Implode lo “schema ucraino” per Taiwan: si dimette Tsai Ing-wen

6584
Implode lo “schema ucraino” per Taiwan: si dimette Tsai Ing-wen

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

OPPURE

 

Da Contropiano.it

 

Da parecchio tempo a questa parte, tutto quello che gli Stati Uniti toccano si tramuta in poltiglia.

A Taiwan si sono tenute ieri le elezioni amministrative, e in 13 delle 22 città in cui si è votato ha trionfato il Kuomintang, il Partito Nazionalista su posizioni concilianti con la Cina Popolare.

Tsai Ing-wen, presidente del Partito Progressista Democratico (DPP), il partito più filo-USA sull’isola, si è dimessa dalla carica di Capo del partito.

Anche il primo ministro di Taiwan, Su Tseng-chang, ha annunciato verbalmente le dimissioni, ma Tsai gli ha chiesto di rimanere per garantire la continuità dell’azione di governo.

Tsai ha accettato “umilmente” i risultati delle elezioni locali e le decisioni del popolo di Taiwan, riferisce la Central News Agency di Taiwan, e si assume “tutte le responsabilità” della sconfitta, dimettendosi “con effetto immediato” dal vertice del Partito Democratico-progressista.

Il Kuomintang si è affermato nella capitale, Taipei, con la vittoria del candidato Chiang Wan-an, “volto nuovo” del partito e discendente di Chiang Kai-shek, il fondatore della Repubblica di Cina, a Taiwan, dove si era rifugiato dopo la sconfitta nella guerra civile contro le truppe maoiste.

Chiang ha annunciato la vittoria in serata, con il 42,46% dei voti, ben oltre il 31,76% del principale sfidante, l’ex ministro della Sanità e del Welfare, Chen Shih-chung, sostenuto dalla stessa Tsai.

Il KMT – scrive Reuters – favorisce i legami con la Cina, ma nega ufficialmente di essere “Pro-Pechino”. Ieri, 25 novembre, Eric Chu – Presidente del KMT – ha rilasciato le seguenti dichiarazioni ai suoi sostenitori:

Sosteniamo la vicinanza agli Stati Uniti, l’amicizia con il Giappone e la pace con la terraferma [ovvero la Repubblica Popolare Cinese]“.

Il Kuomintang si è affermato anche in altri importanti centri di Taiwan, tra cui New Taipei, Taichung e Taoyuan, mentre il Dpp ha vinto a Kaohsiung, la città portuale nel sud-ovest di Taiwan, a Tainan e in altre città minori e contee.

Oltre alla sconfitta del suo partito, i filo-americani subiscono anche il fallimento del referendum per l’abbassamento dell’età per il diritto di voto a 18 anni, visto con forte sospetto da Pechino perché si sarebbe trattato di una modifica costituzionale che – nel caso fosse stata approvata – avrebbe probabilmente aperto la strada per altre, in direzione di una più aperta contrapposizioni alla “madre patria”.

Quando lo scrutinio era ormai pressoché concluso (al 98%), i “sì” all’abolizione dell’articolo 130 della Costituzione erano poco più di 5,4 milioni, sugli oltre 9,6 milioni richiesti.

Per Taiwan si tratta di un autentico terremoto politico. Durante i due mandati del governo di Tsai le tensioni con Pechino sono continuamente cresciute sotto la pressione di Washington, fino a toccare il culmine ad agosto, con la visita a Taipei della speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi e poi di altri parlamentari statunitensi.

Pechino aveva risposto con sette giorni di imponenti esercitazioni militari attorno all’isola e chiudendo diversi canali di comunicazione e cooperazione con gli Stati Uniti.

Inutile dire che ora potranno cambiare molte cose nelle relazioni tra Taiwn e la Cina, anche se ovviamente con la dovuta prudenza, vista la forte presenza statunitense, sia come multinazionali che come “consulenti militari”.

Ma è anche chiaro che lo “schema ucraino”, usando Taipei come seconda Kiev, diventa ora molto meno realizzabile.

PER APPROFONDIRE LEGGI: TAIWAN: LA PROVINCIA RIBELLE

di Giacomo Gabellini

Il vento del Kazan soffia sul Sud Globale di Geraldina Colotti Il vento del Kazan soffia sul Sud Globale

Il vento del Kazan soffia sul Sud Globale

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Germania est: l'inganno di chi mostra stupore e indignazione di Antonio Di Siena Germania est: l'inganno di chi mostra stupore e indignazione

Germania est: l'inganno di chi mostra stupore e indignazione

UNA DELLA PAGINE PIÙ NERE DELLA STORIA D’ITALIA di Gilberto Trombetta UNA DELLA PAGINE PIÙ NERE DELLA STORIA D’ITALIA

UNA DELLA PAGINE PIÙ NERE DELLA STORIA D’ITALIA

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Sull’orlo dell’abisso  - Il ruolo della Francia di Paolo Pioppi Sull’orlo dell’abisso  - Il ruolo della Francia

Sull’orlo dell’abisso - Il ruolo della Francia

Manovra. La figura (indecorosa) del governo Meloni con le banche di Giorgio Cremaschi Manovra. La figura (indecorosa) del governo Meloni con le banche

Manovra. La figura (indecorosa) del governo Meloni con le banche

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti