Germania, perquisizioni al ministero delle Finanze per indagini sul riciclaggio di denaro
Sono giorni concitati in una Germania che si appresta a celebrare le prossime elezioni che vedranno l’uscita di scena della Cancelliera Angela Merkel. Questa mattina i pubblici ministeri tedeschi hanno fatto irruzione nei ministeri delle finanze e della giustizia nell'ambito di un'indagine su un possibile ostacolo alla giustizia da parte dell'agenzia antiriciclaggio del governo, secondo quanto reso noto dai media teutonici.
L'indagine sull'Unità di Informazione Finanziaria, un'agenzia del ministero delle finanze sotto il candidato cancelliere della SPD Olaf Scholz (attualmente in testa nei sondaggi) vuole verificare se l’unità abbia effettivamente agito in seguito agli avvertimenti delle banche su possibili manovre per il riciclaggio di denaro.
Queste perquisizioni arrivano, come si diceva, in un momento delicato per Scholz, che secondo i sondaggi d'opinione ha buone possibilità di diventare il nuovo cancelliere tedesco.
La FIU insieme al regolatore finanziario tedesco, Bafin, entrambe le unità del ministero delle finanze, sono state precedentemente criticate per non aver rilevato problemi presso la società di pagamenti Wirecard, crollata in seguito al più grande scandalo finanziario dal dopoguerra in Germania.
Un portavoce dei pubblici ministeri ha affermato di aver avviato l'inchiesta dopo aver ricevuto denunce secondo cui la FIU non ha agito dopo la segnalazione su milioni di euro di transazioni sospette, anche in Africa, tra il 2018 e il 2020. Quindi sono state effettuate perquisizioni presso i ministeri per appurare se all'agenzia fosse stato detto di ignorare i flussi di denaro sospetti.
I pubblici ministeri hanno spiegato che l'agenzia è stata allertata dalle banche a causa delle preoccupazioni che il denaro fosse legato al traffico di armi e droga e al finanziamento del terrorismo, affermando che la FIU ha preso atto del rapporto ma non lo ha inoltrato alle forze dell'ordine.
Il ministero delle Finanze da parte sua ha affermato di sostenere l’indagine ed evidenziato che nessun dipendente del dicastero è sospettato.