Edoardo Laudisi - Ucraina, l’incubo che nessuno voleva
Chi era contro l’invasione dell’Iraq, le bombe della Nato su Belgrado e su Kabul o la demolizione della Libia non può giustificare in nessun modo l’attacco russo all’Ucraina. Chi condannava la teoria americana del preventive strike, non può non condannare lo strike russo su Kiev. Chi commentava con una risata sarcastica gli editoriali di Giuliano Ferrara & co che incitavano a bombardare Kabul per liberare le donne afgane dal burka, non può non fare altrettanto quando sente i megafoni della propaganda russa ripetere che le bombe su Kiev servono a de-nazificare l’Ucraina. E chi crede che l’Ucraina di oggi sia l’equivalente moderno della Germani nazi del secolo scorso, dovrebbe rifare il vecchio esame di quinta elementare. A complicare ancora di più le cose basta considerare che in Germania i neonazisti della Npd, il partito Nazionaldemocratico tedesco che si colloca più destra di Forza Nuova, stanno facendo un tifo matto per Putin.
Insomma, è un mondo difficile però un minimo di coerenza bisogna averla anche se intorno tutto scricchiola. Se invece siete dell'idea che la guerra sia uno strumento legittimo per regolare le questioni tra le nazioni, così come la violenza fisica sia ideale per appianare i confronti tra individui; del tipo, state discutendo con uno per questioni di precedenza e per ribadire il vostro punto di vista gli scoppiate il naso con una testata (o lui a voi se è più rapido nel preventive strike), allora sventolate pure le bandierine pro Putin insieme a quelle per Bush, Obama, Clinton, Erdogan, e tutti gli altri figli di puttana che hanno massacrato civili inermi per ribadire il loro fottuto punto di vista geopolitico.
Detto questo c’è da registrare che, almeno in Italia, le armate pro vax che fino a ieri avevano sobillato la guerra contro i non vaccinati, si sono schierate bave alla bocca per la guerra contro la Russia. Una massa di mezzemaniche con il girovita allargato dai bonifici bancari e la cellulite nel cervello è passata dal “dagli al no vax” al “dagli alla Russia” con la stessa ottusità di una scimmia che prova a incastrare la formina nel buco sbagliato.
Il disco rotto dell’occidente è sempre lo stesso: sanzioni. Però le sanzioni non solo non funzionano ma, visto la relativa autosufficienza della Russia in campo energetico e industriale, colpirebbero come un boomerang le teste vuote di chi le avesse volute. Giusto per fare qualche esempio, la Germania importa il 50% del suo fabbisogno di gas dalla Russia e l’Italia come sempre segue a ruota il fiero alleato germanico. La sospensione del sistema Swift implicherebbe l’impossibilità dei russi di ricevere i pagamenti per le forniture di gas, ergo il settore industriale europeo collasserebbe. Inoltre, per avere una qualche chance di successo il blocco dovrebbe essere mondiale. Ipotesi irrealistica visto che sicuramente Cina, e molto probabilmente India, non ci starebbero.
A questo punto, invece di agitare minacce che non spaventano nessuno e fanno apparire idiota chi le fa, avrebbe molto più senso cambiare disco e lavorare per aprire dei negoziati tra Russia e Ucraina allo scopo di fermare il conflitto prima che diventi incontrollabile. Per farlo però, occorrerebbe buttare a mare la strategia delle rivoluzioni arancioni usate per mettere all’angolo l’orso russo. Difficilmente però le élite occidentali ammetterebbero l’errore, chiuse come sono nella loro bolla di interessi economici, ricatti, corruzione e decadenza etica. Più probabile che siano tentate di alimentare un conflitto di lungo corso allo scopo di impaludare la Russia in una logorante guerra di occupazione in cui sarebbe la popolazione civile ucraina a pagare il prezzo più alto. In una intervista a un canale televisivo tedesco l’ex campione dei pesi massimi Wladimir Klitschko, il cui fratello Vitalij è sindaco di Kiev, racconta l’incredulità di un paese davanti all’assalto militare del vicino e la rabbia che ciò ha scatenato nella popolazione. Considerando questo sentimento, forse trascurato dai russi in fase di programmazione, la guerra per Mosca potrebbe diventare più complicata del previsto.
Se così fosse le sanzioni alla Russia acquisterebbero un'altra prospettiva; non tanto di punizione istantanea ma poco efficace, quanto di lento salasso a un paese incagliato in un nuovo Afghanistan. E ciò sancirebbe di fatto lo stato di guerra tra l’Europa e Mosca. L’incubo che nessuno voleva.