Mai più Nato e "guerre umanitarie"

Mai più Nato e "guerre umanitarie"

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!

La disfatta militare, politica e morale dell’Occidente liberista in Afghanistan segna un punto di svolta nella storia del mondo.
 
Dopo la sconfitta in Vietnam, che ora si ripropone con le stesse immagini da Saigon a Kabul, l’imperialismo americano aveva riaffermato il proprio potere mondiale con e dopo il crollo della URSS. Ora gli USA , la NATO e tutti governi del mondo euro-atlantico, parola destinata a finire nella spazzatura della storia, sono stati indecorosamente battuti dai discepoli dei combattenti di Rambo.
 
Negli anni ottanta coloro che oggi fuggono da Kabul sugli elicotteri dei marines, avevano finanziato ed armato la guerra anticomunista contro il governo laico e socialista sostenuto dall’Unione Sovietica. E Silvester Stallone celebrò con un film, amatissimo da Reagan, l’alleanza degli USA con i Talebani contro il governo progressista. Quel governo aveva molto più consenso di quello fantoccio filo occidentale che ora si è squagliato come neve al sole. Dopo la ritirata delle truppe sovietiche resistette per tre anni alle forze militari potentemente armate dagli USA e dall’Arabia Saudita. La quale anche oggi è il primo sostegno ai talebani. Perché tutto il progetto occidentale, sostenere l’integralismo islamista per fermare il socialismo antimperialista in Asia e Africa, oggi fallisce e l’alleato di ieri divora il nemico di oggi.
 
Da trent’anni gli USA e la NATO conducono guerre umanitarie nel nome della democrazia, da quando nel 1991 invasero l’Iraq di Saddam Hussein che aveva occupato il Kuwait. Noi nemici della guerra, assieme a Gino Strada oggi ipocritamente santificato, allora scendemmo in piazza non perché avessimo simpatia per il tiranno di Baghdad, ma perché consideravamo le imprese militari nel nome della democrazia un mostro che avrebbe scatenato i mostri. Avevamo ragione; dalla Somalia, all’Iraq, all’Afghanistan, alla Libia, al Niger, ovunque la guerra occidentale per la democrazia ha devastato e distrutto vite, installato governi corrotti e invisi alle popolazioni, rafforzato l’integralismo islamico. Solo in Siria, e a questo punto anche senza sostenere Assad bisogna dire per fortuna, l’intervento occidentale è fallito.
 
E nonostante questo bilancio fallimentare i paesi NATO hanno continuato nei loro criminali e stupidi interventi militatari. Il prossimo Afghanistan sarà nel Sahel africano, dove anche l’Italia, cagnolino scodinzolante di ogni imperialismo, ha ora inviato truppe a sostegno del traballante e insostenibile regime neocoloniale francese.
 
Oggi tanti politicanti di governo si stracciano le vesti per la disfatta afghana. Ma fino ad ora nulla hanno fatto per cambiare qualcosa, l’ultimo voto in Parlamento sulle missioni militari all’estero le ha approvate con 438 sì, 2 contrari e 2 astenuti. Come quando i compagni Turigliatto e Rossi nel 2007 da soli votarono in Senato contro la guerra in Afghanistan; e per questo furono espulsi dal loro partito. In Italia si governa se si accetta di bombardare qualche parte del mondo, da Belgrado a Bengasi. Per questo tutti i pianti e le meditazioni di palazzo di questi giorni sono odiosi e insopportabili.
 
Il problema non è che la NATO ha sbagliato la strategia di guerra in Afghanistan, ma che la NATO e le sue guerre sono sbagliate in sé.
 
Se la disfatta afghana non avrà insegnato all’Occidente di finirla con le guerre “umanitarie”nel nome della libertà. Se la NATO non verrà abbandonata e sciolta come residuo di un’epoca imperiale per fortuna al tramonto. Se Draghi ed i suoi partiti continueranno a riproporre lo spreco e i crimini della fedeltà euro-atlantica. Se continueranno a guardare ad un mondo del passato dominato dai marines, che non tornerà mai più ma che ora vorrebbero ricostruire contro la Cina, i governanti italiani ed occidentali guideranno i loro paesi ad altri disastri.

Giorgio Cremaschi

Giorgio Cremaschi

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica di Paolo Desogus I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

Voto russo e ipocrisia occidentale di Fabrizio Verde Voto russo e ipocrisia occidentale

Voto russo e ipocrisia occidentale

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba di Geraldina Colotti Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba

Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese di Leonardo Sinigaglia Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese

Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Il ruolo dei media in Occidente di Giuseppe Giannini Il ruolo dei media in Occidente

Il ruolo dei media in Occidente

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia? di Paolo Arigotti Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

La colpa della sinistra liberista di Michele Blanco La colpa della sinistra liberista

La colpa della sinistra liberista

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti