Il giorno in cui Fubini scoprì il "pilota automatico"

2012
Il giorno in cui Fubini scoprì il "pilota automatico"

L’Italia è condannata a una politica di austerità eterna fino alla completa autodistruzione dell’economia e del tessuto sociale? Sembra proprio che sia questo il triste destino che attende Roma, con il nuovo governo Draghi mero esecutore - nonostante la tanto sbandierata autorevolezza dell'ex direttore della BCE - di una politica sostanzialmente decisa a Bruxelles. 

Addirittura di questo «pilota automatico» - per utilizzare un’espressione proprio di Mario Draghi - che condanna l’Italia si rende conto anche Fubini sul ‘Corriere della Sera’, ovvero uno mei massimi cantori dell’austerità neoliberista. 

«l rapporto fra i partiti, il nucleo tecnico del governo e Bruxelles è però l’altra dinamica che sta cambiando. Più di quanto molti abbiano capito a Roma, soprattutto in vista dei prossimi anni. Perché sempre più è chiaro, almeno a Bruxelles, che quelle oltre 500 pagine di schede-progetto mandate dall’Italia non sono solo la messa in musica delle 300 pagine del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr)», scrive Fubini che poi segnala come queste politiche siano il «di fatto il programma, già scritto dal governo a Roma e blindato nel rapporto con Bruxelles, della prossima legislatura in Italia. I cronoprogrammi allegati al Pnrr e gli obiettivi quantitativi delle schede sono infatti più di semplici impegni: sono soglie che possono bloccare i singoli pagamenti dei fondi Recovery, qualora non siano superate nei modi e nei tempi previsti. La prima vera verifica dell’attuazione del piano e delle relative riforme cade probabilmente fra dicembre e gennaio prossimi. Ma questo meccanismo resterà attuale per la durata del Recovery fino al 2026, a scadenze di pochi mesi da un esborso all’altro. Anche perché i singoli governi europei, anche i più intrattabili, avranno un diritto di mettere in pausa i pagamenti agli altri se hanno dubbi e rimostranze. Non è ancora chiaro come funzionerà esattamente il meccanismo degli «alert» e cosa accade su un Paese salta un impegno. Ma quel meccanismo ci sarà».

Se qualcuno credeva che i fondi per la ripresa in arrivo da Bruxelles sarebbero stati liberi da condizionalità, dovrà ricredersi perché la Commissione «vuole scadenze e obiettivi misurabili, perché ha bisogno di strumenti di lavoro. E vuole riforme senza ombre. Vuole obiettivi cifrati sull’emersione del lavoro sommerso, inclusi dati, sanzioni previste, certezze sulla lotta al caporalato. Vuole anche più certezze operative su merito e tempi delle norme per la concorrenza (il governo di Giuseppe Conte non aveva lasciato niente e Draghi ci è arrivato all’ultimo). Né accetterà un ritorno mascherato alle pensioni a 62 anni. E ha dubbi su un meccanismo come quello di Industria 4.0 del Recovery perché troppo generico (quasi ogni spesa strumentale rientra negli sgravi) o in un ecobonus che include le terze e le quarte ville dei ricchissimi. 
Quello che uscirà da questo confronto con Bruxelles sarà dunque un programma (blindato) di governo. Fino al 2026».

Siamo di fronte a quello che potrebbe essere il colpo definitivo per un’Italia già devastata dai danni derivanti dall’euro e l’austerità europea, legando le mani anche a eventuali governi intenzionati a imprimere il necessario cambio di passo al paese, ribaltando le attuali politiche economiche suicide, per tentare di portarlo fuori dalle secche in cui l’ha impantanato il fanatismo neoliberista. 

Forse è proprio questo il vero obiettivo: non permettere che l’Italia si liberi dal giogo infernale in cui è intrappolata e così condannata a morte certa.

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La strategia del riccio di Trump di Giuseppe Masala La strategia del riccio di Trump

La strategia del riccio di Trump

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita   Una finestra aperta Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo di Francesco Erspamer  Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Siria. Israele, jihadisti e noi... di Paolo Desogus Siria. Israele, jihadisti e noi...

Siria. Israele, jihadisti e noi...

Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime di Geraldina Colotti Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime

Venezuela, il calendario dei popoli e l'agenda di chi li opprime

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio di Marinella Mondaini Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Professioni e privilegi di Giuseppe Giannini Professioni e privilegi

Professioni e privilegi

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA di Gilberto Trombetta IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione di Michelangelo Severgnini La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Tempi duri per i poveri di Michele Blanco Tempi duri per i poveri

Tempi duri per i poveri

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis di Giorgio Cremaschi Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti