La Norvegia vieta beni e servizi dagli insediamenti illegali israeliani

1716
La Norvegia vieta beni e servizi dagli insediamenti illegali israeliani

 

La Norvegia ha annunciato il divieto di importazione di beni e servizi di società che contribuiscono direttamente o indirettamente agli insediamenti illegali israeliani nei territori occupati, in quanto costituiscono una flagrante violazione del diritto internazionale.

Nel 2022, il governo norvegese aveva già annunciato che l'etichetta "made in Israel" è consentita solo sui prodotti realizzati in Israele piuttosto che dai territori conquistati dalle forze israeliane dopo il 4 giugno 1967. Durante la Guerra dei Sei Giorni le forze israeliane occuparono la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, la Striscia di Gaza e le alture del Golan.

La risoluzione 242 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite impone a Israele di ritirarsi da questi territori palestinesi conquistati. Israele ha invece cercato di confiscare la terra ai palestinesi nei territori occupati per costruire illegalmente insediamenti in cui solo i cittadini ebrei israeliani possono vivere.

Oslo ha precisato che "i prodotti alimentari provenienti dalle aree occupate da Israele devono essere etichettati con l'area da cui proviene il prodotto e devono indicare che proviene da un insediamento israeliano se questa è la sua fonte".

Il governo norvegese ha indicato che il divieto si applicherà ai territori occupati nelle alture del Golan e in Cisgiordania, compresa Gerusalemme est.

Nel dicembre dello scorso anno, il fondo sovrano norvegese, che vale circa 1,3 trilioni di dollari e possiede circa l'1,3% delle società quotate in borsa a livello mondiale, ha annunciato che stava rivedendo i suoi investimenti in Israele e ha suggerito che potrebbe interromperli del tutto a causa del coinvolgimento delle banche israeliane nelle imprese situate negli insediamenti della Cisgiordania, ha riferito il Times of Israel.

Il fondo gestisce e investe i proventi delle grandi riserve di petrolio e gas del paese a beneficio del budget di sviluppo del governo.

A quel tempo, il fondo aveva investito in circa 80 aziende israeliane. Successivamente ha ceduto numerose società in tutto il mondo per attività che considerava non etiche, comprese diverse società israeliane degli insediamenti della Cisgiordania.

Il media di Israele, Channel 12, ha riferito che i funzionari del fondo hanno espresso ulteriore preoccupazione per gli investimenti in tali società dopo l'elezione del nuovo governo israeliano a dicembre. La coalizione formata per riportare Benjamin Netanyahu al potere come primo ministro comprendeva diversi ministri ferocemente antipalestinesi.

Il governo di Netanyahu si è impegnato ad annettere ulteriori territori palestinesi, rilasciando una dichiarazione in cui afferma che il popolo ebraico "ha un diritto naturale sulla Terra di Israele" e, pertanto, "il primo ministro guiderà la formulazione e l'avanzamento delle politiche nel quadro dell'applicazione della sovranità in [Cisgiordania]”.

La notizia dalla Norvegia ha fatto seguito all'annuncio del 25 aprile scorso della città belga di Liegi che ha votato per porre fine a tutti i legami con Israele citando il suo regime di "apartheid, colonizzazione e occupazione militare" contro i palestinesi. Liegi ora si unisce ai comuni di Oslo e Barcellona nel porre fine alla complicità nelle gravi violazioni dei diritti umani da parte di Israele.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Come la post-verità diventa post-realtà di Giuseppe Masala Come la post-verità diventa post-realtà

Come la post-verità diventa post-realtà

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita   Una finestra aperta Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo di Francesco Erspamer  Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Siria. Israele, jihadisti e noi... di Paolo Desogus Siria. Israele, jihadisti e noi...

Siria. Israele, jihadisti e noi...

Caracas contro il fascismo e per la Palestina di Geraldina Colotti Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio di Marinella Mondaini Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Professioni e privilegi di Giuseppe Giannini Professioni e privilegi

Professioni e privilegi

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA di Gilberto Trombetta IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione di Michelangelo Severgnini La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Tempi duri per i poveri di Michele Blanco Tempi duri per i poveri

Tempi duri per i poveri

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis di Giorgio Cremaschi Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti