Finanziamenti alla Libia e diritti umani: l'ipocrisia senza fine del PD
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Qualche giorno fa, come ultimo atto di questo parlamento, il Senato ha votato l'invio di 11 milioni 884 mila € alla Guardia Costiera Libica (lato Tripoli).
Nessuna reazione.
In realtà, così come raccontato da Breka Beltamar (capo della Commissione per la Società civile in Libia) in un'intervista a me rilasciata quei soldi non vengono utilizzati per salvare i migranti-schiavi ma per altre "esigenze" del governo, verosimilmente incassati come quota per il petrolio contrabbandato illegalmente verso l'Italia e poi reinvestiti in armi.
Il PD (di cui qui sotto il commento di uno dei suoi esponenti più militarmente immigrazionista) non vota per la prima volta l'invio di soldi alla Guardia Costiera Libica e si vanta di avere fatto finalmente una scelta per i diritti umani.
Con il mio lavoro lascio spiegare a centinaia di migranti-schiavi in Libia come la Guardia Costiera Libica si auto-finanzi attraverso i soldi estorti ai migranti-schiavi ogni volta che vengono intercettati in mare e riportati a terra: 4 mila € ciascuno. Pertanto la Guardia Costiera Libica non ha bisogno di questi finanziamenti che infatti il governo di Tripoli non stanzia loro (4 mila € moltiplicati per 20mila migranti-schiavi intercettati l'anno scorso fanno 80 milioni di €, contro gli 11 che l'Italia manderebbe).
Il mese scorso abbiamo presentato un'interrogazione al ministro Di Maio a firma Vito Petrocelli e Emanuele Lele Dessì, per sapere se è a conoscenza del fatto che esiste un documento del governo di Tripoli (screenshot qui sotto) che certifica come i soldi inviati dal governo italiano al governo illegittimo di Tripoli siano usati non per i motivi dichiarati.
Nessuna risposta dal ministro. Ovviamente.
Ora le camere sono state sciolte.
Nessuno è stato capace di sfruttare queste informazioni per mettere il governo con le spalle al muro.
Si è lasciato campo aperto alla retorica guerrafondaia del PD costruita su narrazioni fiabesche.
Il PD non ha nemmeno avuto bisogno di votare a favore, di essere responsabile. I voti c'erano già comunque.
E quindi ce la vendono come una posizione finalmente coraggiosa del partito a favore dei diritti umani.
Queste sono favole!
E noi lasciamo campo aperto.
Io sto urlando più che posso.
Non vedo reazioni.
Mi si dice che le priorità sono altre. Me lo si fa capire.
Ma questa è una battaglia necessariamente da vincere per noi Italiani.
Perché già vinta in partenza, ormai. Basta prendere visione dei documenti.
E perché riscrive i contorni di una storia che ha contribuito allo sfacelo del nostro paese in tempi recenti.