Putin a Mariupol e la propaganda (tragicomica) di Repubblica

8766
Putin a Mariupol e la propaganda (tragicomica) di Repubblica



di Marinella Mondaini per l'AntiDiplomatico

Il livello di menzogne e faziosità sui giornali italiani sta raggiungendo punte massime. 

Sul tema del conflitto in Ucraina, l’etica del giornalismo è oramai disattesa, il dovere di verità e  obiettività vengono continuamente gettati alle ortiche. 

L’informazione dei media occulta la verità e distorce i fatti.

Ne sono la testimonianza alcuni articoli, dedicati al primo viaggio di Putin nel Donbass, a Mariupol’ e in Crimea, in occasione del nono anniversario della riunificazione della penisola alla madre Russia.

L’apparizione a sorpresa di Putin a Mariupol’ ha fatto letteralmente scatenare la stampa italiana più atlantista e russofoba. Ad esempio un paio di sconcertanti articoli su la Repubblica che fanno eco a quelli dell’opposizione russa e della stampa ucraina, giostrata dai servizi britannici e statunitensi.

Uno di essi contiene un brevissimo estratto dal video che ritrae il presidente russo a Mariupol’ mentre parla in strada  con alcuni residenti, accorsi per salutarlo.  Basti solo citare il titolo dell’articolo: “Non è vero nulla. E’ solo uno show”.  E’ la frase che sarebbe stata gridata da lontano da una voce di donna “dopo poco meno di venti secondi” (mette in risalto l’”inviata”) dall’inizio della conversazione di Putin con i residenti.

E’ praticamente impossibile comprendere le poche parole gridate da lontano, perché la sconosciuta in questione non era accanto al gruppo. Un’inezia a cui nessuno dei presenti ha prestato attenzione, né reagito in alcun modo. Solo le guardie del corpo per dovere di professione si sono girate per guardare, ma nulla di più. Perciò la spiegazione plausibile è che abbia gridato qualcosa una provocatrice. La cosa principale è che le parole gridate, anche ammesso che siano riportate dal giornale in maniera fedele, non hanno nulla di “sconvolgente”, non riescono a compromettere il valore tutto positivo dell’incontro di Putin con i cittadini di Mariupol’, nonostante gli sforzi dell’”inviata”, che fra le persone presenti nel video non risulta, di dargli risalto per discreditarlo. Infatti in strada non sono accorse folle di abitanti inferociti contro Putin e la Russia per dirgli che è tutto “uno show” e che si sentono “occupati”!  Al contrario, la gente è accorsa per dirgli grazie! Nell’articolo di Repubblica si legge ancora che “il video è stato diffuso per errore dall’agenzia stampa Ria Novosti, poi subito cancellato e riproposto dalla Tass, ma con un taglio”.  

Ma questo non corrisponde a verità, Ria Novosti ha pubblicato il video integrale, perciò molto lungo, il 19 marzo e nel momento in cui è stato pubblicato l’articolo di Repubblica il giorno 20, non era affatto stato cancellato, era ed è tuttora ancora visibile nella sua interezza, anche col fatidico “grido”, che secondo il giornale avrebbe la forza di esporre al ridicolo e alla vergogna la Russia e mostrare che l’incontro era stato preparato per fare propaganda, che la gente a Mariupol’ è contro l’”occupazione russa”.

Se si fa una ricerca sui siti dell’opposizione russa e sui siti ucraini, si vede benissimo che è da lì che i giornalisti italiani prendono il materiale per i loro articoli, il video prodotto e il testo che lo accompagna sono identici per contenuto e tenore.

Ria Novosti ha prodotto poi anche una versione ridotta del video.

Il secondo articolo de la Repubblica si intreccia col primo e rappresenta un capolavoro di menzogne, livore e propaganda antirussa. Solo a leggerlo si alzano i capelli in testa: “Dopo la visita in Crimea il presidente Vladimir Putin ha mostrato alla Russia prima, e al mondo poi, la città che sta facendo ricostruire, dopo averla abbattuta”.

La città è stata abbattuta dai nazisti ucraini! Dopo aver scaraventato via e tenuto prigionieri gli abitanti nei sotterranei, hanno occupato le loro case e appartamenti, trasformandoli in depositi di armi, da dove sparavano ai russi e ai miliziani della repubblica di Donec’k, i quali cercavano di liberare Mariupol’ dalla prigionia in cui era tenuta da ben 8 anni! Ed è ciò che la stampa italiana ha sempre nascosto, la guerra è iniziata nel 2014, per volere del governo di Kiev contro il suo stesso popolo!

A Mariupol’ c’erano anche le prigioni segrete che l’SBU (i Servizi segreti ucraini) aveva creato, dove insieme ai nazisti dell’Azov hanno compiuto omicidi e crimini indicibili sulla popolazione locale, torture e abusi su tutti coloro che osavano esprimersi, oppure erano semplicemente sospettati di essere contro la politica di Kiev.

Perché non parlano di questo i giornalisti italiani, i cosiddetti “inviati”?

La risposta è facile da indovinare. Il colmo poi viene raggiunto con una vergognosa allusione: “C’è solo un precedente, a tanta provocazione. La visita di Adolf Hitler a Mariupol, il 16 dicembre 1941. Dopo averla occupata, si fece fotografare a passeggio, tutto contento. Due mesi prima ci era andato Benito Mussolini, a salutare gli italiani che presidiavano l’aeroporto, tutti ignorando il rischio della spedizione voluta dal Duce, finita nella tragedia della ritirata dal Don. Ora, il paragone è lampante. Hitler uguale a Putin…” Dunque, Putin viene definito da La Repubblica “uguale a Hitler” (e a Mussolini). Semplicemente abominevole il completo ribaltamento della verità, allo scopo di denigrare Putin.  In compenso, vengono glorificati come “eroi” i nazisti del battaglione “Azov”. Vien da chiedere, ma le loro svastiche o l’immagine di Hitler tatuati sulle loro braccia o i libri che esaltano l’ideologia nazista, cosa sarebbero?  Ma l’articolo non ne parla, non dice che questi nazisti dell’Azov sono adoratori di Bandera, il collaborazionista ucraino, seguace di Hitler, responsabile dello sterminio di centinaia di migliaia di ebrei, polacchi, russi e ucraini…  In generale sulle pagine della stampa italiana i militanti dell’Azov sono presentati invece come “filosofi”, “seguaci di Kant”!

 Putin si è recato a sorpresa a Mariupol’, (addirittura definito come un “un ladro di notte”) per verificare l’andamento dei lavori, poiché il presidente russo aveva incaricato alla fine di gennaio il governo federale e le autorità esecutive delle quattro nuove regioni, passate con il referendum popolare alla Russia, di approvare i programmi per il loro sviluppo socio economico entro la fine di marzo. I lavori di ricostruzione delle 4 regioni, che ricordo sono la rep. di Donec’k e Lugansk, le regioni di Zaporozije e Cherson,  dovranno permettere di raggiungere gli indicatori di sviluppo socio- economico e il tenore di vita della Russia entro il 2030.  Marat Chusnullin, vice premier russo, ha mostrato a Putin come sta procedendo il restauro di Mariupol’, i nuovi micro distretti residenziali, poi si sono incamminati fra le case costruite e già consegnate alla popolazione locale (a tempi di record). Alcuni, increduli, hanno visto Putin dalla finestra e sono usciti in strada per stringergli la mano e ringraziarlo di persona.  

Un uomo, che ha asserito di aver perso tutto a 70 anni, anche la casa, lo ha ringraziato per l’appartamento ricevuto e gli detto “noi finora l’abbiamo visto solo in televisione”, e Putin scherzosamente gli ha risposto “ma bisogna pur che ci conosciamo da vicino” Poi si è avvicinata una donna che lo ha ringraziato con le lacrime agli occhi, Putin le ha chiesto se le piace la nuova casa, lei gli risponde che “è un piccolo pezzo di paradiso! Noi preghiamo per Lei”.

 Subito dopo queste sue parole, la donna che si chiama Irina Volosatova,  ha detto alla tv russa in un’intervista, di esser stata sommersa dalle minacce dagli ucraini. Minacce di morte anche ai figli, alla famiglia, ai vicini di casa. Un particolare scomodo che la stampa italiana ha taciuto. La Volosatova ha detto che hanno “vissuto l’inferno, ma adesso in città c’è la luce, l’acqua e il gas. Non siamo stati lasciati soli e questo dice tutto.” Poi ha dichiarato che un sito ucraino ha scritto la menzogna che “lei e la sua famiglia hanno compiuto saccheggi”  Il giornale italiano traspone infatti la notizia del “saccheggio”,  ovviamente presa dai siti ucraini, i quali hanno allargato l’accusa di saccheggio a tutti gli abitanti usciti a salutare e ringraziare Putin, definendoli anche “traditori”.  La Repubblica scrive “gli abitanti di Mariupol’ in esilio sono insorti: “Dmitrij e Ekaterina sono sciacalli, li abbiamo visti saccheggiare le case durante i bombardamenti. Sono proprio loro. Se l’Ucraina riuscirà a riconquistare la città, loro saranno i primi a finire linciati e il loro frigo nuovo verrà buttato dalla finestra”.   Si basano insomma su dicerie e menzogne inventate dagli ucraini!

Quelle persone, chiamate “traditori”, hanno poi invitato Putin a entrare in uno degli appartamenti costruiti e congedandosi dal presidente, gli hanno detto che saranno “sempre  felici di vederlo”

Era evidente e genuina, la loro commozione, la gratitudine verso Putin, è naturale, la Russia li ha salvati dal genocidio che nella città gli ultranazionalisti e nazisti ucraini stavano compiendo.  Quella dimostrazione di gioia e gratitudine, all’occhio delle persone oneste e in buona fede, basterebbe da sola a vanificare tutti gli sforzi di calunnia verso la Russia e il suo presidente.

Speculazioni non degne di un paese civile, i giornalisti non devono mettersi l’elmetto e combattere sul campo dell’informazione. Un’informazione che è stata trasformata in trincea, dove si sparano proiettili di menzogne e disinformazione, di calibro talmente grosso che chi è dotato di un minimo di raziocinio e ragionamento logico fa fatica a credere.

 

Video di Ria Novosti del 19 marzo ancora online:

https://ria.ru/20230319/spetsoperatsiya-1858981734.html

 

Marinella Mondaini

Marinella Mondaini

Scrittrice, giornalista, traduttrice. Vive e lavora a Mosca

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Come la post-verità diventa post-realtà di Giuseppe Masala Come la post-verità diventa post-realtà

Come la post-verità diventa post-realtà

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita   Una finestra aperta Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Macao celebra 25 anni di sviluppo e crescita

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo di Francesco Erspamer  Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Non è solo Facebook.. E' lo specchio del mondo che ci stanno imponendo

Siria. Israele, jihadisti e noi... di Paolo Desogus Siria. Israele, jihadisti e noi...

Siria. Israele, jihadisti e noi...

Caracas contro il fascismo e per la Palestina di Geraldina Colotti Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Caracas contro il fascismo e per la Palestina

Israele, la nuova frontiera del terrorismo di Clara Statello Israele, la nuova frontiera del terrorismo

Israele, la nuova frontiera del terrorismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo di Leonardo Sinigaglia La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

La retorica "no border" e Salvini: due facce dello stesso imperialismo

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio di Marinella Mondaini Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Transito di gas russo dall'Ucraina: l'UE ad un bivio

Professioni e privilegi di Giuseppe Giannini Professioni e privilegi

Professioni e privilegi

72 ore di bipensiero oltre Orwell di Antonio Di Siena 72 ore di bipensiero oltre Orwell

72 ore di bipensiero oltre Orwell

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA di Gilberto Trombetta IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

IL RITORNO DEL VILE AFFARISTA

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione di Michelangelo Severgnini La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La politica turca in Siria: traiettoria di collisione

La foglia di Fico di  Leo Essen La foglia di Fico

La foglia di Fico

Tempi duri per i poveri di Michele Blanco Tempi duri per i poveri

Tempi duri per i poveri

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis di Giorgio Cremaschi Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Il ragionier Fracchia Urso e le "promesse" di Stellantis

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti