Il ponte Morandi è crollato due volte
Da un servizio mandato in onda dalla Rai, durante la trasmissione notturna Tv7, sono venuto a conoscenza di un dato che ha dell'incredibile e che riguarda il crollo del ponte Morandi a Genova.
Come ormai è emerso da diverse inchieste il ponte è crollato per le mancate manutenzioni. Venendo meno ai suoi doveri la società Autostrade ha capitalizzato il più possibile dagli introiti ottenuti dalle concessioni: massimo profitto e minimi oneri.
Ma tutto questo è noto. Quello che non sapevo è che anche dopo la tragedia, anche dopo la morte di 43 persone, dopo i feriti, gli scandali, dopo i 7 miliardi di utili trasformati al 95% in dividendi sacrificando le manutenzioni, ebbene dopo tutto questo, gli azionisti hanno continuato nell'opera di rapina e si sono spartiti il 99% degli utile netto. Anche dopo il crollo del ponte Morandi l'obiettivo è rimasto il medesimo: massimo profitto e 1% di oneri.
Questa è stata la gestione dei privati, e in particolare dei Benetton. Questo è il modo in cui il capitale si serve dei beni dello stato, anche con il sostegno diretto di molte forze politiche, dalla Lega al PD, passando naturalmente per Renzi e persino le sardine. Dietro le apparenti divisioni sugli asterischi, le pagliacciate di Borghi, la Superlega, le sparate della Murgia, il partito unico neoliberale è ben compatto nella difesa dello status quo.
Domani si celebra il 25 aprile, un bel modo per rinnovare l'impegno antifascista dovrebbe essere quello di riconoscere le forze che oggi alimentano le nuove forme di dispotismo più o meno morbido che hanno impoverito la democrazia e che orientano il dibattito con con argomenti fantoccio per impedire una seria riflessione sui mali del capitale e del suo dominio incontrastato.