Il sindacato quando scenderà in piazza per i lavoratori?

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Il sindacato quando scenderà in piazza per i lavoratori?

Chi mi conosce lo sa: il mio per la Costituzione è vero e proprio feticismo.

Che le organizzazioni di ispirazione fascista vadano sciolte è doveroso perché la nostra è una Costituzione democratica e antifascista. Il fascismo è abbrutimento, volgarità, ignoranza, inciviltà. Il fascismo è una carnevalata spregevole, nauseante e disgustosa.

Ora però, detto questo, pensare che il problema delle nostre lavoratrici e dei nostri lavoratori sia il fascismo è macchiettistico allo stesso modo (se non di più!).
Che la gente nutra disaffezione nei confronti della politica e delle istituzioni è un dato di fatto e che i lavoratori siano ormai diffidenti nei confronti del sindacato è vero nello stesso identico modo (se non di più!). Scegliere di non aprire su questo una riflessione severa e autocritica significa essere ciechi o, peggio ancora, furbescamente disonesti.

Puntare lo sguardo sulla fantomatica minaccia fascista è fuorviante: tanto quanto (se non di più!) delegittimare una Piazza del Popolo gremita di brave persone, per concentrare l’attenzione su quattro sfigati violenti (che vanno arrestati perché nocivi per il paese e per il mondo del lavoro). E, a proposito di violenza, mi piacerebbe che le forze democratiche del paese condannassero la violenza che molti filmati in circolazione sui social documentano da parte di alcuni esponenti delle forze dell’ordine a scapito di manifestanti pacifici e inermi: saranno certamente anche questi episodi marginali e isolati, ma credo meritino la stessa condanna unanime.

L’assalto alla sede della CGIL è stato un momento dolorosissimo per tutti coloro i quali credano nel sindacato (e sono orgoglioso di essere tra loro), la solidarietà delle istituzioni è pertanto doverosa, ma ricordiamoci sempre chi è al governo del paese in questo momento.
Al governo c’è un banchiere che ha chiamato, come consigliere a Palazzo Chigi, Elsa Fornero: la stessa Fornero che ha picconato l’art.18 dello Statuto dei lavoratori. Al governo c’è un banchiere fortemente voluto da Matteo Renzi di cui è amico, che ha ideato la peggior riforma del lavoro mai esistita, il Jobs Act, che ha archiviato definitivamente il diritto alla reintegra in caso di licenziamento illegittimo, ha liberalizzati il controllo a distanza e il demansionamento sui luoghi di lavoro.

Ora sono contento di sapere che finalmente i sindacati tornino ad animare le piazze italiane, ma spero che la loro sia un’azione chiara in difesa del mondo del lavoro. E, siccome Landini nel 2014 ha definito il Jobs Act quale “nuova schiavitù”, mi aspetto che cominci finalmente a fare qualcosa per porvi fine.
In caso contrario, qualcuno potrà ipotizzare che tutto questo sensazionalismo altro non sia che fumo negli occhi e il gioco avvantaggerà proprio coloro i quali (casualmente?) sabato scorso hanno distolto con le loro azioni l’attenzione dalle reali istanze dei più deboli, dei più fragili, degli ultimi.

Alla lotta, dunque (quella seria però).

Savino Balzano

Savino Balzano

Savino Balzano, nato a Cerignola nel 1987, ha studiato Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Perugia. Autore di "Contro lo Smart Working" (Laterza, 2021) e di "Pretendi il Lavoro! L'alienazione ai tempi degli algoritmi" (GOG, 2019). Sindacalista, si occupa di diritto del lavoro, collabora con diverse riviste.

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