Gaiani (Analisi Difesa): "Inviare armi all'Ucraina è una scelta per l'Italia totalmente scellerata"
“Per settimane avevano detto che i russi volevano prendere Kiev. Conquisteranno tutta l’Ucraina. Ma il numero dei soldati russi nell’operazione non lo giustificava”, dichiara a l’AntiDiplomatico Gaiani di Analisi Difesa in una lunga intervista condotta da Gavino Piga. “La Russia continua a fornire il gas all’Ucraina. Volevano totalmente distruggere Kiev che non gli hanno tolto luce”, ha sottolineato.
“Obiettivi militari e politici chiaramente c’erano da parte dei russi all'inizio dell'operazione”, ha proseguito. “La chiamano proprio operazione speciale perché i popoli sono fratelli e Putin la prima sera ha chiarito come l'obiettivo non era l’occupazione. Due sono sicuramente gli obiettivi militari: la liberazione dal punto di vista russo del Donbass (occupazione da un punto di vista ucraino), in precedenza i separatisti ne occupavano il 40%. Secondo obiettivo: unire alla Crimea questi territori. La Crimea era già stata annessa nel 2014 dopo quello che io definisco un golpe. Ma in altre epoche e in altri paesi tutti lo avrebbero definito un colpo di stato. Questa guerra è iniziata nel febbraio del 2014 nella piazza di Kiev ed è proseguito in Donbass. Non è iniziata il 24 febbraio del 2022”, ha proseguito Gaiani.
“Siamo alleati degli anglo-americani come Italia ma abbiamo obiettivi economici opposti e da loro non siamo considerati come ‘alleati economici’. L’Europa era l’angolo più ricco del pianeta. Io credo che non lo sarà più: il costo della produzione in Germania è salito il 26% già l’anno scorso e il presidente di Confindustria ha dichiarato che produrre in Italia è oggi controproducente. Questo significa che l’Europa con questo conflitto ha scelto il suicidio”, ha proseguito. “Ne guadagneranno Cina, Stati Uniti su tutti. Dopo il golpe di Maidan, Obama venne in Europa a dire: “non comprate il gas dai cattivi russi prendetelo da noi anche se costa di più ed è molto meno”. Ecco ora ci sono riusciti”, ha proseguito.
Su Bucha. “I russi si sono ritirati ordinatamente volutamente e senza una vittoria ucraina il 30 marzo. Il 31 marzo il sindaco ucraino esulta. Il 2 aprile la polizia ucraina gira un video senza cadaveri. Attenzione, cautela c’è qualcosa che non ritorna. Ho fatto il reporter di guerra per 25 anni e alcune cose non ritornano”. Sulle conseguenze: “Dopo Bucha Peskov ha detto che non si parla più di trattative. E basta vedere chi vuole l’escalation del conflitto per comprendere chi ci guadagna. E sono sempre i nostri alleati “anglo-americani”. Io non parlo di buoni e cattivi. Parlo di interessi strategici nazionali. Loro lo fanno, noi perché no?”
Molto interessanti le riflessioni di Gaiani sulla Nato. “La Libia ce la siamo giocata grazie alla Nato. L’Ucraina vediamo che cosa è successo grazie alla Nato. Dobbiamo iniziare a capire che i nemici sono anche in occidente e sono coloro che vedevano come una minaccia il fatto che l’Europa grazie al gas russo avesse la competitività produttiva migliore dell’anglosfera”.
“C’è un precedente importante rispetto a Bucha: la guerra scellerata della Nato che abbiamo fatto nel 1999, favorendo la penetrazione islamista e destabilizzazione nei Balcani, l’abbiamo fatta come italiani sull’onda emotiva delle “fosse comuni di Racka”. Un falso storico che si sapeva già nel 1999 quando si appurò che i cadaveri erano morti altrove. Ma abbiamo fatto quella guerra scellerata sull’onda emotiva di un falso. Non sarei sorpreso che la storia si stia ripetendo.”
E ancora: “Non escludo che tutto questo su Bucha possa servire anche a coprire quello che sta emergendo sui bio-labarotori finanziati dagli Usa in Ucraina e il ruolo di Hunter Biden”, ha proseguito Gaiani sottolineando come la stessa Nuland abbia ammesso l’esistenza. Quello che sorprende è che l’Ucraina sia un paese europeo che si dice ora debba entrare subito nell’Unione Europea grazie all’attacco russo. E’ strano che di questi bio-laboratori l’Unione Europea non abbia chiesto nulla al suo alleato americano: tutto questo mi scandalizza”.
Sulle armi italiane. “Non cambieranno le sorti della guerra, ma hanno reso l’Italia un paese ostile alla Russia impedendoci di avere quel ruolo di ponte che abbiamo avuto dal 2002. Questa scelta è totalmente scellerata e fa impressione vedere le foto delle armi italiane maneggiate dai battaglioni nazisti di Azov".
“Il ritiro russo dalla zona di Kiev e da quella di Sumy creano le condizioni per la conclusione delle trattative: l'Ucraina mantiene la sua indipendenza con l'ingresso nell'UE e la neutralità; la Russia crea una zona di cuscinetto con la Nato attraverso il territorio del Donbass. Le condizioni ci sono. Io temo però che le pressioni Usa e la guerra economica-mediatica come dimostra il caso di Bucha possano impedirlo. Negli Stati Uniti gli unici ad avere posizioni lungimiranti sono i militari perché sanno quello che significa una guerra contro la Russia", ha concluso Gaiani.
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