso la sua posizione: "Penso che sia una posizione molto più seria e abbiamo anche molte questioni in agenda su cui possiamo lavorare insieme e siamo disposti a farlo. Penso che questo sia il modo più adulto per farlo e senza dolore".

“Direbbe che al momento non è una priorità per lei?", gli è stato chiesto nell'intervista.

“Non dico che non sia una priorità. Sto dicendo che c'è un'enorme serie di elementi comuni su cui possiamo lavorare con il Regno Unito, senza dover discutere e litigare su una questione che, come sappiamo, richiederà tempo per essere risolta, perché stiamo battendo i canali diplomatici", ha risposto il presidente.

A questo proposito, ha anche spiegato che i britannici "potrebbero non voler negoziare oggi e poi, più avanti nel tempo, potrebbero volerlo fare. Molte di queste posizioni sono cambiate nel tempo". "Cercherò di convincerli che questo territorio è territorio argentino e che, secondo le specifiche che di solito vengono utilizzate per definirlo in questo modo, l'Argentina ha il diritto e la sovranità sulle isole", ha aggiunto.

Il governatore della provincia meridionale argentina della Terra del Fuoco, Gustavo Melella, ha espresso il suo ripudio per le espressioni di ammirazione del presidente Javier Milei per l'ex primo ministro britannico Margaret Thatcher.

"Mi rammarico delle dichiarazioni del presidente, perché non corrispondono a ciò che ci chiede la Costituzione nazionale, né ai sentimenti del nostro popolo", ha scritto Melella sul suo account del social network X, aggiungendo: "Siamo chiari sul fatto che le Malvinas erano, sono e saranno argentine. Gli inglesi sono occupanti illegittimi e non devono più stare sulla nostra terra".

Infine, ha dichiarato: "Margaret Thatcher non merita la nostra ammirazione. Ha ordinato l'affondamento dell'incrociatore General Belgrano fuori dalla zona di esclusione. È responsabile di questo crimine di guerra".

L'incrociatore General Belgrano della Marina argentina trasportava 1.093 persone, 323 delle quali morirono nell'attacco, effettuato il 2 maggio 1982 dal sottomarino britannico HMS Conqueror. L'ordine di affondamento fu dato personalmente dalla Thatcher.

Sudditanza all'imperialismo

Questa posizione di Milei viene espressa sin da quando era un semplice economista sui generis balzato agli onori delle cronache più che altro per l’utilizzo di espressioni volgari e scurrili, unite a provocazioni di basso livello. Adesso che Milei occupa la carica di presidente, però, tali posizioni suscitano forti critiche in una realtà in cui il mondo si sta rapidamente spostando verso una configurazione multipolare, perché pone l'Argentina in una posizione di sudditanza ai paesi imperialisti e tradisce i valori storici e di giustizia sociale del paese sudamericano.

In primis, va evidenziato che la posizione di Milei sulla questione delle Malvinas è fortemente influenzata dal suo punto di vista economico e dalla convinzione che l'Argentina debba attirare investimenti stranieri per svilupparsi. Tale approccio, però, trascura completamente il fatto che la sovranità territoriale è un valore fondamentale che dovrebbe essere salvaguardato a tutti i costi. Inoltre, tale posizione ignora il fatto che le vecchie potenze imperialiste come Stati Uniti e Regno Unito esercitano la loro influenza economica sui paesi più poveri per ottenere il controllo sui loro mercati e risorse.

Inoltre Milei sostiene che l'Argentina debba evitare un conflitto militare con il Regno Unito riguardo alle Malvinas. Tuttavia, tale approccio trascura completamente l'evoluzione della geopolitica globale e la crescente importanza dei nuovi attori sullo scenario mondiale. Invece di accettare l'egemonia delle vecchie potenze imperialiste, l'Argentina, al contrario di quanto avviene alla luce delle ideologiche chiusure di Javier Milei, dovrebbe continuare a sviluppare le proprie relazioni con paesi emergenti come Cina, Russia, Brasile e India, che rappresentano una nuova opportunità per il paese di aumentare la propria influenza e la propria indipendenza economica e politica. Dunque la guerra non è affatto l’unica opzione da esercitare contro il Regno Unito riguardo il recupero delle Malvinas.

Infine, va notato che l’agire di Milei sulla questione delle Malvinas è in netto contrasto con i valori storici e di giustizia sociale dell'Argentina. Il paese sudamericano ha una lunga tradizione di lotta per l'indipendenza e la giustizia sociale, e la riaffermazione della sua sovranità sulle Isole Malvinas rappresenta un pilastro dell'identità nazionale argentina. Pertanto, la posizione di Milei tradisce questo importante valore e mette a rischio l'integrità del paese sudamericano.

In sintesi, la posizione di Javier Milei sulla questione delle Malvinas rappresenta un approccio miope alla geopolitica globale e ignora l'importanza della sovranità territoriale e della giustizia sociale. L'Argentina non dovrebbe subordinarsi alle vecchie potenze imperialiste come gli Stati Uniti e il Regno Unito, ma dovrebbe invece mirare a sviluppare le proprie relazioni con i paesi emergenti e a proteggere la propria sovranità e i propri valori storici. Purtroppo, la funzione assegnata ai neolberisti fanatici e ideologici alla Milei (così come agli italiani Draghi e Monti) è proprio quella di smantellare i paesi e cancellare ogni residuo di sovranità per consentire alle potenze dominanti di esercitare senza alcun ostacolo il proprio dominio neocoloniale.

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