Le preoccupazioni di Draghi per la Dad sono fasulle
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Draghi ha ragione: la Dad crea diseguaglianze. Ma se avesse veramente avuto a cuore il problema sociale della didattica a distanza, sarebbe intervenuto all’inizio del suo mandato, cioè a febbraio scorso, ovvero quando l’esperienza dell’anno precedente imponeva la necessità di prendere misure di contenimento potenziando i trasporti, riattivando i tracciamenti e ridefinendo il numero degli studenti per classe.
Non ha fatto nulla di tutto questo, e ha anzi sprecato le risorse pubbliche disponibili per dare un po’ di mance ai redditi medio alti. Alla faccia della questione sociale!
Indipendentemente dalle scelte il governo, la Dad è già un fatto, con conseguenze non solo sociali, ma anche psicologiche e di apprendimento. L’impennata dei contagi coinvolge infatti anche la scuola ed è in crescita. I presidi hanno dato l’allarme qualche giorno fa. Gli studenti contagiati o con un parente stretto malato sono già adesso costretti a seguire le lezioni da casa. Di cosa straparla il Presidente del Consiglio?
Poche storie, dunque, le preoccupazioni di Draghi per la Dad sono fasulle. La sua parola d’ordine è da sempre una: “non un centesimo in più per la scuola pubblica”.