L'ammissione di Guaido' sulla morte di Santrich

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L'ammissione di Guaido' sulla morte di Santrich

Per dinamica, tempistica e luogo dove è avvenuto (in territorio venezuelano), l’omicidio di Jesus Santrich, leader dei dissidenti guerriglieri delle FARC colombiane, aveva immediatamente dato a pensare che l’uccisione del guerrigliero non fosse l’unico obiettivo della Colombia. 

Colpire Santrich per puntare direttamente al Venezuela? Questa è l’opinione di diversi osservatori. Tra loro il filosofo e comunicatore venezuelano Perez Pirela che ha affermato nelle prima ore dopo l’uccisione di Santrich quando la sua morte non era ancora nemmeno confermata. 

«Questo è un casus belli, è un caso di guerra che si aggiunge agli altri casi di guerra, alle altre provocazioni che sono state effettuate contro il Venezuela: tentato omicidio del presidente, invasione, aggressioni diplomatiche, o devo ricordare cosa sta succedendo in Apure in questo momento, con soldati venezuelani rapiti dai paramilitari colombiani, attacchi di artiglieria dalla Colombia al Venezuela e ora questa notizia, che, insisto, è molto conveniente per l’oligarchia colombiana». 

La riflessione a caldo del filosofo venezuelano si sviluppa poi così: «Le cose devono essere chiamate per nome. Ciò che sta accadendo ad Apure si chiama guerra, cioè attacchi contro le forze armate venezuelane, assassinio di soldati venezuelani, rapimento di soldati venezuelani, mine antiuomo piazzate in territorio venezuelano dai colombiani. Non ho dubbi, e questo è un aspetto fondamentale, che Santrich, se questa situazione fosse confermata, sia stato assassinato dagli Stati Uniti, perché chi dice un gruppo d'élite colombiano dice Stati Uniti. Ecco perché, sostengo, si intende distorcere quanto sta accadendo nella zona di confine di Apure, dove la FANB affronta da più di un mese gruppi criminali colombiani, mentre il governo colombiano chiude un occhio per proteggere quelli che loro stessi definiscono illegali. La Colombia continua a cercare, facendo tutto il possibile, di promuovere una guerra contro il Venezuela». 

La conferma di Guaidò

La tesi sostenuta da Perez Pirela viene involontariamente conferma dal golpista Guaidò. Un personaggio manovrato proprio da Colombia e Stati Uniti. Quindi le sue parole hanno sempre obiettivi  definiti e una chiara provenienza. 

Juan Guaidó, così, decide di non perdere tempo e unirsi alla campagna colombiana diretta ad accusare il Venezuela di essere un rifugio sicuro per i gruppi irregolari.

L'accusa è arrivata in un thread di Twitter dove simula una posizione sovrana piuttosto incongrua per un politico che nei fatti è la pedina di un governo straniero per destabilizzare il paese.

La morte di Santrich in Venezuela, secondo il golpista manovrato da Washington, sarebbe la conferma che il paese è il teatro delle operazioni scelto dai dissidenti guerriglieri colombiani delle FARC.

«La protezione dei gruppi terroristici in Venezuela da parte di Nicolás Maduro mette a rischio la nostra integrità territoriale e la sicurezza del nostro paese e della regione», ha scritto Guaidó ancora tramite Twitter.

Parole che potrebbero anche essere considerate ragionevoli se provenienti da un esponente politico coerente, diverso da Guaidò che è manovrato da Stati Uniti e Colombia. Un golpista che in più di un’occasione ha persino apertamente invocato l’invasione armata del proprio paese. 

Guaidò ha accusato Maduro di «proteggere i terroristi che uccidono e rapiscono i soldati venezuelani che stavano adempiendo al loro dovere», ma si tratta dello stesso che ha contrattato i mercenari dell’operazione Gedeone addestrati in Colombia. Si tratta dello stesso Guaidò organizzatore di quella che doveva essere un’invasione del Venezuela mascherata da aiuti umanitari, ed è infine il principale promotore delle sanzioni che pregiudicano gravemente la vita dei venezuelani. 

Il golpista poi cerca di occultare i suoi rapporti comprovati con il gruppo narco-paramilitare dei Los Rastrojos, con il cui ausilio è uscito e rientrato illegalmente in Venezuela per organizzare l’invasione poi fallita, mascherata da aiuto umanitario. 

Per questo Guaidò non è per niente credibile. Guaidò è chi ha messo a repentaglio l'integrità del territorio e la vita della popolazione. L'ex deputato è l'alleato degli Stati Uniti scelto per destabilizzare e “governare” il Venezuela. Ma con una data di scadenza: secondo il quotidiano PanamPost, Washington ha fissato la scadenza del 1° dicembre per rovesciare il presidente Maduro. 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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