Argentina: cosa sta succedendo nella provincia di Jujuy?
Il presidente dell'Argentina, Alberto Fernández, ha invitato il governatore di Jujuy, Gerardo Morales, a porre fine alla violenza nella provincia e a rispettare le norme internazionali sui diritti umani, nel contesto delle proteste in corso nel distretto settentrionale.
In un messaggio alla nazione, il presidente ha affermato che gli atti di repressione a Jujuy "sono inammissibili nella nostra vita democratica" e ha ricordato le dichiarazioni delle organizzazioni internazionali per i diritti umani che hanno fatto riferimento alla crisi politica provinciale.
"Il conflitto generato dal governo (di Jujuy) è arrivato a un punto tale che, per la prima volta da molto tempo, un fatto accaduto nel nostro Paese ha suscitato l'allarme e la condanna delle organizzazioni internazionali per i diritti umani", ha dichiarato Fernández citando le Nazioni Unite (ONU) e alcune organizzazioni internazionali che si occupano dei diritti umani.
→Comenzá el día con #periodismofeminista
— LATFEM????? (@latfemnoticias) June 21, 2023
????#Jujeñazo: Mijael Lian Lamas, de 17 años, perdió un ojo a manos de la policía de Gerardo Morales. Continúa la brutal represión en toda la provincia luego de la aprobación de la reforma constitucional. Breve recorrido de lo sucedido???????? pic.twitter.com/NURRAG7GLf
Queste organizzazioni "hanno fatto una dichiarazione chiara e forte chiedendo la fine immediata della violenza di Stato" a Jujuy, ha affermato il presidente in un messaggio dalla Casa Rosada.
En #Jujuy, a la madrugada, volvieron a reprimir en la ruta a las comunidades originarias que pacíficamente esperan una repuesta; luego de dos días de caminata desde la puna en contra de la #Reforma de @GerardoMorales pic.twitter.com/30uoEOmfKE
— Leila Chaher (@leilachaher) June 17, 2023
Cosa succede a Jujuy?
Ad accendere le proteste una riforma della costituzione provinciale voluta dal governatore Gerardo Morales, alleato dell’ex presidente neoliberista Mauricio Macri e strenuo oppositore del governo peronista guidato da Fernandez.
La riforma costituzionale che ha scatenato le proteste è stata approvata in tempi stretti e a porte chiuse. Modifica 193 dei 212 articoli della Costituzione del 1986. L’approvazione è avvenuta con 40 voti su 48 possibili e nel bel mezzo delle dimissioni dei membri dell'assemblea di sinistra.
La rivolta popolare contro il testo costituzionale provinciale è incentrata su almeno due grandi diatribe:
La criminalizzazione delle proteste.
La modifica del diritto alla proprietà della terra. Incorporando la registrazione rapida e lo sfratto forzato.
Entrambe le questioni svantaggiano e allarmano le oltre 300 comunità indigene che abitano la zona, centro nevralgico dello sfruttamento minerario e del litio.
In questo senso, diversi giuristi e organizzazioni per i diritti umani avvertono che la riforma è incompatibile con i diritti sanciti per i popoli indigeni nei trattati internazionali e nella stessa Costituzione della Repubblica Argentina.
Chi è Gerardo Morales?
Un leader di destra, con una carriera anonima nel movimento studentesco, che è entrato formalmente in politica nel 1989, quando è diventato membro della legislatura di Jujuy; fino al 2000, quando è stato chiamato da Fernando de la Rúa a far parte di un governo repressivo, responsabile della peggiore crisi economica e istituzionale della nazione sudamericana.
Dice di lui l’ex presidente Cristina Kirchner: “Per chi non ricorda o non era ancora nato, consiglio ancora una volta la serie "Dicembre 2001" del regista Benjamín Ávila, trasmessa da pochi giorni su una nota piattaforma, che racconta gli eventi culminati nello Stato d'assedio e la morte di 38 argentini. Paradossalmente, lo stesso governatore che oggi ha ordinato la repressione a Jujuy era un alto funzionario del governo della prima Alleanza che istituì lo Stato d'assedio e fu responsabile di quelle morti”.
Sebbene nel 2011 sia riuscito a raggiungere il Senato come candidato di minoranza, aveva collezionato una serie di sconfitte nella sua reiterata corse per diventare governatore di Jujuy. Questa situazione viene ribaltata nel 2015 grazie a un'alleanza radicale contro il peronismo, guidata da Mauricio Macri.
Intento di destabilizzazione
Dietro la cruenta repressione delle proteste popolari si celerebbero ben altri obiettivi, che guardano direttamente alla Casa Rosada. Gerardo Morales e il movimento Juntos por el Cambio insistono nell'accusare il governo di Alberto Fernández di aver alimentato le proteste. Seguono alla lettera il discorso dell'ingovernabilità promosso da Macri, che cerca di rompere l'egemonia nazionale del peronismo, in vista delle prossime elezioni presidenziali, dove Morales si presenta come candidato.
L’ex presidente Cristina Fernandez inchioda Gerardo Morales alle proprie responsabilità: “Prenda in mano la situazione, governatore Morales, e fermi la follia repressiva che le sue stesse azioni hanno scatenato. Quello che sta accadendo nella provincia di Jujuy è assolutamente una sua responsabilità e lei lo sa.
Sembra che la repressione selvaggia sia nel suo DNA. Lei è stato un alto funzionario del governo della prima Alianza che nel 2001 ha dichiarato lo stato d'assedio ed è stato responsabile dell'assassinio di 38 argentini.
E per favore Morales, non mentire più... anche James Cameron l'ha capito”.
Hágase cargo Gobernador Morales y pare con la locura represiva que su propio accionar ha desatado. Lo que está sucediendo en la Provincia de Jujuy es absoluta responsabilidad suya y usted lo sabe.
— Cristina Kirchner (@CFKArgentina) June 20, 2023
Pareciera que la represión salvaje está en su ADN. Usted fue un alto funcionario…