Gli scheletri nell'armadio di Ben Wallace (il candidato britannico alla NATO)
PICCOLE NOTE
La Gran Bretagna sta cercando in tutti i modi di piazzare il suo cavallo di razza Ben Wallace ai vertici della NATO. Il premier britannico Rishi Sunak, infatti, sta facendo carte false per assicurarsi che sia lui a succedere a Jens Stoltenberg, il cui mandato è in scadenza, sia cercando sponde europee, sia cercando di convincere in tal senso Biden, che rappresenta l’azionista di maggioranza della NATO.
Wallace non va
Il forcing, però, non sembra vincente, come ha ammesso di recente lo stesso Wallace in un’intervista a The Economist. Ma è comunque significativo perché evidenzia l’attivismo del Regno Unito post Brexit, che sta tentando in tutti i modi di rilanciarsi nell’agone internazionale, una dinamica insita alla rescissione dei rapporti con l’Unione europea.
La Brexit, infatti, nei sogni dei brexiteers avrebbe dovuto rilanciare l’anglosfera, un rilancio da attuarsi attraverso una politica decisamente aggressiva sullo scacchiere internazionale. Per questo Londra ha tirato fuori le unghie, non solo nei confronti di Cina e Russia, ma anche dell’Unione europea.
Sotto quest’ultimo profilo, Londra ha sfruttato al massimo le occasioni che gli ha offerto la guerra ucraina: assumendo un atteggiamento da super-falco, ha infatti incrementato la sua influenza sui Paesi dell’Est Europa, in particolare la Polonia e i Paesi Baltici, sintonizzandosi sulla loro linea ferocemente anti-russa.
Non solo, più la guerra prosegue, più l’apparato produttivo dell’Unione europea andrà a rotoli, assicurando a Londra un ruolo non più secondario nelle dinamiche del Vecchio Continente.
Ma la nomina di Wallace a Segretario della Nato sarebbe la ciliegina sulla torta: infatti, assicurerebbe al Regno Unito un ruolo da protagonista assoluto nell’agone globale, da cui il feroce attivismo in tal senso.
Peraltro, l’uomo al quale si vorrebbe assicurare l’effimera gloria NATO, Wallace appunto, sembrerebbe essere un tantino vanaglorioso, per usare un eufemismo d’obbligo, tratto che lo renderebbe perfetto per l’incarico.
A rivelare questo lato poco noto del ministro della Difesa è stato il sito declassified.uk, che ricorda come agli inizi della sua carriera egli “ha prestato servizio come ufficiale delle guardie scozzesi a Belfast nel 1992 e, in un’intervista a The Sun, ha detto di essere stato decorato per aver catturato una banda dell’IRA che aveva piazzato una bomba”.
L’attentato che non ci fu
Così prosegue declassified.uk: “In occasione del Remembrance Sunday del 2020 [festa in onore delle vittime militari britanniche ndr], si è vantato con il più grande tabloid britannico di come la sua pattuglia abbia trovato un barattolo di dolciumi ‘riempito di esplosivi al plastico semtex e cuscinetti a sfera, con attaccati alcuni fili [elettrici]… innescati e pronti a uccidere'”.
Accortosi della minaccia, Wallace ha spiegato di come con i suoi uomini abbia dato vita a un vera e propria caccia all’uomo, “nella quale ha dovuto superare di slancio recinzioni e cose del genere”. Una caccia riuscita, avendo assicurato alla giustizia i cinque uomini responsabili del potenziale attentato.
Non era la prima volta che Wallace parlava del suo glorioso passato. Infatti, in una precedente intervista alla BBC, aveva ricordato: “Abbiamo catturato un’unità dell’IRA in servizio attivo che stava per lanciare una bomba contro la nostra pattuglia. Non abbiamo solo catturato la persona che brandiva [l’ordigno], ma anche quelli che avevano confezionato la bomba – risolvendo l’intera faccenda”.
I redattori di declassified Uk, incuriositi dal racconto (o forse su suggerimento di qualcuno), hanno chiesto dettagli al Ministero della Difesa, ma senza esito. Particolare già curioso, dal momento che il dicastero non ne ricaverebbe che lustro dal pubblicizzare ulteriormente la sagacia del suo titolare.
L’unico dettaglio comunicato dal ministero è stata la data dell’operazione: 19 maggio 1992. I redattori di declassified.uk si sono quindi messi al lavoro su tale data: “In quel giorno – si legge sul sito – gli archivi dei giornali informavano che quattro persone – una in meno di quelle riferite da Wallace [ma è particolare secondario ndr] – sono state interrogate in merito a una bomba a base semtex rinvenuta a West Belfast all’interno di un barattolo di caramelle”.
“La polizia dell’Irlanda del Nord (PSNI) ha rivelato che nessuno dei quattro sospetti catturati quel giorno dalla pattuglia delle guardie scozzesi [altro particolare che torna ndr] è stato condannato in relazione a quanto avvenuto”.
Nessuno dei sospettati – dei quali il sito non fa i nomi, ma sui quali ha fatto verifiche giudiziarie puntuali – è stato condannato per l’attentato, nonostante, a detta di Wallace, fossero stati colti in flagranza di reato.
Insomma, un curriculum perfetto per assurgere ai vertici della NATO. Ma, purtroppo, sembra appunto che Wallace abbia poche chance. Non per questo la NATO sarà appannaggio di colombe – anzi è probabile che la carica vada a qualche esponente dei Paesi dell’Europa dell’Est.
Né il ministro della Difesa britannico ha avuto, né avrà, alcun nocumento dagli esiti dell’inchiesta suddetta. E dal suo attuale scranno, Wallace potrà continuare a inviare armi sempre più potenti e sofisticate a Kiev, sfidando Mosca a rispondere con l’atomica.