Perché Draghi il 6 aprile andrà in Libia?
Il presidente del Consiglio dell’Italia, Mario Draghi, entrato in carica lo scorso 13 febbraio, ha scelto come prima visita ufficiale all’estero di recarsi a Tripoli, in Libia. Un paese determinante per l’Italia e i suoi interessi nel mar Mediterraneo.
Secondo quanto riferisce l’agenzia Nova, per il presidente Draghi sarebbero diversi i dossier sul tavolo: dalla lotta alle migrazioni illegali alla pacificazione del Paese, dalle forniture di gas attraverso la condotta Greenstream alla ricostruzione delle infrastrutture libiche, fino al rilancio delle commesse interrotte dopo il 2011.
Inoltre, riferisce Nova, «la diplomazia economica italiana sta lavorando con discrezione a un accordo tra Italia e Libia per la transizione energetica, con l’obiettivo di portare il Paese membro del cartello petrolifero Opec in una dimensione completamente nuova del settore energico».
A tal proposito dovrebbe entrare in gioco l’ENI. Proprio lo scorso 21 di marzo il premier Abdulhamid Dabaiba e Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni, hanno discusso delle opportunità da sviluppare nel Paese per quanto riguarda il settore delle rinnovabili.
La Libia ha chiesto poi all’Italia aiuto in diversi altri campi: dall’energia elettrica alle infrastrutture fino alla cooperazione in ambito sanitario. Insomma, una collaborazione a tutto campo che Draghi ha intenzione di rilanciare.
D’altronde l’importanza della Libia per l’Italia era stata evidenziata da Draghi già nel suo discorso d’insediamento: «Io farò una visita in Libia il 6 o 7 aprile, nella prima settimana del mese. È chiaro che l’Italia difende in Libia e nel Mediterraneo i propri interessi internazionali e la cooperazione. Se vi fossero interessi contrapposti l’Italia non deve avere alcun dubbio a difendere i propri interessi internazionali, né deve avere timori reverenziali verso qual che sia partner. Nel corso della mia vita mi pare di aver dimostrato estrema indipendenza nella difesa dei valori fondamentali dell’Europa e della nazione».
Adesso lItalia riscopre l’interesse nazionale dopo che ha permesso all’imperialismo di devastare la Libia a un tiro di schioppo dalle sue coste. Creando un’instabilità in tutto il mediterraneo di cui Roma paga ancora le nefaste conseguenze, oltre alle inenarrabili sofferenze costrette a subire l’incolpevole popolo libico.