Il Grande Gioco delle monarchie del Golfo nel nuovo ordine mondiale

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Il Grande Gioco delle monarchie del Golfo nel nuovo ordine mondiale

 

Il conflitto in Ucraina prosegue, ma un’altra battaglia decisiva si gioca in Asia occidentale, in particolare, tra le monarchie del Golfo che sono diventate ancora più determinanti, in quanto l’occidente cerca di rendersi autonoma dall’approvvigionamento di gas e petrolio dalla Russia.

Sembrava una cosa semplice, ma non tutte le monarchie del Golfo hanno risposto all’appello. Anzi, sono stati assestati dei veri e propri ceffoni che inducono a pensare che stati come Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti abbiamo voltato le spalle a Usa e Gran Bretagna in particolare, non solo non schierandosi sulla guerra in Ucraina. Gli accordi di Abramo promossi durante l’amministrazione Usa a guida Donald Trump, con la normalizzazione dei rapporti tra Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Israele facevano pensare a tutt’altra prospettiva.  

Resta un’incognita chiamata Qatar.  

Sul portale The Cradle ci sono due analisi illuminati in tal senso. La Prima di Abdel Bari Atwan ritiene che ci siano almeno quattro circostanze per ritenere che Usa e Gran Bretagna abbiamo perso la loro influenze nel Golfo.

  • La visita di Bashar al Assad negli Emirati Arabi Uniti di venerdì scorso
  • Il rifiuto al Presidente USA, Joe Biden, di Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita ad umentare la produzione di petrolio
  • il fallimento della visita del primo ministro britannico Boris Johnson – per conto di Washington – ad Abu Dhabi e Riad, con tanto di minaccia se non avessero seguito la linea occidentale sull'Ucraina
  • l'invito dell'Arabia Saudita al presidente cinese Xi Jinping per una visita ufficiale e l'apertura di Riyadh a quotare in yuan le sue vendite di petrolio a Pechino.

Delle quattro, Atwan ritiene che la grande umiliazione per gli Usa sia stata la visita di Assad a Dubai. Dallo scoppio della guerra in Siria, Assad si era recato in Russia e Iran soltanto.

L’analista palestinese ritiene che la Siria con questa visita possa far fronte alle micidiali sanzioni USA, inasprite durante l’era Trump con il Caesar Act, abbia definitivamente rotto l’isolamento nel mondo arabo, è considerato vicino il rientro nella Lega Araba. Atwan non esclude che Assad possa visitare presto l’Egitto e l’Arabia Saudita. Tra l’altro evidenzia che gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita possano trovare in accordo per uscire dal pantano della guerra allo Yemen che dura ormai da 7 anni con la guerriglia Houthi che non si è arresa alla potenza di fuoco messa a disposizione delle due monarchie da parte di USA, Gran Bretagna, Francia, e altri paesi occidentali.

Qatar una via di uscita per gli USA?

Il Qatar di recente è stato designato dagli USA come maggiore alleato della NATO, MNNA, pur non entrando a farne parte. La designazione è avvenuta lo scorso, 31 gennaio, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ospitato a Washington l'emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hammad Al-Thani.

Biden pensa in questo modo di rompere l’egemonia di Russia e Cina nella regione e nelle relazioni con i paesi del Golfo. Tra l’altro, il Qatar non ha intenzione di seguire le orme di Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita sulla Siria.

L’analista Agha Hussain ritiene che “gli Stati Uniti possono cercare di sfruttare il potenziale ruolo energetico del Qatar in Europa, il suo ruolo diplomatico in Afghanistan e le sue ambiziose politiche del Golfo relative alla crescente influenza cinese lì per i propri interessi geopolitici.”

Questi ruoli, spiega Hussain, “non minacciano le sue relazioni bilaterali né con la Cina né con la Russia è un grande vantaggio. Nessuna delle grandi potenze eurasiatiche è a somma zero nelle sue prospettive di relazioni estere ed è improbabile che consideri la potenziale partecipazione del Qatar alla strategia dell'Eurasia degli Stati Uniti un grosso problema.”

La guerra è in Ucraina ma i destini delle potenze mondiali si giocano ancora in questa parte del mondo. Gli Statu Uniti e l’occidente si troveranno ad affrontare non solo Russia e Cina, ma un insieme di potenze regionali. Oltre Iran, Arabia Saudita ed Emirati arabi Uniti che sembra proprio che non intendano più essere la protesi Washington nella regione.

C’è un fattore importante che ridisegnerà le relazioni. C’è sempre da ricordare che essere alleati degli USA significa essere nemici dei suoi nemici.

Cina e Russia, ad esempio, hanno eccellenti relazioni con Siria e Iran, altrettanto con l’Arabia Saudita, senza fomentare inimicizie con altri Paesi.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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