Guido Salerno Aletta - Ucraina. Come l'Ue, isolata, rischia di danneggiare l'euro
di Pasquale Cicalese
Non commento l'attentato in Russia. Vi dò invece un estratto dell'editoriale di Milano Finanza di oggi di Guido Salerno Aletta. Per inciso, andando sul sito, ho scoperto che gli abbonati sono triplicati e che il bilancio è buono. Segno che in termini di informazione economica, i commenti di alcuni editorialisti non seguono il mainstream. Guido Salerno Aletta e Marcello Bussi sono tra questi, entrambi miei amici. Ma ritorniamo a Guido Salerno Aletta e al Consiglio Europeo di questi giorni. Titolo dell'articolo: "Ucraina, l’Ue accelera sugli aiuti ma lo fa da sola. E rischia così di danneggiare l’euro".
Estratti: "Ed invece, in ordine all’utilizzo dei citati proventi derivanti dagli asset sovrani della Russia, titoli e fondi per circa 260 miliardi di euro che nel complesso sono stati bloccati nelle giurisdizioni dei Paesi partner del G7, dell'UE e dell'Australia, di cui oltre due terzi nell'Unione europea e per la gran parte depositati presso l’Euroclear, ci si trova di fronte ad un’accelerazione sostanzialmente solitaria da parte di Bruxelles, che in quanto tale era stata fortemente sconsigliata anche dal Vice Presidente della Bce Luis de Guindos, in una intervista dello scorso 23 novembre.
Rispondendo in ordine alla necessità di procedere con grande prudenza, de Guindos aveva premesso che la Bce è favorevole ad ogni possibile aiuto a favore della Ucraina, ma che la posizione in ordine all’utilizzo dei dividendi e degli interessi sui fondi congelati era altrettanto chiara: in primo luogo, una decisione al riguardo avrebbe dovuto essere assunta a livello globale, idealmente coinvolgendo tutti i Paesi del G7; in aggiunta, occorre essere particolarmente accorti, in quanto è una decisione che può comportare un danno reputazionale, e soprattutto guardare al di là di questo conflitto, come se fosse un caso isolato, per via delle possibili implicazioni sulla considerazione generale dell’euro come safe currency. L’euro, ribadiva de Guindos, è la seconda valuta più importante al mondo, e bisogna considerare la sua reputazione a lungo termine, anche perché, a suo avviso, esistono altre alternative per finanziare la ricostruzione dell’Ucraina.
Da banchiere centrale, de Guindos non poteva essere più chiaro: creare condizioni di incertezza per gli investitori, legate a decisioni politiche sopravvenute, quando già ci sono tensioni geopolitiche un po’ dappertutto, non giova affatto né all’euro, né all’Unione europea. In un sistema internazionale, che si afferma essere basato sulle regole, è davvero un azzardo." Ancora la decisione non è stata presa ma ieri sera si parlava di truppe francesi, tedesche e polacche a Kiev. Se fosse vero i 260 miliardi congelati di beni russi all'Euroclear di Bruxelles, perlomeno, gli extraprofitti, potrebbero essere utilizzati per sostegno militare europeo a Kiev. Il danno reputazionale per l'euro sul piano mondiale sarebbe enorme, come successe con la sterlina e la Gran Bretagna a seguito della confisca di beni russi. Il piano economico della guerra lo si può vedere nel boom del dollaro (solo la Cina se ne sta disfacendo) e soprattutto dell'oro (a vantaggio della Russia, forte detentrice, che negli anni scorsi ha venduto dollari per oro). Le riserve russe dunque aumenterebbero e con ciò potrebbero far fronte ad una guerra prolungata e Dio non voglia su larga scala. Tra due mesi l'incontro XI Putin, dopo Power of Siberia, dopo Altai, potrebbero mettersi d'accordo su di un nuovo gasdotto che passerebbe per la Mongolia. La Cina ha bisogno di una Russia forte visto che militarmente non è forte come lei, ma la Russia troverebbe nella Cina (e nell'India) quel mercato alternativo che strozzerebbe del tutto l'Ue. Come dice la Sara tedesca, in Occidente siamo in mano a matti.