L’uccisione di una ragazza irachena da parte di soldati USA e i doppi standard dell’occidente

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L’uccisione di una ragazza irachena da parte di soldati USA e i doppi standard dell’occidente

 

Nei giorni scorsi, vi abbiamo parlato della vicenda della giovane iraniana Mahsa Amini morta, in circostanze ancora da chiarire del tutto, in seguito ad un alterco con agenti della “Polizia morale”. Istituzioni, politici, cittadini iraniani chiedono giustamente che si faccia quanto prima chiarezza e giustizia per questa ragazza.

In seguito alla sua morte sono scoppiati dei disordini in varie città dell’Iran. Qualcuno c’è sempre che approfitta della situazione per destabilizzare in un momento delicato per il paese persiano sia per le criminali sanzioni USA che incidono sulla popolazione che per il mancato accordo sul nucleare.

In questi giorni, nel frattempo, sono scesi in piazza anche gli iraniani che chiedono la fine dei disordini e delle violenze di coloro che hanno manifestato in seguito alla morte di Amini.

L’occidente, con i suoi media e i suoi governi non hanno perso tempo per condannare Teheran ed esercitare pressioni.

Un altro evento però mostra quanto sia pelosa ed ipocrita la solidarietà tanto al chilo dell’occidente.

Forse nessun media mainstream, saremmo contenti di sbagliarci, ha riportato la notizia che una ragazza irachena di 15 anni è stata uccisa a sangue freddo martedì scorso, nei pressi della base militare statunitense ‘ Victory’ vicino all'aeroporto internazionale di Baghdad.

La giovane studentessa e contadina, si chiamava Zainab Essam Majed Al-Khazali. Secondo le prime ricostruzioni, è stata uccisa da un proiettile vagante durante le esercitazioni militari statunitensi nella loro base militare vicino alla prigione di Abu Ghraib dove innocenti iracheni, arabi e non sono stati torturati e uccisi quando l’ex Il presidente degli Stati Uniti George Bush diede il via libera all'occupazione dell'Iraq, con le conseguenze che quelle popolazioni vivono ancora adesso.

I media mainstream, sebbene noti per sfruttare le narrazioni per rovesciare governi sovrani e indipendenti non hanno mostrato il minimo senso di decenza umana o empatia e nemmeno hanno chiesto un'indagine sull'accusa delle forze statunitensi di aver compiuto uccisioni disumane di civili minorenni in terra straniera.

Amini come Zainab meritano giustizia, allo stesso modo. Attenzione però, all’occidente non importa nulla sia di Amini che di Zainab. Solo che Amini può essere usata per perseverare i loro scopi colonialisti.

Francesco Guadagni

Francesco Guadagni

 

Nato nell'anno di grazia 1979. Capolavoro e mancato. Metà osco, metà vesuviano. Marxista fumolentista. S.S.C.Napoli la mia malattia. Pochi pregi, tanti difetti, fra i quali: Laurea in Lettere Moderne, Iscrizione all'Albo giornalisti pubblicisti della Campania dal 2010. Per molti anni mi sono occupato di relazioni sindacali, coprendo le vertenze di aziende multinazionali quali Fiat e di Leonardo Finmeccanica. Impegno di militanza politica, divenata passione, è il Medio Oriente. Per LAD Gruppo Editoriale ho pubblicato il libro 'Passione Pasolini - Un Viaggio con David Grieco', prefazione di Paolo Desogus. 

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