Charles ONANA. Giornalista investigativo francese e autore di numerosi libri sui conflitti armati e la giustizia internazionale. L’intervista prende spunto dal suo libro
“ Europe, crimes et censure au Congo. Les documents qui accusent”.
L’intervista, realizzata in lingua francese poco prima della fine del 2013, è stata tradotta in italiano per i lettori del sito. Il contenuto esprime fedelmente il pensiero dell’autore e non è attribuibile in nessun modo all'AntiDiplomatico. Per la sua battaglia di informazione, Charles Onana subisce ripetute minacce di morte.
- Perché ha scelto questo momento per pubblicare un libro che mette in risalto la responsabilità dell’Unione europea nei crimini commessi nella regione dei Grandi Laghi e specialmente nella Repubblica Democratica del Congo ?
Innanzitutto voglio ringraziarvi per l’invito e per il contributo che darete a diffondere il contenuto dell’intervista e del libro di riferimento, affinché la tragedia del Congo non venga dimenticata ed in Italia si possa comprendere ciò che accade realmente nella regione dei Grandi Laghi, attraverso discorsi non ipocriti ad i quali siamo abituati.
Ho notato, partendo dalle mie precedenti investigazioni nella Regione dei Grandi Laghi, che il dossier Congo era diventato per l’Europa un vero tabù. Ho cercato di capire meglio perché, nonostante le varie e numerose segnalazioni da parte dei difensori dei diritti umani sulle ripetute violazioni commesse in Congo, ci fosse una sorta di “omertà”, una volontà manifesta di non prendere posizione o almeno di pronunciarsi da parte delle autorità dell’Unione europea (UE) sugli eventi del Congo (d’ora in poi RDC). Anche le varie personalità intervistate erano restie o poco disponibili a pronunciarsi, preferendo invece dare risalto al genocidio ruandese del 1994. Perché un tale silenzio sui crimini commessi dalle truppe ruandesi e gli altri gruppi armati che hanno causato più di 5 milioni di morti nella RDC ?
Il silenzio dell’UE contrasta con il suo coinvolgimento nell’aiuto allo sviluppo della Regione dei Grandi Laghi. L’UE è il primo contribuente. È nella RDC che nel 2003 l’UE ha sperimentato la prima missione di Politica di sicurezza e di difesa comune fuori dai confini europei. Nel 2006 l’UE ha finanziato in modo assai rilevante l’organizzazione delle prime elezioni democratiche nella RDC. Quando ho iniziato le ricerche non sapevo neanche che l’Unione europea fosse candidata al premio Nobel per la pace 2012, che peraltro ha vinto. Come spiegare la sua “indifferenza” di fronte alle numerosissime vittime congolesi per mano delle truppe ruandesi e dei gruppi armati congolesi che queste ultime sostenevano?
- E che idea si è fatto sull’atteggiamento dell’UE ?
A Bruxelles esistono varie lobby pro-Ruanda che sono molto influenti quando si tratta di non far adottare risoluzioni che vanno contro gli interesse di Kigali. A titolo indicativo, Louis Michel, ex vice Primo Ministro, ex ministro degli Affari Esteri belga ed ex Commissario Europeo per lo Sviluppo e gli Aiuti umanitari aveva una forte influenza sulle decisioni della Commissione europea data la sua particolare amicizia con il Presidente ruandese, Paul Kagame.
All’indomani della pubblicazione, nel 2010, del Rapporto del Progetto delle Nazioni Unite “Mapping” sulle più gravi violazioni dei diritti dell’uomo e del diritto internazionale umanitario commesse tra marzo1993 e giugno 2003 sul territorio della RDC, che rilevava la responsabilità delle truppe ruandesi ed ugandesi, Louis Michel fondò nell’ambito del Parlamento europeo un gruppo denominato “Gli amici del Ruanda”. L’UE, che si apprestava ad adottare una ferma risoluzione di condanna nei confronti di quel paese, dovette accontentarsi di una risoluzione debole e generica, senza conseguenze sul piano delle relazioni con
Kigali, che ha continuato a beneficiare dei massicci aiuti dell’UE anche per l’organizzazione delle elezioni che, come noto, in Ruanda non sono né trasparenti né libere.
In effetti, il Ruanda è l’unico paese africano dove il Presidente vince le elezioni con percentuali bulgare: 95% nel 2003, 93% nel 2010 e tutto ciò senza che l’UE pretenda, visto il suo contributo finanziario, maggiore democrazia e libertà.
- Perchè l'Unione Europea ha adottato secondo Lei questa strategia verso la regione dei Grandi Laghi?
Quello che ho capito dalle mie indagini è che l’UE è succube della politica estera di Stati Uniti e Gran Bretagna nella regione dei Grandi Laghi, una politica favorevole al Presidente Paul Kagame. Per la cronaca quest'ultimo aveva seguito una formazione accelerata al Pentagono per operare un colpo di Stato nel 1990 a danno dell’allora Presidente hutu Juvénal Habyarimana, scomparso poi nel 1994 in tragiche circostanze.
L’intervento della RDC - Zaire all’epoca - e della Francia aveva ritardato l’ascesa al potere di Kagame, avvenuta poi quattro anni dopo a seguito dell’attentato che causò la morte del Presidente ruandese Juvénal Habyarimana e del burundese Cyprien Ntaryamira al rientro dalla Tanzania dai colloqui di pace con il movimento ribelle di Front Patriotique Rwandais (FPR), guidato da Kagame. Le sue truppe accampavano nelle vicinanze dell’aeroporto di Kigali sotto controllo e sorveglianza dalle truppe delle Nazioni Unite, presenti sul territorio ruandese nell’ambito della Missione delle Nazioni Unite d’assistenza al Ruanda (MINUAR) per aiutare ribelli e forze governative ad applicare gli accordi di Arusha per un nuovo assetto istituzionale in Ruanda.
Il velivolo su cui viaggiavano il Presidente ruandese ed altri esponenti politici fu abbattuto da due missili. Mi sembra che tutto fosse pianificato e
Kagame prese il potere in quelle circostanze scatenando il genocidio di triste memoria (benché Kagame fosse all’inizio soltanto vice-Presidente e ministro della Difesa, il Presidente Bizimungu, un hutu moderato, non aveva poteri effettivi. È dal 2000 che Kagame è ufficialmente Presidente del Ruanda, eletto poi nel 2003 e rieletto nel 2010). La
passività delle Forze della MINUAR che presidiavano l’aeroporto e la loro indifferenza dopo lo scatenarsi del genocidio gettano tanta ombra sulle finalità della suddetta missione.
La morte pianificata di Habyarimana è stata la miccia di un genocidio che poteva essere evitato. Come spiegare, altrimenti, l’assenza di un’ inchiesta ufficiale delle Nazioni Unite, di una qualunque inchiesta internazionale a parte quella condotta dal giudice istruttore francese (Ved. Rapport du Juge Bruguière 17/11/2006, 64 p.) per indagare sulle responsabilità nell’attentato che ha causato la morte di due Presidenti africani, di altri funzionari di Stato e dei membri dell’equipaggio? Come spiegare che la morte di un ex Primo ministro libanese abbia suscitato così tanta commiserazione della comunità internazionale fino a creare, seppur con l’accordo dello Stato territoriale, il Tribunale Speciale per il Libano mentre quattro Capi di stato nella Regione dei Grandi Laghi (oltre ai due conviene ricordare l’assassinio del Presidente burundese Melchior Ndadaye nell’ottobre 1993 e del Presidente della RDC Laurent-Désiré Kabila nel gennaio 2001) sono stati assassinati nell’arco di più o meno sette anni nell’indifferenza della comunità internazionale ? Sembra che la giustizia penale internazionale si muova dove conviene e scelga deliberatamente i bersagli per considerazioni a volte estranee al diritto.
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La seconda parte dell'Intervista a Charles Onana