Come Carola Rackete nasconde la verità sulla Libia (esattamente come Salvini)

4503
Come Carola Rackete nasconde la verità sulla Libia (esattamente come Salvini)

Negli ultimi 10 anni il potere in Libia non è mai stato politico, è sempre stato un potere militare. Ne abbiamo avuto una conferma lo scorso dicembre quando le elezioni libiche sono state cancellate a pochi giorni dalla data, nel momento in cui una milizia legata alla famiglia del premier Abdel Hamid Dabaiba ha occupato militarmente il palazzo della commissione elettorale a Tripoli e, armi in mano, ha imposto che nuove elezioni non si tenessero.

Ciò che anche i muri in Libia sanno, in Italia e nell’Unione Europea viene nascosto con terrore. Infatti, se le elezioni si fossero tenute, le avrebbe vinte Saif Gheddafi, figlio del Colonnello, smentendo 10 anni di protettorato NATO in Libia, con il rischio concreto di mettere fine al sistema di sfruttamento basato sul saccheggio del petrolio libico e sulla tratta di esseri umani.

Un sondaggio realizzato dal sito “Libya Stats”, il più autorevole in tema di sondaggi d'opinione realizzati in Libia, ha stabilito che Saif Gheddafi avrebbe vinto con oltre il 50% delle preferenze.

E questo è il solo e unico motivo per cui le elezioni non si possono tenere in Libia, né ora né domani, fino a quando Saif Gheddafi sarà candidabile.

Questo perché, come detto, in Libia il potere non è politico, ma militare. 

Il modello Tripoli dunque continua: governi compiacenti mai votati dal popolo per gestire le risorse libiche.

“Libia: fine aggressione mai” è un video realizzato con immagini originali girate con i telefonini di chi sta in Libia, cittadini libici e migranti-schiavi. E non lascia margini di interpretazione.

Da oggi denunciare le condizioni dei migranti in Libia senza denunciare l’ingerenza NATO negli affari interni della Libia è ipocrita e complice. Lo pubblichiamo oggi nel giorno in cui in un'intervista su Repubblica Carola Rackete dichiara testualmente che "ho battuto Salvini". Non fatevi ingannare. C'è una cosa su cui Carola Rackete e Matteo Salvini sono d'accordo: le elezioni in Libia non si devono tenere, per loro è giusto così. E i Libici non devono essere liberi di eleggere Saif Gheddafi, perché il protettorato NATO a Tripoli deve continuare, non fa niente se è la fabbrica della tratta di esseri umani chiamata migrazione da 10 anni a questa parte. Anzi, a maggior ragione! Così entrambi, Rackete e Salvini, continueranno ad avere una ragione di vita. Questo sta bene a entrambi. Si parla sempre di ciò che i Libici fanno ai migranti-schiavi per non parlare di ciò che noi Europei facciamo ai Libici.

 

Guarda anche il trailer del film “L’Urlo”: https://www.youtube.com/watch?v=ykx_lqVbg6Y

Michelangelo Severgnini

Michelangelo Severgnini

Regista indipendente, esperto di Medioriente e Nord Africa, musicista. Ha vissuto per un decennio a Istanbul. Il suo film “L'Urlo" è stato oggetto di una censura senza precedenti in Italia.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La strategia del riccio di Trump di Giuseppe Masala La strategia del riccio di Trump

La strategia del riccio di Trump

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita   Una finestra aperta Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo di Francesco Erspamer  Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Siria. Israele, jihadisti e noi... di Paolo Desogus Siria. Israele, jihadisti e noi...

Siria. Israele, jihadisti e noi...

Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime di Geraldina Colotti Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime

Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio di Marinella Mondaini Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Professioni e privilegi di Giuseppe Giannini Professioni e privilegi

Professioni e privilegi

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA di Gilberto Trombetta IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione di Michelangelo Severgnini La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Tempi duri per i poveri di Michele Blanco Tempi duri per i poveri

Tempi duri per i poveri

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis di Giorgio Cremaschi Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti