KERRY NON SI TOCCA PIU’ NEMMENO CON UN CARTELLO
Perché un’azione è fallita
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“Daesh, figlio delle vostre guerre, del vostro denaro e delle vostre armi”
“Siria, Libia, Iraq, Yemen: le vostre vittime”
“Arabia saudita, Stati Uniti, Turchia: Stati sponsor del terrorismo”.
di Marinella Correggia e Stefania Russo
Dicevano tutto i cartelli gialli bifronte in inglese che volevamo mostrare in azione diretta ai media del mondo, al segretario di Stato Usa, John Kerry e al suo omologo italiano Paolo Gentiloni, alla conferenza stampa affollatissima che concludeva i “lavori” dello “Small Group”, ossia la cosiddetta Coalizione antiDaesh.
Lo Small Group contiene tutti i compagni di merende che negli anni hanno fatto crescere Il Nuovo Califfato: Arabia Saudita, Usa, Turchia, Qatar, la Nato e il Golfo nel suo complesso. Certo non sarebbe stato epico come la scarpa dell’iracheno a Bush, ma sarebbe servito.
Lo Small Group contiene tutti i compagni di merende che negli anni hanno fatto crescere Il Nuovo Califfato: Arabia Saudita, Usa, Turchia, Qatar, la Nato e il Golfo nel suo complesso. Certo non sarebbe stato epico come la scarpa dell’iracheno a Bush, ma sarebbe servito.
Questa conferenza stampa rappresentava una grossa occasione per dire la verità in faccia al sovrano e davanti a tutti i media, altrimenti irraggiungibili.
Giorni prima era stato proposto a vari mediattivisti di entrare per un’azione di gruppo, ma così non è stato. Senza entrare nel merito, è un fatto che se in conferenza stampa dieci, o anche cinque persone sparse in sala avessero per lo meno provato a estrarre ed esporre cartelli, vi sarebbe stato un grande impatto, quindi l’azione sarebbe comunque un successo. Un’occasione mancata.
Finalmente la conferenza stampa del sovrano con il seguito ha inizio. Dopo il racconto di Kerry sulle magnifiche gesta antiDaesh e le non-domande pre-concordate (seguirà un resoconto) di giornalisti Usa e italiani (Washington Post, Corsera e Ansa), malgrado la mano ripetutamente alzata per chiedere di fare una domanda capiamo che non c’è spazio per altro: tutto sta finendo con i saluti e baci. Arriva dunque il momento di agire.
In altre due occasioni (pre attentati di Parigi) le azioni erano tecnicamente riuscite, con domande ed esibizione di cartello:
Roma, 28 febbraio 2013 conferenza stampa degli “Amici della Siria” con Kerry, Terzi (l’allora ministro degli esteri) e l’oppositore siriano Khatib (qui il resoconto);
conferenza stampa di Trident Juncture Nato, a Trapani, il 19 ottobre scorso (qui il resoconto)
Roma, 28 febbraio 2013 conferenza stampa degli “Amici della Siria” con Kerry, Terzi (l’allora ministro degli esteri) e l’oppositore siriano Khatib (qui il resoconto);
conferenza stampa di Trident Juncture Nato, a Trapani, il 19 ottobre scorso (qui il resoconto)
Dagli attentati di Parigi però tutto è cambiato. Non appena mettiamo mano ai cartelli già pronti per essere aperti, carabinieri e Digos in divisa e in borghese ci saltano addosso addosso e ce li scippano.
Nemmeno il tempo di tirarli su per un secondo. Una rapidità ed efficienza inusitate.
Strappano i cartelli per evitare che chiunque li possa leggere e ci portano via (in alto la foto uno dei cartelli). Solo sulla soglia mi viene in mente di urlare, e riesco a dire “You created Daesh”, quando ormai Kerry era uscito purtroppo indenne e mentre la gran parte dei giornalisti non capisce nulla di quel che sta accadendo.