Onu priva l'Iran del voto. Sabotaggio accordo sul nucleare?
Una decisione illogica e come vi renderete conto a dir poco surreale di come agisce quello che dovrebbe essere l'organismo mondiale arbitro per eccellenza. Si parla delle Nazioni Unite.
L'Iran non ha pagato la sua quota all'Onu, insieme ad altri 4 paesi, questa la causa della decisione.
Detta così sembrerebbe giusta la decisione. Invece no, dal momento che l'Iran, da quando gli Usa guidati da Donald Trump sono usciti dall'accordo sul nucleare stipulato dal suo predecessore Barack Obama nel 2015, le sanzioni di Washington sono state inasprite con il congelamento dei fondi di Teheran. Dunque, oltre a non poter acquistare farmaci e altri generi di prima necessità, l'Iran non può pagare neanche l'Onu, la quale però pure riconosce delle attenuanti a quei paesi che sono in determinate difficoltà. È proprio il caso dell'Iran.
La reazione del Ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif è stata a dir poco furiosa. Sul suo account Twitter, ha scritto: "Questa decisione è fondamentalmente sbagliata, del tutto inaccettabile e del tutto ingiustificata". ed ha aggiunto: “È sorprendentemente assurdo che il popolo iraniano, a cui è stato forzatamente impedito di trasferire i propri soldi e risorse per acquistare cibo e medicine – per non parlare di pagare gli arretrati dei contributi delle Nazioni Unite – da un membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sia ora punito per non essere autorizzato a pagare gli arretrati di bilancio dalla segreteria della stessa Organizzazione”, ha ricordato.
In “black is white” world, UN deprived Iran of its voting rights in the #UNGA as we’re in arrears.
— Javad Zarif (@JZarif) June 3, 2021
Not considered: US #EconomicTerrorism prevents Iran paying for FOOD, let alone UN dues
My letter to @antonioguterres:
ps: UN can also collect from $110M US stole in recent piracy pic.twitter.com/xe30TsxP8f
La risposta del portavoce del Segretario generale dell'Onu, Stéphane Dujarric è da manuale del surrealismo, di cieca obbedienza burocratica, e di cerchiobottismo.
Secondo Dujarric, infatti, ha difeso il provvedimento, descrivendolo come una “procedura meccanica” dettata dalle regole della carta dell'ONU.
Alla fine comunque riconosce che non si è ancora raggiunto un giusto compromesso in quanto, "non è per mancanza di tentativi né da parte nostra né da parte loro, ma come sapete, il paese è soggetto a una serie di sanzioni bilaterali, il che lo rende un po' difficile. Quindi quelle discussioni continuano in buona fede da tutte le parti”.
Qeusto provvedimento potrebbe creare tensioni e problemi per il ripristino dell'accordo sul nucleare le cui riunioni sono ancora in corso. Il rispristino di questo accordo non trova il gradimento di un paese, ovvero Israele, motivo per il quale la motivazione dell'adempimento burocratico provoca almeno quache dubbio e sospetto.