Il tentato omicidio a Trump: ci sono responsabilità dei DEM?

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Il tentato omicidio a Trump: ci sono responsabilità dei DEM?

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di Francesco Corrado

 

Passata una settimana dal tentato omicidio a Donald Trump, chiarita per sommi capi la dinamica dell'attentato, è possibile stabilire dei fatti e fare un'analisi di ciò che è accaduto.

La dinamica dell'attentato porta ad una sola conclusione possibile. Gli errori commessi dai Servizi Segreti, nel giorno dell'attentato, sono tanti, tali ed univoci nella direzione, che difficilmente si può percorrere la via dell'incompetenza. La logica e l'esperienza storicamente acquisita nel campo degli omicidi politici ci porta, come base di partenza irrinunciabile (visti i fatti di cui siamo a conoscenza), a supporre che i Servizi certamente e l'FBI probabilmente, siano complici dell'attentato all'ex presidente.

I Servizi Segreti USA (che non sono la CIA e roba simile) hanno un compito specifico: quello di proteggere le personalità istituzionali più importanti del paese. Gli errori, anche minimi, non sono accettati nell'ambito della suddetta organizzazione ed i licenziamenti sono molto facili. E' possibile che qualcuno possa commettere errori, ma che questi non portino ad un attentato: di fatto non è che ad ogni comizio ci siano 'ste miriadi di attentatori pronti a sparare. Anzi, raramente nelle attività preparatorie a simili eventi gli agenti della sicurezza trovano oggetti atti ad offendere e normalmente si viene fermati per molto poco: provate ad avvicinarvi ad un comizio del tipo di quelli di cui parliamo e vedrete cosa si rischia a presentarsi lì anche solo con un coltellino. 

Quando ci ritroviamo con un cecchino pronto a sparare all'ex presidente? Proprio nel giorno in cui gli errori si sommano a tonnellate l'uno sull'altro. Ma che coincidenza. 

La prima cosa da considerare è: come è stato possibile per l'attentatore raggiungere l'edificio con un fucile in mano? Questo è un mistero. Il cecchino ha sparato da un tetto che per prassi avrebbe dovuto essere presidiato da agenti. Aveva tutti i requisiti per dover essere occupato da agenti: distanza, altezza, linea di tiro pulita eccetera. Edificio cui è attaccata una scala fissa che rende l'accesso al tetto facilissimo. Abbiamo foto di agenti della sicurezza sul quel tetto scattate giorni prima del rally per cui avevano chiaro che quel tetto era perfetto per un attentato. Per oltre 20 minuti gli astanti indicano la presenza del cecchino agli agenti. Abbiamo foto e filmati del cecchino scattate molto prima dell'attacco, anche 20 minuti prima. La prassi prevede che se c'è un problema di sicurezza il soggetto protetto non sia esposto fino a quando il rischio non venga scongiurato: ebbene le radio della sicurezza erano aperte e tutti i rappresentanti delle forze della sicurezza stavano ascoltando che c'era gente che aveva indicato la presenza di un cecchino, per prassi quindi Trump avrebbe dovuto lasciare il palco.  Poi si è scatenato un conflitto a fuoco durato circa 6/7 secondi durante il quale il presunto attentatore è stato ucciso. 

La cosa certa è che i cecchini dei servizi, o della sicurezza in generale, hanno reagito in pochissimi secondi, fatto che ci obbliga a pensare che l'aspirante assassino fosse sotto tiro già da un po'. 

La reazione normale di un cecchino che sente uno sparo è quella di capire innanzitutto da dove viene. Poi dopo aver capito la direzione, deve individuare con precisione chi è il potenziale assassino e la cosa richiede qualche secondo, poi deve acquisire il bersaglio per poi sparare. Ogni cecchino professionista dice che ci vogliono quasi 20 secondi.

Qui siamo di fronte ad un conflitto a fuoco durato in totale 6 secondi: dallo sparo iniziale dell'attentatore alla sua morte. L'unica possibilità è che l'attentatore fosse, al momento del suo sparo, un bersaglio già acquisito dal cecchino delle forze di sicurezza.

Quindi se evitiamo demenziali complottismi dobbiamo essere d'accordo con Scott Ritter quando dice che il numero di errori è di tale portata che ci troviamo quasi certamente (sempre se non salta fuori qualcos'altro che oggi ignoriamo) ad un atto deliberato. Quando ci si confronta con sistematici errori vuol dire che siamo di fronte ad un atto intenzionale. 

Chi è interessato alla morte di Trump? Il PD ovviamente: è chiaro a tutti che Biden non è mentalmente in grado di condurre una campagna elettorale. Effettivamente non lo era nemmeno 4 anni fa e infatti Biden è l'unico presidente di cui si abbia notizia che ha vinto un'elezione senza nemmeno fare la campagna elettorale. Venne chiuso nella sua cantina e un paio di pomeriggi a settimana accettava qualche domanda in videoconferenza da parte dei "giornalisti" e qualche volta ha presieduto dei comizi tenuti in drive-in con una 20ina di automobili, con dentro due persone l'una, con le loro belle mascherine, e questo con la scusa del covid: il tutto mentre Trump faceva fino a 5 comizi al giorno alcuni dei quali con anche 55.000 spettatori. 

 

Francesco Corrado

Francesco Corrado

Giornalista 

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