Loretta Napoleoni - Sul "femminismo" di Oprah e Kamala

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Loretta Napoleoni - Sul "femminismo" di Oprah e Kamala


di Loretta Napoleoni per l'AntiDiplomatico

San Diego, 26 agosto 2024



Ha ragione Oprah Winfrey, una storia come la sua, un successo come il suo poteva verificarsi solo in America. In Afganistan, ad esempio, non sarebbe stato possibile, ma non perche’ la Winfrey ha la pelle scura perche’ è una donna. Neppure a Gaza sarebbe stato possibile creare il personaggio di Oprah, l’ostacolo maggiore dopo l’appartenenza al genere femminile sarebbe stata la povertà. E gia’ perche’ la celeberrima Oprah Winfrey è nata povera.

Al congresso del partito democratico abbiamo ascoltato piu’ di una versione al femminile del miracolo americano, anche Kamala Harris ci ha tenuto a precisare che la sua è un’estrazione piccolo borghese e che l’essere arrivata alla nomination del partito democratico poteva succedere solo in America, la migliore nazione al mondo.

La Winfrey, la Harris e prima di loro l’altra candidata donna alla presidenza Hillary Clinton, persino Michelle Obama nel suo discorso al congresso quando ha menzionato i lavori dei neri e delle professioniste nere come lei, tutte queste donne di grandissimo successo hanno usato la leva femminile per dimostrare che la loro è una grande nazione. Hanno volutamente proiettato un’immagine femminista difendendo il diritto delle americane di abortire, ridefinito reproductive right, scelta di riprodursi. Peccato che dallo sfavillante yacht a stelle e strisce da cui navigano da un successo all’altro si siano dimenticate di lanciare un salvagente a tutte le donne che nel marasma in cui il mondo si trova non solo non hanno alcun diritto sul proprio corpo, semplicemente non esistono come persone.


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Kamala Harris non ha speso una singola parola per le donne afghane tornate sotto l’egida crudele dei talebani grazie alla ritirata in massa delle truppe americane quando lei era vicepresidente; ignorate sono state anche le madri, la moglie, le sorelle palestinesi quelle trucidate e quelle ancora vive con negli occhi gli orrori di una guerra sostenuta dalla candidata donna del partito democratico, Kamala Harris. Neppure le donne ucraine che hanno visto morire i propri uomini, cadere in macerie sotto le bombe le proprie case, donne che hanno perso tutto sono state menzionate dalla sostenitrice della guerra ad oltranza contro Mosca, Kamala Harris. Tutte queste donne, che hanno avuto la disgrazia di non nascere americane, sono per le fortunate professioniste che hanno parlato al congresso di Chicago disposable, le loro vite valgono meno delle loro non a causa del colore della pelle ma del luogo del certificato di nascita.

Se questa è la politica americana al femminile allora quale sarebbe la differenza con quella al maschile? L’indifferenza di Kamala Harris nei confronti delle donne afgane, palestinesi o ucraine è forse piu’ scioccante dei commenti da sala biliardo sulle donne di Donald Trump o dei pompini che il presidente Clinton si faceva fare dalla giovanissima Monica Lewinski nel retrobottega dell’oval office. Perche’? Perche’ Kamala Harris è una donna e sa bene cosa significa essere vendute dai genitori a 12 anni come spose bambine a vecchi bavosi afgani per saldare qualche debito; perche’ è una donna e sa bene cosa significa per le bambine afgane non avere l’opportunità di andare a scuola e rimanere ignoranti; perche’ è una donna ed anche se non e’ mai stata madre sa bene cosa significa vedere morire i propri figli sotto le bombe, vederli affamati e non avere nulla da dargli da mangiare. Le donne queste tragedie le conoscono, le capiscono, ne soffrono in solidarietà perche’ ce le hanno codificate nel proprio DNA.

La vera vittoria verrà quando nella corsa alla Casa Bianca ci sarà una donna vera, una donna la cui carriera non le ha cancellato l’anima. Ma una donna cosi’ neppure la grande America l’ha ancora prodotta. E chissà forse non succedera’ mai perche’ anche il sistema democratico e’ ancora strutturato al maschile e vede le donne come disposable e quelle che come Nancy Pelosi o Hilary Clinton o Kamala Harris vengono inglobate al suo interno devono condividere questa visione, purché, naturalmente, non si applichi a loro. Forse per avere una donna vera come candidata bisogna prima scardinare l’intero sistema.

Loretta  Napoleoni

Loretta Napoleoni

 

*Economista di fama internazionale. Ha insegnato alla Judge Business Schools di Cambridge e nel 2009 è stata invitata come relatrice alla Ted Conference sui temi del terrorismo. Nel 2005 ha presieduto il gruppo di esperti sul finanziamento del terrorismo per la conferenza internazionale su terrorismo e democrazia organizzata dal Club de Madrid. Autrice di diversi libri di successo tra cui Terrorismo SPAEconomia Canaglia e Maonomics, tradotto in 18 lingue, incluso l’arabo ed il cinese; ISIS, lo stato del terrore, uscito in 20 nazioni. L’ultimo si intitola Technocapitalism

 

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