Acqua e finanza, il nuovo business dei falchi di Wall Street

1452
Acqua e finanza, il nuovo business dei falchi di Wall Street

La notizia che l’acqua verrà quotata a Wall Street con dei titoli derivati è rimbalzata sui media internazionali, consentendo di inquadrare la nuova speculazione voluta dalle grandi istituzioni internazionali – Fondo Monetario e Banca Mondiale, con il placet dell’Unione Europea – a scapito delle popolazioni più vulnerabili a livello mondiale. Com’è già accaduto per altri beni primari come mais, soia, riso o grano, anche l’acqua, essenziale per la vita quanto l’aria, avrà un prezzo in investimento dipendente dalle banche, che ne hanno il controllo mediante i derivati finanziari.

I titoli derivati sono tra gli strumenti finanziari più rischiosi, ma la propaganda capitalista che enfatizza le proprietà “taumaturgiche” e regolative del dio mercato, riesce a presentarli come strumenti vantaggiosi per gli Stati, che vengono spinti a privatizzare le risorse pubbliche, nonostante sia evidente che a guadagnare su un elemento di cui nessuno può fare a meno, come l’acqua, siano solo le grandi multinazionali.

In gran parte del mondo, le multinazionali gestiscono l’acqua potabile ingaggiando una guerra commerciale che porta a una concentrazione monopolistica sempre maggiore. Dall’Europa, competono le francesi Veolia e Suez (la seconda sta per essere acquisita dalla prima). La svizzera Nestlé ha una posizione di monopolio nel settore insieme a Danone e Coca Cola.

Il documentario “Bottled Life”, del regista Urs Schnell, premiato al Festival di Berlino, ha denunciato sia i costi pagati dagli indiani Morongo in California, che lamentano scarsità e cattiva qualità dell’acqua a causa dell’attività della multinazionale svizzera, sia i danni provocati alle popolazioni del Pakistan.

Il business dell’acqua potabile è già ora gigantesco. Per l’America Latina, vale il caso del Cile, dove l’acqua è totalmente privatizzata e il furto dei beni comuni è stato istituzionalizzato. Il giro d’affari della multinazionale svizzera ammonta a 8 miliardi all’anno. Figuriamoci quali interessi stratosferici entreranno in campo con la quotazione dell’acqua in borsa, che avrà il suo effetto sul costo delle tariffe. Il pretesto che la speculazione finanziaria funzionerà da deterrente per gli sprechi, è ovviamente un altro alibi affinché gli Stati non investano nella ristrutturazione delle reti idriche che provocano dispersione del prezioso liquido (ne sanno qualcosa in Sicilia).

 Il centro della speculazione si trova, ancora una volta negli USA, il paese che consuma più acqua insieme alla Cina, la quale, però, ha 1 miliardo e 400 milioni di abitanti contro i 330 milioni degli Stati Uniti. In California, quella che è considerata la più grande piazza finanziaria dei contratti a termine, il Cme Group, comincerà a quotare in borsa l’acqua nel 2021. Un bene primario che sarà al centro dei conflitti di questo millennio, considerando che, da qui al 2050, almeno 3 miliardi di persone soffriranno per la carenza di acqua, e visti i disastri provocati dai cambiamenti climatici sulla vita delle popolazioni agricole del sud del mondo.

Attualmente, muoiono di fame oltre 20 milioni di individui all’anno. I morti di sete saranno almeno il doppio. La speculazione intorno a un tema così vitale evidenzia l’assenza di sovranità da parte di quegli Stati che seguono i diktat delle grandi istituzioni internazionali e che ignorano la volontà dei cittadini anche quando si esprime attraverso referendum. In Italia, il partecipatissimo referendum per l’acqua pubblica del 2011, non è mai stato convertito in legge.

Attualmente il consumo medio per famiglia, che in Italia varia moltissimo tra una regione e l’altra, può arrivare fino a 800 euro l’anno, da aggiungersi a quello di luce, gas, imposta sulla spazzatura, per un totale di quasi 2.500 euro all’anno. Tariffe in continua crescita dall’inizio del 2000, a fronte dell’impoverimento progressivo del potere d’acquisto dei salari. A quando la quotazione in borsa della povertà? Con l’ingresso dell’acqua nelle slot machines della speculazione finanziaria, ci siamo vicini.

(Articolo per InformeConaicop)

Geraldina Colotti

Geraldina Colotti

Giornalista e scrittrice, cura la versione italiana del mensile di politica internazionale Le Monde diplomatique. Esperta di America Latina, scrive per diversi quotidiani e riviste internazionali. È corrispondente per l’Europa di Resumen Latinoamericano e del Cuatro F, la rivista del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV). Fa parte della segreteria internazionale del Consejo Nacional y Internacional de la comunicación Popular (CONAICOP), delle Brigate Internazionali della Comunicazione Solidale (BRICS-PSUV), della Rete Europea di Solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana e della Rete degli Intellettuali in difesa dell’Umanità.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Potrebbe anche interessarti

Loretta Napoleoni - Il prestigiatore della politica internazionale di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - Il prestigiatore della politica internazionale

Loretta Napoleoni - Il prestigiatore della politica internazionale

L'attacco della Cina e' a Wall Street (e alle sue bolle) di Giuseppe Masala L'attacco della Cina e' a Wall Street (e alle sue bolle)

L'attacco della Cina e' a Wall Street (e alle sue bolle)

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano... di Francesco Erspamer  Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

Francesco Erspamer - C'era una volta i conservatori che conservano...

Trump e la bolla di Bruxelles di Paolo Desogus Trump e la bolla di Bruxelles

Trump e la bolla di Bruxelles

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana di Raffaella Milandri Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

Il Peyote insieme a Gesù nella Chiesa Nativa Americana

Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa di Marinella Mondaini Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa

Auschwitz, Zelenskij e il "Giorno della Vergogna" per l'Europa

Democrack di Giuseppe Giannini Democrack

Democrack

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia... di Michelangelo Severgnini Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia...

Caso Al Masri. Quello che Minniti non vuole che si sappia...

La California verso la secessione dagli Stati Uniti? di Paolo Arigotti La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La California verso la secessione dagli Stati Uniti?

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

C'è grande confusione di Michele Blanco C'è grande confusione

C'è grande confusione

Il 2025 sarà l’anno della povertà di Giorgio Cremaschi Il 2025 sarà l’anno della povertà

Il 2025 sarà l’anno della povertà

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti