Libia, migranti e Ong. Su un (inquietante) evento con Gherardo Colombo
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Il 18 giugno scorso, trovandomi a Crema per una presentazione, nello spazio adiacente scopro sia in corso un dibattito con ospite l'ex magistrato Gherardo Colombo in qualità di socio fondatore di ResQ, la Ong che con una sua imbarcazione batte le miglia di mare davanti alla costa di Tripoli in attesa del carico umano da trasportare in Italia.
Giunto in sala negli ultimi minuti, questi sono bastati per ascoltare con le mie orecchie un numero di falsità inquietante, un capovolgimento della realtà elargito da una figura carismatica e rispettata a una platea completamente ignara e plagiata.
Non è mio costume e non amo fare il guastafeste, ma non intervenire sarebbe stato un atto di vigliaccheria nei confronti delle centinaia di migranti-schiavi in Libia con cui ho parlato in questi ultimi 4 anni.
Tra le falsità ascoltate: "Noi siamo testimoni scomodi di quello che succede", tesi ripropostami a margine dell'incontro (purtroppo il seguito "dietro le quinte" non è registrato). E io: "I migranti-schiavi sono già testimoni di se stessi e stanno già raccontando dalla Libia il contrario di quello che raccontate voi”.
Altra falsità: "Più navi di Ong ci saranno in mare, più gente sarà salvata, perciò donate!". Falso. I gommoni partono già con la nave Ong assegnata da raggiungere, dopo accordo tra Ong e trafficanti libici. Ma non sempre le cose vanno bene. Ogni 20 migranti-schiavi "salvati" altri 20 sono riportati in Libia dalla Guardia costiera e sottoposti a tortura a scopo di estorsione o rivenduti come schiavi. Ma ogni 20 che vengono "salvati", uno muore.
Tutto questo è raccontato dagli stessi protagonisti in Libia nel film L'Urlo - The Scream.