Il "caso Fassino" e lo squallore della stampa italiana

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Il "caso Fassino" e lo squallore della stampa italiana


di Paolo Desogus

La stessa stampa che vorrebbe ridurci alle ragioni estremiste del woke da giorni insiste in modo morboso sull'episodio che ha come protagonista Piero Fassino nel ruolo di ladro di profumi. Non c'è dubbio che la notizia possa avere qualche rilevanza mediatica: Fassino è stato segretario (disastroso) di un grande partito, sindaco di una grande città e persino ministro.

È chiaro però che il furto dei profumi in aeroporto nasconde qualcosa che ha poco a che fare con la vita pubblica e temo che riguardi un disturbo, forse legato all'età, ma su cui in ogni caso non spetta certo a noi formulare osservazioni o considerazioni di qualche tipo. Il fatto che i giornali insistano, magari per alimentare le risatine sul "vecchio politico diventato cleptomane", è squallido. E non c'entrano le preferenze politiche. Sarebbe squallido anche se capitasse a uno dei tanti fascistoni dell'attuale governo.

Paolo Desogus

Paolo Desogus

Professore associato di letteratura italiana contemporanea alla Sorbonne Université, autore di Laboratorio Pasolini. Teoria del segno e del cinema per Quodlibet.

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