Esequibo. Cosa hanno deciso Venezuela e Guyana dopo il primo round negoziale

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Esequibo. Cosa hanno deciso Venezuela e Guyana dopo il primo round negoziale

Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha definito l'incontro tenutosi con il suo omologo della Guyana, Irfaan Ali, per affrontare le questioni relative alla disputa territoriale sul territorio dell’Esequibo, "un passo storico per riprendere il cammino del dialogo". Al suo ritorno in patria da Saint Vincent e Grenadine, sede della prima giornata di colloqui tra le delegazioni di Caracas e Georgetown, ha sottolineato che "è valsa la pena cercare con la Diplomazia Bolivariana la strada dell'intesa per incanalare la controversia".

In questo senso, ha affermato che l'incontro con il suo omologo guyanese si traduce in "una vittoria del dialogo e della pace" come dimostrazione concreta della convinzione di un "popolo che ama la pace, crede nella verità ed è sempre pronto a difenderla".

"Valeva la pena difendere la verità sul Venezuela, alzare la bandiera della verità, far valere le nostre ragioni storiche e cercare con la diplomazia bolivariana la strada della comprensione per incanalare questa controversia attraverso il dialogo", ha sottolineato dall'aeroporto internazionale Simón Bolívar di Maiquetía. 

Poi Maduro ha spiegato che sebbene il ciclo di colloqui sia stato "a tratti teso", entrambi i leader "sono stati in grado di dire la verità" e di chiarire le questioni relative alla disputa territoriale.

A questo proposito, il leader bolivariano ha espresso parole di apprezzamento nei confronti del suo omologo guyanese, Irfaan Ali, "per la sua franchezza e la sua volontà di impegnarsi in un ampio dialogo su tutte le questioni che abbiamo potuto affrontare direttamente". "Sono stato molto contento di potermi trovare faccia a faccia, come desideravo, con il Presidente della Guyana", ha aggiunto.

Infine, Maduro ha affermato che il Venezuela rimarrà fermo nel dialogo come meccanismo per raggiungere la comprensione, sempre "in difesa delle nostre ragioni storiche e della pace del Venezuela".

Nell’incontro i due Paesi hanno concordato che, direttamente o indirettamente, non minacceranno o useranno la forza l'uno contro l'altro in nessuna circostanza. 

Inoltre, le parti hanno concordato che qualsiasi controversia tra i due Stati sarà risolta in conformità con il diritto internazionale, compreso l'Accordo di Ginevra del 17 febbraio 1966, e si sono impegnate a perseguire il buon vicinato, la coesistenza pacifica e l'unità dell'America Latina e dei Caraibi.

La dichiarazione finale della riunione sottolinea l'affermazione della Guyana che si impegna a seguire il processo e le procedure della Corte Internazionale di Giustizia per la risoluzione della controversia sui confini. Prende atto dell'affermazione del Venezuela di non essere d'accordo e di non riconoscere la Corte Internazionale di Giustizia e la sua giurisdizione nella controversia sui confini. 

"Venezuela e Guyana hanno concordato di continuare il dialogo su qualsiasi altra questione in sospeso di reciproca importanza per i due Paesi. Hanno altresì convenuto che entrambi gli Stati si asterranno, sia con le parole che con i fatti, dall'inasprire qualsiasi conflitto o disaccordo derivante da qualunque controversia tra loro."

I due Stati coopereranno per evitare incidenti sul terreno che favoriscano tensioni tra loro. In caso di incidenti di questo tipo, i due Stati comunicheranno immediatamente tra loro, con la Comunità dei Caraibi (CARICOM), con la Comunità dell'America Latina e dei Caraibi (CELAC) e con il Presidente del Brasile per contenere, evitare e prevenire il ripetersi di tali incidenti. 

Come parte dei risultati dell'incontro, Venezuela e Guyana istituiranno immediatamente una commissione congiunta dei Ministri degli Esteri e dei tecnici dei due Stati per affrontare le questioni concordate. Un aggiornamento di questa commissione congiunta sarà presentato ai Presidenti di Guyana e Venezuela entro tre mesi.

Nel corso dell'incontro, facilitato dal primo ministro di Saint Vincent e Granadine Ralph E. Gonsalves, i due Stati hanno concordato di incontrarsi in Brasile, entro i prossimi tre mesi o in un altro momento concordato, per esaminare qualsiasi questione che abbia implicazioni per il territorio in questione, compreso il suddetto aggiornamento della commissione congiunta.

In conclusione, l'incontro storico tra i presidenti Maduro e Ali rappresenta un passo significativo verso la risoluzione pacifica della disputa territoriale sull'Esequibo tra Venezuela e Guyana. Contrariamente alle speculazioni dei media mainstream e di alcuni pseudo-divulgatori online, emerge chiaramente che Caracas non ha mai avuto l'intenzione di risolvere la controversia attraverso l'uso della forza militare.

Il presidente Maduro ha ribadito il forte impegno del Venezuela nella Diplomazia Bolivariana di Pace, enfatizzando la volontà di risolvere la questione attraverso gli strumenti legali e il dialogo costruttivo. La dichiarazione congiunta diffusa a seguito dell'incontro sottolinea il reciproco impegno a non minacciarsi o utilizzare la forza, risolvendo eventuali controversie conformemente al diritto internazionale.

Apprezzando la franchezza e la volontà di dialogo del presidente guyanese Ali, Maduro ha sottolineato la vittoria del dialogo e della pace come espressione della determinazione di entrambi i popoli a risolvere le controversie in modo pacifico. La decisione di evitare l'inasprimento dei conflitti e di cooperare per prevenire incidenti sul terreno dimostra un impegno concreto verso la coesistenza pacifica e l'unità dell'America Latina e dei Caraibi.

La creazione di una commissione congiunta e l'impegno a presentare aggiornamenti entro tre mesi testimoniano la volontà di affrontare in modo sistematico e trasparente le questioni concordate. In definitiva, questo incontro rappresenta un modello di risoluzione diplomatica e dialogo che potrebbe servire da esempio per affrontare dispute territoriali in altre parti del mondo.

 

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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