Le vie della censura sono infinite. Quand’è il dissenso a silenziare il dissenso

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Le vie della censura sono infinite. Quand’è il dissenso a silenziare il dissenso

 

di Michelangelo Severgnini

 

Il tracollo morale, politico per non dire economico dell’Italia lo si vede anche dallo stato di salute della cosiddetta area del dissenso.

Non faccio mistero da tempo sul fatto che gli episodi e la campagna di censura nei confronti dell’Urlo e del mio lavoro in generale non provenga soltanto dai canali ufficiali (di cui molti hanno parlato), ma anche da quelle testate, canali, movimenti, associazioni e individui che dovrebbero essere compagni di viaggio.

Le spiegazioni del perché della censura proveniente dall’area del Dissenso le hanno fornite loro stessi, gli attori della censura, le più disparate, le più strampalate.

Riporto di seguito 9 episodi documentati, estratti da una casistica molto più ampia, senza fare nomi, dal momento che queste parole si sono consumate in privato, con il favore delle tenebre e delle chat private.

Manca il decimo episodio. Quello che non ho potuto documentare. Quello che è arrivato sotto forma di spiffero all’orecchio. E pure di spifferi ne sono arrivati parecchi.

Chi mi ha consigliato di lasciar stare le Ong, “sono troppo potenti”.

Chi si è detto dispiaciuto, ma pubblicare miei scritti gli sarebbe costato troppi attacchi.

Chi mi ha consigliato di stare buono, ché siamo già in pochi.

Chi “soldi non ce ne sono, passa tra un anno” e intanto ha imbarcato la qualunque.

Escluse le minacce legali in privato (queste le teniamo per un eventuale altro campionario) e gli insulti nei commenti a post, link o video (troppi per tenerne conto), tutto il resto del bestiario è rappresentato nei 9 casi emblematici qui di seguito esposti in questo triste e parziale elenco.

(NB: La censura non colpisce soltanto "L'Urlo", il film e il libro, ma anche altri lavori come "Una storia antidiplomatica", "Il crollo" e "Isti'mariyah", dedicato alla resistenza palestinese).

 

01 - Chi annulla gli eventi all’ultimo per “lavori”

Michelangelo buongiorno. Ascolta, purtroppo ti devo dare una brutta notizia: per il 18, la sede della rete dei comunisti non è disponibile perché l'area sarà interessata da lavori di ristrutturazione.

02 - Chi rinuncia ad organizzare eventi per non compromettersi

Per quanto riguarda la possibile proiezione in università, non si è presa una vera e propria decisione ma ne abbiamo parlato, ti anticipo questo: chiacchierando con il gruppo di (…), l'interesse in sé ci sarebbe anche... qualche ragazzo con più esperienza, però, ha detto che nell'ambiente universitario proporre questi contenuti è praticamente infattibile (conoscendo anche l'uni di …). O comunque, se portiamo una cosa del genere con qualche sotterfugio (magari restando vaghi nel compilare la richiesta etc...) dopo non ci fanno più prenotare le aule in università ecco. Per questo motivo, visto che usare le aule universitarie per gli eventi per noi è gratis, non vorremmo correre il rischio di non poterle più usare come (…) se l'università si incattivisse il nostro nome a causa di ciò. Spero di essere riuscito a spiegarmi.

03 - Chi colto da critica nel merito mi delegittima con l’offesa

Più che sferzante, uno che si pensa Monicelli, senza di noi neanche il biglietto per entrare al cinema gli davano.




04 - Chi rinuncia ad organizzare eventi perché i gestori alzano i costi al sentire il mio nome

Ciao Michelangelo, ti auguro un buon viaggio e una riuscita della tua nuova missione. Grazie per l'informazione. Io sto bene, considerando l'età. Purtroppo non siamo riusciti a raggiungere un accordo economico col gestore del cinema che ha dato l'impressione di non essere assolutamente interessato ai tuoi lavori. Peccato. La soluzione di ripiego potrebbe essere la proiezione in un circolo Arci, ma chiaramente a scapito della qualità del risultato

05 - Chi dall’alto della sua gerarchia senza il becco di una fonte mi insulta in privato e poi mi blocca 

Mi pare che le tue siano provocazioni anche piuttosto tossiche, nonostante le evidenti falsità, per gente non informata correttamente. Mi auguro solo che siano in buonafede e dovute solo a dissonanze emotivo-cognitive basate anche su fonti interpretate secondo uno sguardo strabico. Che tu poi ti permetta di sollecitare me a studiare è un'umoristica conferma del tuo strutturale dilettantismo. Chiudo qui.



06 - Chi mi pubblica solo se mi sottometto

- Caro Michelangelo, capisco le tue ragioni e le rispetto. Ma devo dirti con altrettanta franchezza che noi abbiamo deciso di cooperare solo con figure organiche. Per cui su questi presupposti è meglio non iniziare collaborazioni di nessun tipo per non alimentare malintesi. Abbracci

- Ah beh, allora mi avresti dovuto chiedere prima di diventare organico. E questo non sono nelle condizioni di farlo. (…) e (…) lo sanno da più di un anno come intendo il mio rapporto con (…), basato su fedeltà e rispetto, ma da indipendente. Credevo in una collaborazione editoriale, che è altra cosa.





07 - Chi cede di fronte alle diffamazioni

Buongiorno. Mi stavo informando sull’Urlo online e ho trovato alcune informazioni problematiche. Per esempio quella secondo cui il regista, a detta degli stessi intervistati, ha travisato/mal tradotto alcune loro dichiarazioni per sostenere la sua tesi. Alla luce di questo diventa per noi difficile programmare un documentario che ha queste accuse.





08 - Chi chiede un articolo, poi lo censura e infine mi dà del saccente

- Buonasera Michelangelo. Come ho detto a (…) ho lasciato tutto al vice direttore (…) Io non ci sarò per qualche giorno. Senti (…), ti dirà lui per la pubblicazione. Mio spassionato parere: aveva alcuni elementi interessanti, un po’ troppo schiacciata sulle ragioni dell’intervistato, si vede troppo l’intervistatore (l’autospot sul libro poi proprio no). 

- Buonasera (…). Le ragioni dell'intervistato sono in buona parte fatti raccontati nell'Urlo e difficilmente smentibili. Poi, se in Italia non si possono raccontare, è un'altra questione. L'autospot era una forma di onestà nei confronti del lettore, ma per me certamente sacrificabile.

Auspico però una recensione del libro (…), al pari di altre pubblicazioni sulla Libia, dal momento che sono riportati documenti e testimonianze dirette che sì, raccontano qualcosa di non “tradizionale". Grazie per la risposta

- Se in Italia non si possono raccontare? Boh, senti ti dico un’altra cosa spassionata, in Italia o in qualunque altro posto il tuo atteggiamento suona un tantino saccente. Perdonami eh.


09 - Chi è troppo occupato (o colpito da calamità)

Ciao Michelangelo in questo periodo stiamo seguendo tante/troppe cose e non riusciamo a seguire tutto.

Michelangelo Severgnini

Michelangelo Severgnini

Regista indipendente, esperto di Medioriente e Nord Africa, musicista. Ha vissuto per un decennio a Istanbul. Il suo film “L'Urlo" è stato oggetto di una censura senza precedenti in Italia.

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