Il capitale finanziario piega anche i pentastellati
di Kartana
Il capitale finanziario italiano ribadisce la deflazione salariale, Covid o no Covid.
Bisogna vedere due aspetti. Il lato politico e il lato economico-finanziario, il primo si sta adeguando nuovamente al secondo, come accade da 30 anni, quando invece ci raccontavano – durante il lockdown – che tutto sarebbe cambiato, d’ora in poi. Non cambia niente, anzi, si fa più feroce.
Lato politico: stamane i giornali danno notizia che Di Maio propone un’alleanza strategica con il Pd, il partito del capitale finanziario italiano e di Confindustria. I movimentisti si accodino, sembra dire il ministro degli esteri, altrimenti vadano via.
Perché sta succedendo? Per saperlo basta leggere oggi su Il Messaggero un’intervista ad Antonio Patuelli, presidente dei banchieri italiani. Vuole Recovery Fund e Mes. Ma soprattutto la riduzione del costo del lavoro per le imprese export oriented.
Nuovamente, addio domanda interna e all’aumento dei salari. Si ribadiscono salari da fame per aumentare l’export, secondo il modello tedesco mercantilista, ma soprattutto, per continuare con i ricavi la politica finanziaria delle imprese. Vale a dire aumento export, aumento ricavi, aumento profitti, investimenti zero, i profitti tutti nel capitale finanziario dove le banche fanno festa con le commissioni per investimenti finanziari all’estero (attualmente ci sono 2300 miliardi di ricavi da export all’estero).
Di Maio da mesi sta dedicando risorse pubbliche per favorire le esportazioni, con fondi del Ministero degli Esteri, della Sace e della stessa Cassa depositi e Prestiti. Di Maio sposa il mercantilismo e la sponda al Pd riflette questa impostazione alla cui base di classe c’è la deflazione (riduzione) salariale.
Due giorni fa è uscito il dato dell’inflazione generale: nuovamente, dopo il 2016, siamo in deflazione. Non credete che tale scenario non impedisca alle imprese esportatrici di fare profitti. E’ il quadro ideale del capitale finanziario, a cui loro apportano sempre più sangue di chi produce davvero, le lavoratrici e i lavoratori.
Se non nazionalizziamo le banche ne avremo per altri decenni, con un declino e immiserimento sempre più accentuati. Di Maio sposa in pieno questa filosofia; la parola “cittadini” che lui utilizza è l’ennesimo ombrello in quel posto per i proletari.