OMS: Gaza si sta avvicinando “all’ora più buia dell’umanità”
Probabilmente l’appello di Richard Peeperkorn rappresentante dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nei territori palestinesi occupati, oltre ad essere disperato, sarà allo stesso tempo inascoltato, vista la furia distruttrice dell’esercito israeliano.
In primis, Peeperkorn ha avvertito che la popolazione dell'enclave palestinese non ha accesso ai medicinali e quelli forniti dall'organizzazione sono quasi esauriti.
Inoltre, riferendosi alle conseguenze umanitarie dell'operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza ha avvertito, senza mezzi termini, che "la situazione peggiora di ora in ora. Siamo vicini all'ora più buia dell'umanità".
Ha ricordato che "i bombardamenti si stanno intensificando ovunque, anche nelle zone meridionali", ha denunciato che la gente vive "quasi in uno stato di shock permanente", ribadendo che sono “troppo pochi” gli aiuti l'Oms è riuscita a portare a Gaza. Sono necessarie "molte più forniture e attrezzature" per un disastro umanitario crescente come questo, ha precisato.
Peeperkorn ha spiegato chea ll'inizio del conflitto, l'OMS aveva allestito due magazzini medici nella città di Khan Younis, a sud di Gaza, ma oggi è stato necessario cercare uno spazio più piccolo a Rafa dopo che l'esercito israeliano le ha suggerito di trasferirsi. Ha aggiunto che l’organizzazione ha dovuto obbedire perché voleva "assicurarsi che le forniture mediche essenziali possano effettivamente essere consegnate".
Dodici dei 18 ospedali di Gaza si trovano nel sud dell'enclave, ma restano disponibili solo 1.400 posti letto per ricoverare i malati, mentre ne servirebbero 5.000.