Covid, se anche i servizi segreti iniziano a dare i numeri
Covid: allarme dei Servizi segreti al Governo, accusato di sottostimare del 50% i contagi. Lo sbandiera Repubblica in prima pagina con l’evidente intenzione di affossare Giuseppe Conte il quale - non più con delega ai Servizi di sicurezza - pretende oggi di continuare a dirigere il Governo anche per i “successi” da lui ottenuti contro il Covid.
Ma perché mai l’Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna) si occupa di epidemiologia? Nessuno lo spiega, né, tanto meno, il testo parziale del documento fatto trapelare su Repubblica. Documento che, tanto per dirne una, dichiarando inattendibili i dati del Governo, evidenzia che ci sarebbe stata una “ripresa dell’epidemia verso la metà dicembre”. Ripresa della quale se ne sarebbe accorta solo l’Aise considerando che, secondo il documento, “non è stata rilevata né tracciata dai numeri nazionali a causa dei pochi test effettuati in quel periodo”.
Che i dati del Governo sul Covid siano inattendibili è fuori discussione; ma è davvero dubbio che la situazione migliorerebbe inglobando, tra i tanti “esperti” oggi all’opera, anche i fantastici “statistici e matematici” dei Servizi osannati da Repubblica.
Un’ultima considerazione. Non è la prima volta che un documento “segreto” sul Covid viene fatto trapelare sui giornali per un qualche regolamento di conti. Basti ricordare lo studio “Valutazione di politiche di riapertura”; paventava 150mila pazienti in terapia intensiva in estate e – pur destinato a restare “segreto”- finì sui giornali per mettere in riga le regioni del Nord che, nell’imminenza della Fase Due, scalpitavano per far riaprire tutto al più presto. Ancora peggio per il Piano segreto del ministero della Salute fatto trapelare su Repubblica il 21 aprile: «A gennaio il ministero della Salute aveva già preparato un piano di emergenza per contrastare il coronavirus. Ma è stato tenuto segreto, perché ipotizzava anche uno scenario ritenuto talmente drammatico da provocare il panico (…) Il Piano è stato tenuto nascosto perché si temeva potesse scatenare il panico». Oggi sappiamo che quel “Piano segreto” non è mai esistito. Anche perché non esisteva nulla per affrontare una emergenza.