Autonomia differenziata: perché Mattarella non interviene?

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Autonomia differenziata: perché Mattarella non interviene?

Ormai appare sempre più probabile che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non respingerà il pacchetto sulla “Autonomia differenziata”, una legge che mina l'impianto complessivo del contratto sociale su cui si regge questo Paese. Un provvedimento che abbandonerà i più bisognosi creando disparità e storture insanabili. Ma anche una legge che a dispetto della retorica nazionalista del Governo, sgretola l’unità del Paese e svuota il concetto di Patria. Tutte cose su cui si può essere d’accordo o meno, ma che di sicuro aprono enormi contraddizioni nelle istituzioni.

Mattarella già in passato ha specificato che lui non firma le leggi, le promulga soltanto. Tende in questa maniera a sminuire il proprio ruolo, lasciando quasi credere di essere solo un povero burocrate, poco più di un “passacarte”. Ovviamente non è così, perché il Presidente della Repubblica è il garante del rispetto della Costituzione e delle istituzioni repubblicane. Quindi ha la facoltà di non promulgare le leggi. O meglio, può bloccare l’iter legislativo di una legge rinviandola alle Camere (articolo 74 della Costituzione). Detto strumento fu usato 22 volte da Cossiga, 8 volte da Ciampi, 7 volte da Pertini, 6 volte da Scalfaro, una da Napolitano. Ma soprattutto una anche da Mattarella, che ha già fatto valere questa facoltà nel 2017, quando le Camere approvarono una proposta di legge d’iniziativa popolare sulle armi. Si noti che la “legge d’iniziativa popolare” è la forma più alta dello strumento democratico, quella con cui il popolo può in prima persona darsi le regole. Nel caso specifico, quella legge era stata votata quasi all’unanimità da grossomodo tutte le forze parlamentari. Eppure Mattarella non si fece scrupolo ad affossare quel provvedimento.

Per onore di cronaca, la legge conteneva pure delle storture -in particolare, non prevedeva la persecuzione di alcuni soggetti finanziatori delle armi- ma era comunque una norma che poneva fine alla condotta criminale di alcune aziende italiane. Infatti era contro le mine anti-uomo e le cluster bomb. Fa rabbia la coincidenza con il criminale attacco ucraino contro le spiagge della Crimea (in cui sono stati uccisi anche dei bambini), fatto proprio con le cluster bomb fornite dalla NATO.

Mattarella ha fatto ostruzionismo quando c’era da difendere gli interessi dei mercanti di morte, ma si è mostrato accondiscendente contro lo smembramento del Paese. Forse sarebbero opportune le dimissioni.

Alberto Fazolo

Alberto Fazolo

Alberto Fazolo. Laureato in Economia, esperto di Terzo Settore e sviluppo locale. Giornalista. Inizia l'attività giornalistica testimoniando la crisi del Kosovo e la dissoluzione della Jugoslavia. Ha trascorso due anni in Donbass, profondo conoscitore delle vicende ucraine. Attivo nei movimenti di solidarietà internazionalista, soprattutto in contrasto con le operazioni di "Regime change".

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