Putin: «Immaginate l'Ucraina nella Nato. I missili sarebbero a 10 minuti da Mosca»
Nel suo recente discorso annuale all’Assemblea Federale, il parlamento russo, il presidente Vladimir Putin aveva fissato alcune linee rosse rispetto a provocazioni che minacciano “gli interessi fondamentali” della sicurezza russa.
Tra questi sicuramente rientra la questione ucraina. Paese che la NATO cerca di utilizzare come testa d’ariete contro la Russia. In un’intervista al canale Russia 24 Putin ha criticato le manovre della NATO e espresso critiche per i missili statunitensi schierati in Europa.
Il quotidiano russo Komsomolskaya Pravda ha raccolto le principali dichiarazioni di Putin:
“Immaginate se l’Ucraina diventasse membro della NATO. I missili saranno posizionati da qualche parte vicino a Kharkov - il tempo di volo sarà già di 7-10 minuti (ora ci vogliono 15 minuti affinché i missili dalla Polonia giungano a Mosca - ndr). Questa è una linea rossa per noi o no? Prendete quello che sarebbe inaccettabile per gli Stati Uniti: il dispiegamento di missili a Cuba. Tempo di volo: 15 minuti. E per ridurre il tempo di volo a 7-10 minuti, sarebbe necessario posizionare i missili al confine meridionale del Canada o al confine settentrionale del Messico. Questa è una linea rossa per gli Stati Uniti? Come dobbiamo reagire a ciò che viene proposto e discusso”.
Putin: Immagini che l'Ucraina diventi un membro della NATO. Il tempo di volo di un missile da Kharkov o Dnepropetrovsk a Mosca diminuirà a 7-10 minuti. Questa è una linea rossa per noi o no? pic.twitter.com/IyzqDCxn1E
— Marco Bordoni (@bordoni_russia) June 9, 2021
Parole chiare, quelle di Putin, che centrano il punto della questione: la NATO vuole utilizzare l’Ucraina per lanciare l’attacco finale contro la Russia. Mosca è determinata a non restare a guardare mentre i guerrafondai si avvicinano sempre più minacciosi ai suoi confini.
A uscirne con le ossa rotte da questo confronto sarà l’Ucraina. Sempre più vassalla dell’occidente e che applica politiche da Germania nazista. La legge sui popoli indigeni dell’Ucraina voluta dal presidente Zelensky va proprio in questa direzione, con il chiaro tentativo di discriminare i cittadini russofoni. “Divisione in indigeni, categorie di persone di prima classe, di seconda classe e così via - sembra esattamente la teoria e la pratica della Germania nazista”, afferma Putin che poi evidenzia “come nella Germania nazista, misureranno i loro crani con un compasso? Così verrano definiti i veri ucraini e i falsi ucraini?”.
Così come è Kiev a non voler arrivare a un accordo sul Donbass dove le popolazioni russofone si sentono minacciate e non vogliono vivere in un paese neonazista. “Non è nostro capriccio che le autorità di Kiev parlino con il Donbass: è così che è scritto negli accordi di Minsk. Ci sono le firme delle repubbliche non riconosciute. Il presidente Poroshenko ha insistito affinché fossero messe le firme dei capi delle due repubbliche, e i leader del Donbass non volevano farlo. Li abbiamo convinti. Ma ora le autorità di Kiev non vogliono parlare con loro. Inoltre, Zakharchenko è stato ucciso. Il capo di una delle repubbliche è stato ucciso e nessuno lo ricorda. Ciò indica una riluttanza a rispettare l'accordo di Minsk da parte delle autorità di Kiev”.
Come sempre accade il presidente Putin usa parole di estrema chiarezza e che vanno dritto al cuore delle questioni. Il gioco dell’Ucraina è ormai completamente mascherato, solo i liberali europei e i media asserviti all’agenda imperialista continuano a portare avanti la narrazione del paese democratico minacciato dall’espansionismo russo.