Delegazione curda visita Damasco, persa la fiducia in Washington?

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Delegazione curda visita Damasco, persa la fiducia in Washington?

 

 

Il quotidiano libanese Al-Akhbar ha riferito, oggi, che una delegazione curda che rappresenta le forze democratiche siriane (SDF) sostenute dagli Stati Uniti ha visitato oggi la capitale della Siria, Damasco, per avviare un dialogo con il governo siriano alla luce del potenziale riavvicinamento siriano-turco.

Secondo quanto si legge nell’articolo, le SDF hanno “accolto con favore” l'insistenza di Damasco affinché il riavvicinamento non inizi ufficialmente fino a quando la Turchia non avrà garantito la sua intenzione di ritirarsi dalla Siria. Citando il capo dell'ufficio per le relazioni estere dell'Amministrazione autonoma curda della Siria settentrionale e orientale (AANES), Badran Jia Kurd, che ha guidato la delegazione, la priorità espressa sarebbe quella di "sviluppare il dialogo inter-siriano come percorso ideale per una soluzione politica".

Allo stesso tempo, però, continuando il suo tentativo di sventare ogni possibilità di riconciliazione siro-turca, Washington sta ora cercando, in un certo senso, di riformare e ristrutturare l'organizzazione curda per renderla più accettabile per Ankara.

In un articolo pubblicato lo scorso 12 gennaio pubblicato da Al-Akhbar  si spiegava  che, nel tentativo di farlo, gli Stati Uniti hanno chiesto alle SDF di dissociarsi dal nemico giurato della Turchia, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), e di ripulire Raqqa e Deir Ezzor dai miliziani curdi in modo da poter essere supervisionati da "consigli locali" composti da arabi.

Vale la pena notare che i curdi hanno espresso riluttanza nei confronti di questo progetto statunitense e hanno ribadito che, pur essendo disposti a negoziare, non possono accettare di fare concessioni così ampie.

Procedendo con questo piano, gli Stati Uniti stanno attualmente reclutando combattenti arabi da incorporare infine nelle SDF, lavorando così per renderlo in qualche modo più accettabile per Turkiye. Questi combattenti arabi vengono reclutati dalla Brigata Rivoluzionaria di Raqqa (Liwa Thuwwar al-Raqqa), la versione nuova di un'ex fazione estremista che era alleata di Jabhat al-Nusra nel 2012, che ha combattuto l'ISIS a fianco delle SDF dal 2015 al 2018 sotto La sponsorizzazione degli Stati Uniti prima che una disputa la vedesse andare in pezzi.

Dopo essere rimasto inattivo per alcuni anni, Al-Akhbar ha riferito il 20 dicembre 2022 che Washington ha rimesso in azione questo gruppo, data la capacità di reclutare combattenti, e ha promesso ai suoi membri stipendi mensili. Rapporti successivi hanno svelato che gli Stati Uniti hanno già iniziato a effettuare pagamenti alla Brigata Raqqa, che spera possa riemergere con le SDF a un certo punto.

Oggi, Al-Akhbar riferisce che la Brigata Raqqa si sta coordinando con la Syrian National Alliance (SNA), un gruppo di opposizione con sede a New York composto da esuli siriani, che dovrebbe costituire l'ala politica di questa milizia.

Tuttavia, mentre Washington si affretta a stringere alleanze nel tentativo di tenere Turchia e le SDF lontane da Damasco e più vicine l'una all'altra, i curdi hanno espresso diffidenza nei confronti di questi sforzi.

"Questa visione non può essere vista positivamente, data la difficoltà di convincere la Turchia a porre fine all'ostilità verso i curdi in generale... la soluzione più appropriata per la regione spetta a Damasco", hanno precisato fonti curde vicine alle SDF.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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