Ex ambasciatore Usa a Damasco: il Congresso deve porre fine all'occupazione illegale della Siria

Ex ambasciatore Usa a Damasco: il Congresso deve porre fine all'occupazione illegale della Siria

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Le parole che leggerete di seguito non sono di una persona qualunque, ma di un testimone oculare degli eventi in Siria a partire dal 2011.

Parliamo di Robert Ford, nel 2011, ambasciatore degli Stati uniti d’America in Siria. Proprio nel 2011, nei primi mesi della rivolta salafita fomentata dall’occidente e dalle altre potenze regionali In Siria, il 7 giugno del 2011 si recò nella città siriana di Hama, storicamente roccaforte della Fratellanza Musulmana, per far visita ai manifestanti “pacifici” e tolleranti. Fu una vergognosa provocazione, immaginate se un ambasciatore russo, venezuelano, iraniano, cubano avesse partecipato in Italia ad una manifestazione contro il governo…

Ford nel corso degli anni ha cambiato la sua posizione, ammettendo il fallimento delle ingerenze di Washington e del tentativo di rovesciare Bashar al Assad.

Ford, in una lettera pubblicata su The Intercept, Ford ha scritto: "Dopo più di otto anni di operazioni militari in Siria, non esiste una definizione di come sarebbe la sconfitta 'duratura' dell'ISIS".

Ed ha aggiunto: "Dobbiamo ai nostri soldati che prestano servizio lì in pericolo un serio dibattito sul fatto che la loro missione sia effettivamente realizzabile".

Allo stesso modo, martedì scorso il PCC – la fazione più “di sinistra” del Partito Democratico – ha fatto circolare una lettera in cui esortava i suoi membri a sostenere la risoluzione.

"Questa misura per rimuovere il dispiegamento non autorizzato delle forze armate statunitensi in Siria, a meno che non venga emanata una specifica autorizzazione legale entro sei mesi, è in gran parte coerente con i precedenti sforzi bipartisan guidati dai membri del PCC per porre fine a tale presenza militare non autorizzata entro un anno, per la quale hanno votato 130 Democratici alla Camera sì l'anno scorso”, si legge nel messaggio.

La Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti dovrebbe votare sul disegno di legge questo pomeriggio. Se approvato, richiederebbe al presidente degli Stati Uniti Joe Biden di rimuovere tutte le truppe di occupazione statunitensi dalla Siria entro sei mesi.

“Il Congresso non ha mai autorizzato l'uso della forza militare in Siria. Gli Stati Uniti non sono attualmente in guerra con o contro la Siria; quindi, perché stiamo conducendo operazioni militari pericolose lì? Il presidente Biden deve rimuovere tutte le forze armate statunitensi dalla Siria. America First significa in realtà mettere al primo posto la gente del nostro paese, non gli interessi del complesso militare-industriale”, si legge in una dichiarazione rilasciata la scorsa settimana da Gaetz.

Negli ultimi anni, le truppe statunitensi hanno occupato illegalmente la regione nord-orientale ricca di risorse della Siria con l'aiuto della sua milizia per procura curda, le forze democratiche siriane (SDF), tenendo in ostaggio le risorse della nazione per esercitare pressioni su Damasco.

Sebbene inizialmente schierato per combattere presumibilmente l'ISIS - solo dopo che il gruppo aveva quasi preso il pieno controllo della Siria e l'esercito russo è entrato in azione - Washington sostiene ora che la loro presenza nel paese funge da "baluardo" per l'Iran.

Come riportato dal Washington Post  nel 2018, dopo la sconfitta dell'ISIS, "l'amministrazione [Trump] ha cambiato rotta, dicendo che le truppe rimarranno in Siria in attesa di una soluzione complessiva della guerra siriana e con una nuova missione: agire da baluardo contro l'espansione dell'influenza dell'Iran. Tale decisione pone le truppe statunitensi al controllo generale, forse a tempo indeterminato, di un'area che comprende quasi un terzo della Siria, una vasta distesa di terreno prevalentemente desertico grande all'incirca come la Louisiana".

Trump, all’epoca, aggiunse che la presenza militare degli Usa in Siria era allo scopo di prendere il petrolio siriano, sgombrando almeno il campo da ogni ipocrisia sulle intenzioni umanitarie del suo paese che finiscono sempre per portare solo mosrte e distruzione nei loro interventi. 

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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