Alla fine quella di Enrico Letta era una promessa

Ritorna così alla mente un ormai tristemente famoso libro, “Euro sì – Morire per Maastricht”. E viene il sospetto che non si trattasse di una sgradevole metafora, ma....

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Alla fine quella di Enrico Letta era una promessa

 

 


di Gilberto Trombetta - La Fionda

 

Mentre in Italia continua un dibattito surreale e fuori dal tempo a metà tra il tafazziano (MES con o senza condizionalità) e l’infantile (eurobond), il resto del mondo e dell’Europa vanno avanti. Senza di noi.
 

La Spagna propone l’emissione di titoli perpetui (consolidated bond o consol) per un totale di 1.500 miliardi di euro¹. Si tratta insomma di semplice monetizzazione del debito. Cosa che però veniva fatta passare come impossibile o, nella migliore delle ipotesi, come un tabù fino a poco tempo fa.
 

Non è neanche la proposta più “ardita” visto che sul think tank europeista per eccellenza, voxeu.org, c’è anche chi propone di accreditare direttamente i soldi necessari per affrontare la crisi sui conti del Tesoro dei singoli Paesi². Cioè di bypassare l’emissione di Titoli di Stato in modo da non far aumentare il debito.
 

Che è poi quello che pochi giorni fa, per esempio, aveva già annunciato il Regno Unito con la Bank of England che finanzierà la spesa pubblica necessaria senza far emettere i glint (titoli di Stato) al Tesoro inglese³.
 

In Francia, intanto, Jean-Pierre Robin, editorialista economico de Le Figaro, scrive che l’uscita dall’Eurozona sarebbe decisamente meno costosa che non affrontare l’attuale crisi dentro la gabbia unionista?. Che sarebbe un po’ come se da noi lo scrivesse il buon Fubini sul Corriere della Sera.
 

Alla fine dei conti, però, ci si accorderà – forse per giugno - per un recovery fund (quindi uno strumento che poggia sul bilancio europeo e che richiede quindi garanzie da parte degli Stati). Il punto però è che qualsiasi accordo si raggiungerà (sicuramente al ribasso rispetto alle effettive necessità), i nuovi strumenti non saranno disponibili prima di un anno. Nella migliore delle ipotesi.
 

Tanto, troppo tempo. Secondo l’Ufficio Parlamenta di Bilancio (UPB) il crollo del PIL italiano nel primo semestre di quest'anno sarà del 15%. Un’enormità.
 

Nel mentre l’Italia sarà costretta a utilizzare gli strumenti già esistenti. Tra cui il MES.
 

Questo mentre ormai anche il mito dell’indipendenza delle Banche Centrali si scioglie come neve al sole. È costretto a prenderne atto addirittura Bloomberg?.
 

Il prezzo del petrolio intanto crolla del 300% entrando addirittura in territorio negativo?. La richiesta è bassa e non si sa più dove stoccare il greggio. Insomma, anche il terrore per un’inflazione dovuta al costo delle materie prime in caso di ritorno alla valuta nazionale, sparisce come i brutti sogni quando ci si sveglia.
 

Mentre noi abbiamo una classe politica che a più di due mesi dal primo provvedimento di chiusura totale (21 febbraio) e quasi 3 mesi dalla dichiarazione di stato di emergenza (31 gennaio) brancola nel buio lasciando senza soldi e senza speranze per il futuro la maggior parte dei lavoratori e delle aziende italiane.
 

Questo perché anche per uno scostamento di bilancio di 50 miliardi (una miseria) necessario a garantire le risorse per il decreto aprile, il Governo aspetta il permesso dell’Unione Europea. Anzi della Germania. Siamo ormai ridotti a livello di una colonia.
 

Che sommati ai quasi 20 già stanziati nel decreto di marzo, farebbe 70 miliardi di euro per la peggiore crisi della storia d’Italia. Altro che 750 miliardi di euro.


Insomma Dio è morto, Marx pure e anche la Costituzione non si sente tanto bene.


Dopo averla svilita e ignorata per decenni sul fronte lavorativo ed economico, assistiamo ormai anche una violazione lampante dei nostri diritti fondamentali. Viviamo nei fatti in uno Stato di democrazia sospesa.


Al punto che ormai diversi costituzionalisti e diversi giuristi stanno sollevando seri dubbi sull’operato del Governo?. Meglio tardi che mai.


D’altronde è vero che la sospensione dei nostri diritti fondamentali, sanciti non solo dalla Costituzione ma anche da altre convenzioni internazionali, è prevista in casi di emergenza (di solito durante una guerra). Ma è altrettanto vero che è possibile sospenderli solo a determinate condizioni: temporaneità, necessità e proporzionalità delle misure. Requisiti che è almeno legittimo mettere in dubbio siano stati rispettati.


Sarebbe finalmente il momento di rompere le catene unioniste che la peggior classe politica che l’Italia abbia mai visto ci ha imposto negli ultimi 40 anni. Le catene del vincolo esterno.


Invece il Governo sorpassa velocemente le fantasie distopiche di Orwell proponendo un’app per il tracciamento degli spostamenti delle persone il cui uso è volontario. In teoria, ma obbligatorio nei fatti?.


La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l'app volontaria è obbligatoria.


Ritorna così alla mente un ormai tristemente famoso libro, “Euro sì – Morire per Maastricht”. E viene il sospetto che non si trattasse di una sgradevole metafora, ma di una pericolosa promessa.

FONTI

¹ https://elpais.com/…/espana-propone-un-fondo-europeo-de-15-…
² https://voxeu.org/…/fight-covid-pandemic-policymakers-must-…
³ https://www.ft.com/con…/664c575b-0f54-44e5-ab78-2fd30ef213cb
https://www.lefigaro.fr/…/la-crise-actuelle-est-bien-plus-v…
https://www.bloomberg.com/…/central-bank-independence-may-n…
https://oilprice.com/…/Offshore-Sector-Reeling-After-Histor…
https://www.unicost.eu/covid-19-e-costituzione/
https://www.affaritaliani.it/…/coronavirus-fase-2-senza-la-…

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