Covid. Cosa sta accadendo in Tunisia?
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha confermato che la Tunisia ha registrato all'inizio di questo luglio il più alto tasso di mortalità a causa di Covid 19 nella regione del Mediterraneo orientale e nel continente africano.
Il dottor Yves Souteyrand, dell' Oms, in un'intervista all'AFP ha recentemente affermato che “la Tunisia registra "più di 100 morti al giorno" e in un paese di 12 milioni di persone - "è davvero molto".
La variante "delta” colpisce su larga scala, di fatti le stime indicano che "il numero dei decessi è quasi raddoppiato”, in meno di una settimana.
Sempre l'Oms ha inoltre sottolineato che nonostante i progressi nella campagna vaccinale - soprattutto tra le persone di età superiore ai 60 anni- la copertura vaccinale in Tunisia "rimane bassa", poiché il 12,7% della popolazione ha ricevuto solo una dose del vaccino, mentre solo il 6% ha ricevuto ambedue le dosi;il timore è che l'attuale repentino rialzo del trend dei contagi e dei ricoveri possa continuare fino a raggiungere il suo apice nelle prossime settimane, con conseguenze disastrose, soprattutto con l'avvento del Eid al-Adha, corrispondente al 20 luglio, che di solito è caratterizzato da incontri religiosi e sociali.
Alla luce di questi dati la dichiarazione del presidente del comitato direttivo della campagna nazionale per la vaccinazione e del direttore generale dell'Istituto Pasteur Tunisi, Al-Hashimi, ministro dell'agenzia di stampa africana di Tunisi, secondo cui l' obiettivo è quello di raggiungere la vaccinazione di 5 milioni di tunisini entro la fine del prossimo settembre o la metà del prossimo ottobre, appare quantomeno troppo ottimistica.
L'aggiornamento pubblicato recentemente dal Ministero della Salute tunisia ha poi rivelato che sei regioni avevano superato i 1.000 contagi ogni 100.000 residenti. Il governatorato di Tataouine si è attestato primo a livello nazionale con 1.724 casi, poi Manouba con 1.251 casi e il governatorato di Nabeul con 1.151 casi, a seguire per numeri di contagi Sousse, Siliana e Monastir. Beja, Ariana e Tozeur hanno 900 casi ogni 100.000 residenti.
La tragica situazione sanitaria si somma alla dura crisi economica ed ad una sfiducia dilagante per le istituzioni, aumentando la delusione per le speranze tradite della rivoluzione dei gelsomini.
Gli ospedali sono al collasso sanitario, privi anche delle professionalità sanitarie richieste, gran parte emigrate all'estero in particolar modo in Francia; l'ossigeno è stato in parte donato dalla vicina Algeria e materiale sanitarie è arrivato anche da Turchia e Arabia Saudita. Contestualmente Francia e Cina hanno inviato forniture di vaccini.
Autonomamente poi tra gli emigrati tunisini all'estero, sia in Italia che in Francia e in altri paesi europei, è partita la gara di solidarietà per raccogliere fondi per aiutare il proprio paese in difficoltà bypassando i canali istituzionali ufficiali.