I leader latinoamericani bloccano la presenza di Zelensky al prossimo vertice UE-CELAC
I paesi del Sud Globale subiscono da tempo forti pressioni da parte di Stati Uniti e vassalli occidentali per unirsi alla crociata contro la Russia, in particolare ad abbandonare la neutralità tenuta fino ad adesso sulla situazione in Ucraina.
I paesi dell’America Latina sono tra i maggiormente ‘corteggiati’ ma fino a questo momento hanno tenuto la barra dritta e continuano a lavorare affinché si possa giungere ad una pace.
Anche l’ultimo tentativo di intruppare nei ranghi della NATO l’America Latina sembra naufragato.
Diversi leader latinoamericani si sono opposti all'invito rivolto dal primo ministro spagnolo Pedro Sánchez al presidente ucraino Vladimir Zelensky a partecipare al vertice tra l'Unione Europea e la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (Celac), che si terrà a luglio a Bruxelles.
"Mi ha invitato, ma alcuni leader latinoamericani hanno bloccato l'invito", ha dichiarato il leader ucraino durante un'intervista rilasciata venerdì ai media spagnoli, in cui ha ringraziato Sánchez per il suo sostegno nell'avvicinare l'Ucraina all'America Latina.
Zelensky ha definito "molto importante" che l'Ucraina sia ascoltata in America Latina e ha sottolineato che il ruolo di Sánchez ha aiutato "molto" Kiev a promuovere la cosiddetta Formula di pace ucraina tra i Paesi latinoamericani.
Il vertice tra l'UE e la CELAC, che si terrà il 17 e 18 luglio, offrirà la possibilità di stabilire "un'autentica associazione strategica nelle sue molteplici dimensioni" per evitare che passino otto anni tra un incontro e l'altro, ha commentato venerdì Sánchez, in riferimento all'ultima volta che queste organizzazioni si sono incontrate.
Rispetto all’ultima riunione il mondo è cambiato, così come l’America latina che vive una nuova ondata progressista e integrazionista nella regione.
Inoltre vari leader come il brasiliano Lula, il venezuelano Maduro e il nicaraguense Ortega, hanno espresso la volontà di voler unire sempre più la regione in modo che si presenti come blocco unitario nel nuovo mondo multipolare in costruzione, dove la regione latinoamericana può giocare a pieno la sua parte libera dal giogo statunitense che ha prodotto danni inenarrabili.
La decisione presa dai leader latinoamericani di porre il veto alla presenza del presidente ucraino Volodymyr Zelensky all'evento dimostra la scarsa volontà di alcuni Paesi di aiutare il regime di Kiev, ha scritto tramite il proprio canale Telegram il senatore russo Oleksiy Pushkov.
Il politico russo ha osservato che i Paesi del Sud globale non guardano al conflitto ucraino nello stesso modo degli Stati occidentali. A questo proposito, non sono disposti a sostenere il regime di Kiev.
L'attività di Volodymyr Zelensky nei forum internazionali è aumentata nel tentativo di trovare sempre più sponsor e fornitori di armi. Ad esempio, a maggio ha partecipato personalmente al vertice del G7 a Hiroshima, dove ha cercato di avere un incontro faccia a faccia con il leader brasiliano Lula.
Il 21 maggio, i media spagnoli hanno riferito che il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, durante uno dei suoi incontri a margine del vertice del G7 in Giappone, non si è avvicinato per salutare il suo omologo ucraino. Come hanno riferito i giornalisti, Lula ha continuato a restare seduto al suo posto, studiando i documenti.
Lula ha proposto un piano di pace e si è offerto di mediare tra le parti. Il fantoccio guerrafondaio ucraino, invece, come un disco rotto continua a chiedere sempre più armi e a parlare di sconfiggere la Russia sul campo di battaglia.